No, non è prevista la chiusura dei bancomat

Ma andrebbe prevista l'eliminazione del clickbait allarmista...

Da almeno due mesi nella sezione News del mio smartphone – che è gestita da Google, basandosi ovviamente su quello che crede possa interessarmi – compaiono spesso blog che fino a poco tempo fa non avevo mai sentito nominare, nemmeno nelle segnalazioni a BUTAC. Fatico a comprendere come siti che per la maggior parte pubblicano articoli clickbait riescano a finire nel girone delle “Google News”.

Tra gli argomenti per cui questi siti mi compaiono più spesso in bacheca troviamo una serie di temi collegati fra loro: POS, bancomat e lotta al contante.

Ad esempio questo titolo veniva condiviso a firma Beatrice Mannocchio, il 13 maggio, su YesLife Magazine, testata registrata presso il Tribunale di Roma nel 2020.

Bancomat, addio agli sportelli: quando è prevista la chiusura

L’articolo non dice nulla di quanto promesso nel titolo, manco per sbaglio. Fa delle supposizioni basate su ipotesi senza alcuna fonte. Frasi come questa sono il fulcro del testo:

La chiusura degli sportelli ATM potrebbe essere sempre più vicina in quanto i costi aumentano sempre di più e più persone fanno riferimento alla moneta elettronica.

Siamo di fronte a un sito che cerca di aumentare le visualizzazioni giocando sulle parole chiave e il clickbait. Quindi l’articolo serve a poter usare i termini “moneta elettronica” “banche online” “servizi online” “app” (e anche “sportelli ATM” che in Italia ha poco senso, ma aiuta l’indicizzazione dai Paesi anglofoni e non solo) che in questo momento, anche grazie alla novità che scatterà il 30 giugno – cioè le multe per chi non accetta i pagamenti col POS -, sono di tendenza sul web italiano.

Se nel titolo ti dico “quando è prevista la chiusura” nell’articolo dovrebbe esserci perlomeno una fonte che spieghi quando succederà. Ma essendo di fronte a una supposizione basata su opinioni, ovviamente nell’articolo non viene data alcuna previsione di data.

Questo sistema non lo usa solo YesLife, troviamo articoli in tutto simili anche da altre parti, TechCave ad esempio il 13 maggio, a firma Vincenzo Galletta, titolava:

Addio a tutti i bancomat, pazzesco: come si farà a prelevare soldi?

In questo caso nell’articolo la supposizione della chiusura dei bancomat espressa nel titolo non viene neppure ripetuta, tutto l’articolo si limita a parlare delle commissioni in fase di prelievo e null’altro. Il titolo e il testo dell’articolo, insomma, non hanno praticamente nulla da spartire.

Il problema è che chi legge le notizie grazie a servizi come Google News si trova di fronte questi titoli, e, specie in un Paese con un così alto tasso di analfabetismo digitale, si convince siano notizie reali, a volte senza nemmeno fare lo sforzo di leggere l’articolo. Sfruttando questo sistema si soffia sulla paura del blocco del contante, magari cavalcando le notizie di qualche settimana fa che raccontavano di come nei Paesi coinvolti dal conflitto Russia-Ucraina i circuiti interbancari avessero di fatto bloccato i conti degli utenti.

Questo modo di fare informazione è profondamente sbagliato. In un Paese come il nostro – con una popolazione che fatica a districarsi nel mondo del digitale – questo modo di fare, perlomeno su testate registrate, è assolutamente errato. Sarebbe bello vedere giornalisti veri denunciare all’Ordine questo genere di articoli, spiegando a cosa servono e come stanno contribuendo all’information disorder italiano. Un Ordine che avesse veramente qualche ragione di esistere a quel punto potrebbe chiederne la rimozione, e la pubblicazione di smentite che chiariscano i fatti.

Questo genere di siti inoltre usa algoritmi specifici per spingervi sulle pagine che vogliono loro, facendovi credere che siate voi a sceglierle. Un esempio? Su YesLife, in base alla pagina sulla quale vi trovate, le sezioni I più letti e Scelti dalla redazione sono differenti, qui tre screenhsot fatti in contemporanea:

Sia gli “scelti dalla redazione” che “i più letti” cambiano in base all’articolo su cui siamo capitati, in pratica credo che entrambi le sezioni riportino in qualche maniera articoli correlati per tag o parole chiave. Usare la dicitura “i più letti” o “scelti dalla redazione” è un ulteriore modo per confondere il lettore.

Non crediamo ci sai altro da aggiungere.

Redazione at butac punto it

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