Complottari made in USA

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Il massacro nella scuola di Sandy Hook, avvenuto il 14 dicembre 2012, è stato il terzo in ordine di vittime avvenuto negli Stati Uniti. Un giovane di vent’anni, Adam Lanza, affetto a quanto pare dalla Sindrome di Asperger, dopo aver ucciso la madre si recò in una scuola elementare e fece fuoco con un fucile d’assalto, uccidendo venti bambini tra i 6 e i 7 anni e sei adulti tra insegnanti e personale dell’istituto prima di suicidarsi con un colpo di pistola.

La tragedia ebbe una grandissima risonanza in tutto il mondo e soprattutto negli Stati Uniti, ovviamente, rinfocolando la polemica contro le armi e contribuendo al cosiddetto Assault Weapons Ban (AWB), un disegno di legge contro i fucili d’assalto, che però purtroppo non fu approvato dal Congresso.

Quello che però ci interessa più di tutto sono le teorie del complotto che si sono formate anche attorno a questa strage; eh già, i complottisti non indietreggiano davanti a niente e pure in un evento così terribile riescono a trovare “stranezze” e “misteri” anche dove non ci sono.

Una delle teorie più gettonate è che il governo e i media abbiano impiegato dei cosiddetti crisis actors per rilasciare ai media interviste angosciate al fine di ingigantire la necessità di un controllo delle armi. HuffPost ha raccontato la storia di Gene Rosen, uno psicologo in pensione che rifugiò in casa sua sei bambini sfuggiti alla sparatoria, e fu in seguito più volte molestato da complottisti convinti che fosse un attore. C’è un Gene Rosen nella Screen Actors Guild (sindacato statunitense di attori cinema e TV), ma come sottolinea il sito debunker Snopes.com, si tratta di un omonimo.

Una società chiamata “Crisis Actors” esiste effettivamente: fornisce attori per rendere il più possibile realistiche esercitazioni e prove di emergenza ed ha rilasciato una dichiarazione dicendo che non impegna i suoi attori “in eventi di crisi del mondo reale”, e che nessuno dei suoi interventi è stato mai spacciato per vero. A dispetto della convinzione che ci siano numerose connessioni tra di loro e le famiglie delle vittime, finora nessun collegamento è stato dimostrato.

C’è addirittura chi pensa che le vittime del massacro, in realtà, siano vive e vegete da qualche parte sotto copertura: ad esempio, esiste una foto emiliein cui Barack Obama, in visita alla scuola qualche tempo dopo la strage, posa con alcuni bambini, fratelli e sorelle delle vittime. Ebbene, secondo queste pazzesche teorie, una di queste bimbe sarebbe in realtà Emilie Parker, bimba di 6 anni rimasta uccisa nell’attacco; come giustamente fa notare Snopes.com, “i signori Parker non solo dimenticano che la loro figlia dovrebbe essere morta, ma la portano all’incontro con Obama e postano poi le foto su Internet dove chiunque può vederle”. La bambina che si vede nella foto è in realtà Madeline, sorella minore di Emilie, come chiaramente dimostrato da questo video.

Oltre che per aumentare il controllo sulle armi, la “truffa di Sandy Hook” sarebbe servita anche a raccogliere donazioni per le famiglie delle vittime: un esempio sarebbe il caso della bambina Avielle Richman, che secondo il delirante blog www.montefrank.com sarebbe un alias sotto il quale si nasconde una certa Lenie Urbina, che vive in Connecticut (cioè sempre nello stesso Stato) in compagnia dei genitori. Una delle prove di questo è che i capelli di Avielle sono uguali a quelli della mamma di Lenie! C’è di più: il Monte Frank a cui si fa riferimento nel blog di cui sopra è un avvocato del Connecticut che ha fondato un gruppo di ciclisti, il Team 26, che organizza manifestazioni e gare proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema delle armi negli Stati Uniti, e viene presentato con queste parole: “His goal is to disarm your family and to take away your freedoms at any cost necessary. Will you let him succeed?”

Che dire?

Siamo rimasti veramente esterrefatti e disgustati nel vedere come una tragedia terribile venga sfruttata ignobilmente da complottari che non esitano davanti a niente pur di esporre le loro teorie e le loro malate elucubrazioni mentali (volevamo dire un’altra parola ma va bè, accontentatevi di elucubrazioni). Ci dispiace soprattutto per i genitori dei venti bambini uccisi e, da genitori noi stessi, non riusciamo ad immaginare cosa possano provare a leggere certe cose…

Sappiamo bene che non si augura il male a nessuno: ma forse, l’idea che uno di questi individui perda il gatto (ad esempio) e venga poi accusato di averlo nascosto, o di averlo fatto sparire per incassare chissà che ricompensa, non ci dispiace poi troppo.

Lady Cocca

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