Complottismo a caccia di like

Sul blog di Maurizio Blondet il 29 febbraio 2020 è apparso un articolo che titola:

Astérix sapeva del CORONAVIRUS – dal 2017

Molti di voi me l’hanno segnalato pensando sia falso il libro di Asterix, ma sbagliate. Ne aveva già parlato qualche giorno fa Query, la rivista del Cicap. Come ci racconta Sofia Lincos:

La storia è firmata da Jean-Yves Ferri e disegnata da Didier Conrad. Quello del personaggio doveva essere, nell’intenzione originale, uno dei tanti nomi buffi presenti nell’album (e tratto distintivo di tutta la serie, così come la presenza di personaggi dell’attualità riadattati in chiave comica).

(…)

Per non fare troppi spoiler, non vi sveliamo chi si cela sotto il travestimento, ma sappiate che al termine della vicenda (un buon auspicio, ipotizza qualcuno?) il temibile Coronavirus viene sconfitto.

Il suo nome, così come quelli di sua moglie Mozzarella o dello sponsor Garum Lupus, sono “parole da gioco”, scelte per la loro “latinità” o per il loro suono. E non si deve pensare che il termine fosse così sconosciuto nel 2017: già quattordici anni prima era scoppiata, infatti, l’epidemia di Sars, che aveva tristemente portato all’attenzione del mondo l’esistenza dei coronavirus. All’uscita dell’album, evidentemente, la minaccia sembrava ormai abbastanza lontana da poterci scherzare su.

Il volume a cui fa riferimento Maurizio Blondet è vero, come vere sono le esercitazioni sia militari che di medicina d’emergenza fatte negli anni con il coronavirus come protagonista. Tutte cose che vi abbiamo già raccontato: Bill Gates, il coronavirus e i complotti…

Quello che non è vero è che questa sia la riprova che il tutto è un complotto orchestrato dai poteri forti, o una pandemia lanciata da qualcuno.

Il giochino è lo stesso che vi ho già spiegato qualche giorno fa: usare il termine coronavirus dando a intendere che si tratti di una sola cosa. Un po’ come i ciarlatani che usano il termine tumore per intendere che i tumori siano tutti uguali. Ecco il gioco è lo stesso.

Ve l’ho già provato a spiegare, ma riproviamoci. Coronavirus è il nome di una famiglia di virus di cui fa parte anche il virus scoperto nel 2019, che (pare in due ceppi, o forse più) sta colpendo a livello globale. Ma della stessa famiglia fanno parte anche virus che troviamo in comuni influenze, e anche quelli della più letale SARS.

Che ci siano persone come Maurizio Blondet o Cesare Sacchetti che fanno informazione senza specificare queste cose è la dimostrazione pratica di come esista una larga fetta di lettori interessata solo a mezze verità.

Blondet nel suo articolo difende il collega Sacchetti:

Come mai Qualcuno sapeva già oltre due anni orsono?  Come Bill Gates che  “prevedeva” lo stesso virus  epidemico? Nascono delle domande. Non si sa a chi chiedere. Magari al Corriere? Magari al Corriere che s’è scomodato a smentire un ottimo collega, Cesare Sacchetti,   che aveva solo ricordato che Bill “sapeva”, e che dal business dei vaccini  lucra (per sua ammissione) miliardi?

Ammetto che prima di aprire BUTAC mi domandavo chi fossero le persone che cascavano in questo tipo di controinformazione, e credevo fossero quattro gatti. BUTAC mi ha aperto un mondo che non sapevo esistesse a questo livello. Ci sono migliaia di persone che si abbeverano a fonti come queste, convinti di sapere verità segrete, convinti di avere in mano fatti incontrovertibili. Mentre invece sono disinformati per colpa di soggetti che pur di diffondere il proprio credo omettono, nascondono, inventano.

maicolengel at butac punto it
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