Clorochina, idrossiclorochina e information disorder

In molti avranno seguito in Italia la vicenda dell’Avigan, farmaco antinfluenzale d’emergenza contenente favipiravir e di cui avevamo già parlato sulle nostre pagine come possibile strada farmaceutica per combattere Covid-19. In contemporanea si sono battute anche altre piste (la sperimentazione su modi per combattere il nuovo coronavirus è mondiale grazie al grande studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, denominato Solidarity, che verifica numerosi trattamenti per contrastare questa malattia) e una di queste ha visto l’utilizzo della clorochina, un farmaco utilizzato per la prevenzione e nel trattamento della malaria di cui ci siamo, anche in questo caso, già occupati.

Ebbene, è notizia di poche ore fa che l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha chiesto agli operatori sanitari di monitorare attentamente i pazienti affetti da COVID-19 che ricevono clorochina o idrossiclorochina, a causa degli effetti indesiderati gravi che si possono manifestare, come un aumento del rischio di problemi cardiaci e di disturbi neuropsichiatrici – tra cui l’ideazione suicidiaria -, la possibilità di attacchi epilettici, la diminuzione dei livelli di zucchero nel sangue e i disturbi della funzione epatica. La stessa Agenzia aveva già prodotto un comunicato a fine aprile dove spiegava quali potessero essere gli effetti collaterali di questo farmaco.

Alla luce dei dati emergenti, alcuni paesi dell’UE hanno sospeso o interrotto le sperimentazioni cliniche riguardanti l’uso di clorochina e idrossiclorochina in pazienti affetti da COVID-19. Tra questi c’è l’Italia, che attraverso l’Agenzia Italiana del Farmaco ha sospeso l’uso di questi due farmaci al di fuori degli studi clinici, sia in ambito ospedaliero che in ambito domiciliare, ribadendo che l’Agenzia non aveva mai autorizzato l’utilizzo di idrossiclorochina a scopo preventivo, ma anche la Francia, dove il governo mercoledì 27 maggio ha rimosso le deroghe che permettevano ai medici ospedalieri di prescrivere la clorochina contro Covid-19, in seguito al parere sfavorevole emesso dall’Alto consiglio della sanità pubblica che ha recepito a sua volta i risultati di un vasto studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.

In Francia la clorochina si è trovata improvvisamente al centro di uno scontro politico che ha avuto come protagonista il dottor Didier Raoult, direttore dell’Institut Méditerranée di Marsiglia, eccentrico virologo che all’inizio dell’epidemia aveva diffuso un video su Youtube nel quale sosteneva di avere trovato la cura per sconfiggere il coronavirus con un farmaco a base di clorochina associato a un antibiotico. Dopo lo studio del Lancet, Didier Raoult è apparso in televisione per ribadire le sue convinzioni, e a un certo punto dell’intervista ha pronunciato una frase:

Facciamo un sondaggio tra me e il ministro della Sanità Véran e vediamo chi vince.

Per fortuna la scienza si basa sui dati scientifici e non sui sondaggi, altrimenti saremmo già arrivati a decidere la velocità della luce per alzata di mano.

Stefano


Su Raoult c’è un aggiornamento del 20 novembre 2021, con un bell’articolo di Oca Sapiens (Sylvie Coyaud) che invito tutti a leggere.


Se volete approfondire la materia, potete leggere questi due studi scientifici (preprint) sulla clorochina:

Mayla Gabriela Silva Borba, Fernando Fonseca Almeida Val, Vanderson Sousa Sampaio et al. Chloroquine diphosphate in two different dosages as adjunctive therapy of hospitalized patients with severe respiratory syndrome in the context of coronavirus (SARS-CoV-2) infection: Preliminary safety results of a randomized, double-blinded, phase IIb clinical trial (CloroCovid-19 Study). medRxiv doi: 10.1101/2020.04.07.20056424

Lane J.C.E., Weaver J., Kosta K. et al. Safety of hydroxychloroquine, alone and in combination with azithromycin, in light of rapid wide-spread use for COVID-19: a multinational, network cohort and self-controlled case series study. medRxiv doi: 10.1101/2020.04.08.20054551