Il confine tra finzione e realtà

 

finzione

C’è un video che sta circolando in rete dopo che le Iene hanno parlato della sfida del suicidio. Il loro servizio del 14 maggio 2017, come alcuni di voi sapranno, aveva svariati spezzoni che mostravano persone lanciarsi dai palazzi. Purtroppo erano immagini che sarebbe stato il caso non mandare in onda, ma ormai le uova sono state rotte e la frittata è stata fatta.

Vi ho spiegato ieri come il rischio emulazione sia serio, checché ne dica la polizia di stato o checché ne dicano i presentatori le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della sanità sono MOLTO chiare in merito: mai mostrare suicidi in quella maniera, mai farlo perché l’effetto Werther è dietro l’angolo.

Ma la cosa non finisce qui, perché oltre a essere immagini che non dovevano andare in onda, seppur in tarda serata, quello che lascia interdetti molti di voi lettori è la provenienza di suddette immagini. Ad esempio, uno dei video che ci viene mostrato è di una ragazza che si butta da un palazzo in Medio Oriente, senza che ci sia alcun collegamento con la sfida.

Ma c’è di peggio, un altro dei video che vengono passati è in realtà un falso. Si vede una ragazza con un cappotto verdino lanciarsi dal tetto di un palazzo, poi il servizio delle Iene passa a un’altra scena. Ma il video originale non si interrompe così, mancano pochissimi frame che in tv non ci vengono mostrati. Andando a cercare il video in rete si trova lo stesso filmato con giusto qualche secondo in più, e in quei secondi in più la ragazza col cappotto verde riappare a lato schermo.

Sì, perché in realtà il tetto che si vede non è altro che un tetto sul tetto, la ragazza se va bene ha saltato un metro o poco più. Quindi non solo rischiamo di spingere dei giovani a emulare gesti pericolosissimi, ma in più abbiamo anche video che mostrano il falso. Sia chiaro, può essere che alle Iene non ci sia nessuno capace di arrivare alle fonti di un video, non è così semplice, ma se non si ha la certezza che quel video sia correlato all’argomento di cui si vuole parlare non è meglio evitare di trasmetterlo, visti tutti i rischi sopracitati?

Nello stesso servizio non è l’unico artificio che si è usato, oltre al video dal Medio Oriente, oltre al video che in realtà è un falso, abbiamo anche gli inserti con le ragazze che piangono, inserti che non sono, nemmeno questi, relazionati alla storia, sono scene estrapolate da un video che ha tre anni, e le ragazze (italianissime) stavano recitando, in quanto attrici.

Lo so che siete in tanti ad amare le Iene e anch’io quando ho tempo le guardo, ma questo deve essere chiaro a tutti: non è giornalismo bensì intrattenimento, e nel caso del Blue Whale intrattenimento malfatto.

Per ogni ulteriore approfondimento vi rimando agli articoli di David Puente e Paolo Attivissimo che hanno sviscerato tutta la storia in merito, noi l’avevamo provato a fare qualche mese fa più superficialmente.

maicolengel at butac punto it

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