Conversione RNA in DNA?

Solo buone notizie dagli ultimi studi...

Immagine di Biologi per la Scienza

Sembra un titolo da sito complottista medio, ma oggi parliamo nientepopodimeno che di Sky TG24. La pagina web del canale televisivo italiano all-news di Sky il 14 giugno propone infatti un articolo dal preoccupante titolo:

Cellule umane possono convertire Rna in Dna: vacilla il ‘dogma della biologia’. Lo studio”.

Il 13 giugno Il Mattino aveva pubblicato un approfondimento molto simile intitolato “Le cellule convertono Rna in Dna: la scoperta che demolisce il dogma della biologia”. L’articolo di Sky TG24 è molto simile a quello de Il Mattino non solo nel titolo, ma anche nel contenuto. Altri siti minori hanno poi ripreso la notizia, scatenando del panico immotivato tra i lettori.

Criticheremo quindi entrambi questi articoli su tre livelli principali: linguistico, scientifico e comunicativo.

Innanzitutto, dal punto di vista linguistico definire una qualsiasi conoscenza scientifica “dogma” è già un ottimo modo per mostrare di non aver capito assolutamente nulla del metodo scientifico, che si basa proprio sulla possibilità di mettere in discussione ed eventualmente confutare le conoscenze credute fino a quel momento vere. Già Popper sottolineava come “La scienza è ricerca della verità. Ma la verità non è verità certa”. Essere quindi giunti, tramite nuove evidenze, a scoperte che possono integrare, migliorare o anche andare in contrasto con precedenti conoscenze scientifiche non dovrebbe sconvolgerci. 

Al di là di questa nota metodologica generale, però, vedremo come in questo caso non siamo neanche di fronte a una scoperta totalmente nuova o radicalmente rivoluzionaria negli studi di biologia. Secondo Sky TG24, “le cellule umane possono convertire l’Rna in Dna. È quanto emerso dai risultati di uno studio dell‘università americana Thomas Jefferson che, se confermati, potrebbero costringere a riscrivere i libri di biologia perché confutano il ‘dogma della biologia molecolare’, l’assunto fondamentale della biologia molecolare secondo cui le informazioni genetiche possano seguire una sola direzione”.

Il “dogma” in questione consisterebbe quindi nell’idea, proposta da Francis Crick nel 1958, secondo cui il flusso dell’informazione genetica segue un percorso unidirezionale (DNA-RNA-proteine). Basterebbe fare un salto su Wikipedia per scoprire come ci siano stati fondamentali aggiornamenti a questo modello già decine di anni fa e come il termine “dogma” sia stato usato da Crick in modo improprio: “Dal momento che pensavo che tutte le credenze religiose fossero senza fondamento, ho usato la parola nell’accezione che io stesso gli davo, non quella data dalla maggior parte del mondo, e l’ho semplicemente applicata ad una importante ipotesi che, sebbene fosse plausibile, aveva pochi riscontri sperimentali”.

 Già all’epoca questo “dogma” era tutt’altro che verificato, quindi. Inoltre, come evidenzia il fondatore di Biologi per la scienza, Riccardo Spanu, già dal 1970 è noto come in alcuni virus, in particolare i retrovirus, ci siano degli enzimi che si occupano della “retrotrascrizione”, cioè di copiare una molecola di RNA in una molecola di DNA. La scoperta valse il premio Nobel per la medicina e la fisiologia a Howard M. Temin, Renato Dulbecco e David Baltimore nel ‘75 (la Treccani riporta nel ‘72, ma è errato). Spanu mostra come il “dogma” centrale della biologia proposto da Crick fosse già stato messo in discussione da tempo, sia dalla scoperta dei già citati retrotrascrittori che da altri enzimi come le telomerasi. 

Il 18 giugno è proprio l’Università dei ricercatori coinvolti nello studio, la Thomas Jefferson University, a sottolinearlo, scusandosi: “La versione originale di questo articolo affermava che la polimerasi theta (il tipo di enzima studiato dai ricercatori, ndr) è la prima polimerasi dei mammiferi con la capacità di trascrivere l’RNA nel DNA. In effetti, altre polimerasi hanno dimostrato di svolgere questa funzione, anche se con un’efficienza molto inferiore rispetto alla transcriptasi inversa dell’HIV. L’articolo è stato corretto e deploriamo l’errore”. Nonostante sia proprio questo articolo la fonte dei testi di Sky TG24 e della maggior parte dei siti che hanno ripreso poi la notizia in italiano, questi non solo non hanno verificato su altre fonti la veridicità delle affermazioni, ma non hanno nemmeno modificato i loro articoli dopo la correzione, qualche giorno dopo, da parte della loro fonte.

Al di là di questo, dovremmo preoccuparci dei risultati del nuovo studio? È stato associato da tanti ai vaccini a RNA messaggero, ma è davvero così? L’enzima considerato, Polθ, è presente in quantità rilevante soprattutto nelle cellule nel timo e in quelle tumorali, e, come sottolinea lo stesso studio: “Nelle cellule sane, lo scopo di questa molecola è essenzialmente la riparazione del DNA mediata dall’RNA. Nelle cellule malate, come ad esempio le cellule tumorali, la polimerasi Theta è molto presente e promuove la crescita delle cellule tumorali e la resistenza ai farmaci”. 

Non c’è alcun legame, dunque, con i vaccini – che vanno nelle cellule del deltoide e non sono in nessun modo legate a quelle tumorali o del timo. In compenso, potremmo aver scoperto una delle cause principali per cui alcuni tumori resistono a quei farmaci che dovrebbero distruggerne il DNA. Il legame con gli studi sui tumori è però sottolineato nell’articolo di Sky TG24 solo nelle ultime righe, lasciando tanti lettori nella preoccupazione che la ricerca sia una nuovissima e allarmante scoperta sull’RNA in generale, e quindi potenzialmente anche sui vaccini.

Non a caso, questo pasticcio comunicativo ha portato ancora più diffidenza verso i già ingiustamente bersagliati vaccini a mRNA e, osservando quali sono gli argomenti utilizzati contro i vaccini, noteremo che tanti hanno le idee confuse proprio su come funzioni tale aspetto. Nelle risposte a questo tweet di Dario Bressanini su quali siano le più grandi idiozie sentite o lette sui vaccini non si faticano a trovare commenti confusi proprio su questo tema.

Un utente risponde infatti: 

“ ‘Il vaccino ti cambia il DNA’

 No, ho spiegato, l’RNA è un prodotto del DNA, non può tornare indietro a cambiarlo:

 Come se volessi rifare l’impasto del pane, partendo dalla pizza cotta, è impossibile.

 Ora si è vaccinato”

Un altro replica giustamente: 

“Certo che può tornare indietro 

La retrotrascrittasi è presente anche in virus che infettano l’uomo come l’HIV.

Diverso è dire che l’RNA iniettato possa integrarsi nel genoma: è quest’ultima affermazione ad essere fallace”.

Chiariamo per tutti, in conclusione: ci sono alcuni casi specifici in cui è possibile che degli enzimi permettano la conversione “inversa” di RNA in DNA. Lo studio citato da Sky TG24 e Il Mattino non distrugge nessun “dogma”, mai esistito, ma ci dà speranze per quanto riguarda la ricerca di farmaci più efficaci contro alcuni tumori. 

La conversione studiata alla Thomas Jefferson University non riguarda infatti le zone interessate dai vaccini (né quelli tradizionali né quelli a mRNA), ma cellule diverse. Anche fosse così, il debunking completo di Biologi per la Scienza ci spiega perché non sarebbe comunque un grande problema e non potrebbe in ogni modo modificare il nostro DNA.

Chissà se arriverà prossimamente uno studio che riuscirà a scoprire invece un modo per convertire i nostri giornalisti in persone che riflettano per bene prima di pubblicare titoloni terroristici. 

Matteo Hallissey

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