Bocciata la “cura Speranza” …

Da uno "studio" di mesi fa che non è uno studio e che ci viene riportato oggi da La Verità

Mentre mi occupavo della falsa citazione di Enrico Mentana, sulla bacheca del medico su cui ci era stata segnalata ho trovato questo post, che mi ha incuriosito:

testo del post del medico: Noi medici delle terapie domiciliari lo sappiamo, lo diffondiamo e lo applichiamo da marzo 2020. A questo punto non mi rimane che un “vaffanculo” gigantesco: potevate svegliarvi prima!

La testata da cui arriva lo screenshot è la solita Pravda diretta da Maurizio Belpietro, l’articolo screenshottato è a firma Stefano Filippi, il titolo:

Bocciata la “cura” Speranza Usando solo la tachipirina aumenta il rischio di morte

Sottotitolo:

Uno studio dell’ateneo di Pavia, uscito sul “Journal of medical virology” demolisce la vigile attesa con paracetamolo: “più ricoveri per polmonite, specie tra gli anziani”

La prima cosa che vorrei fosse chiara è che non c’è alcuno “studio” ma solo una lettera all’editore. Lettera oltretutto pubblicata il 25 giugno 2021, curioso che tanti ne abbiano parlato solo la settimana scorsa. È abbastanza evidente l’intento politico e non giornalistico.

L’altra cosa da evidenziare è che Speranza è “solo” il ministro della Salute, laureato in Scienze politiche, per fortuna non è lui a decidere linee guida e protocolli, lui si occupa solo di amministrare la cosa pubblica per quel che riguarda il comparto sanitario. Sono medici e scienziati a decidere quali debbano essere le linee guida per procedere nei confronti dei pazienti. Di solito le terapie suggerite vengono decise insieme a AIFA e ISS.

Nella lettera dell’Università di Pavia si fa preciso riferimento al documento del 30 novembre del Ministero, in cui venivano comunicate appunto queste terapie. Il documento stranamente non viene linkato da nessuno, ma lo potete trovare qui.

È vero che il documento parla di paracetamolo, ma lo fa in chiaro riferimento a questa classificazione:

Che non è frutto del Ministero italiano, ma dell’NIH, i National Institutes of Health, cioè l’equivalente statunitense del nostro ISS. Il paracetamolo è suggerito nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, e non era l’unico suggerimento, questo è l’elenco delle indicazioni per quei malati:

  • vigile attesa;
  • misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria;
  • trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo);
  • appropriate idratazione e nutrizione;
  • non modificare terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti), in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti;
  • i soggetti in trattamento immunosoppressivo cronico in ragione di un precedente trapianto di organo solido piuttosto che per malattie a patogenesi immunomediata, potranno proseguire il trattamento farmacologico in corso a meno di diversa indicazione da parte dello specialista curante;
  • non utilizzare routinariamente corticosteroidi;
  • l’uso dei corticosteroidi è raccomandato nei soggetti con malattia COVID-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. L’impiego di tali farmaci a domicilio può essere  considerato solo in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia;
  • non utilizzare eparina. L’uso di tale farmaco è indicato solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto;
  • non utilizzare antibiotici. Il loro eventuale uso è da riservare solo in presenza di sintomatologia febbrile persistente per oltre 72 ore o ogni qualvolta in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica, o, infine, quando l’infezione batterica è dimostrata da un esame microbiologico;
  • non utilizzare idrossiclorochina la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici controllati fino ad ora condotti;
  • non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente.

E questo elenco si concludeva spiegando che:

Le raccomandazioni fornite riflettono la letteratura e le indicazioni esistenti. Si basano anche sulle Schede Informative AIFA che sono aggiornate in relazione alla rapida evoluzione delle evidenze scientifiche.

La Verità fa riferimento alla lettera all’editore definendola erroneamente studio – e dire che dopo le conclusioni gli stessi autori spiegano che “Questo non è un documento di ricerca”… ma è evidente che il giornalista de La Verità quel testo non l’ha letto – e la mette a confronto con il protocollo ministeriale omettendo però di riportare che le indicazioni del Ministero erano intese per pazienti asintomatici o paucisintomatici, mentre nel testo della lettera si fa riferimento prima a pazienti con sintomatologia prodromica, ovvero pazienti che ci si aspetta che peggiorino, poi a pazienti in età avanzata.

Si parla poi di pazienti lasciati a se stessi solo con la tachipirina come unica terapia casalinga, ma da nessuna parte nel testo della lettera si fa riferimento alla seconda indicazione dell’elenco, l’uso del pulsossimetro. Ho avuto la Covid, la prima indicazione che il mio medico mi ha dato è stata, se non l’avevo, di dotarmi di un pulsossimetro per poter misurare regolarmente la saturazione dell’ossigeno. Perché di tutto questo la lettera dei ricercatori di Pavia non fa menzione? Certo, omettendo questi dati è più semplice muovere della accuse. Ma un ricercatore non dovrebbe omettere dati, specie quando invia un testo a una testata scientifica che non ha nessun dovere di verificarlo.

E ancora, la lettera fa riferimento all’algoritmo di Suter e colleghi, peccato che lo studio che citano fin da principio spieghi che serve per valutare pazienti lievi, che fanno parte della seconda categoria. Per quei pazienti i protocolli di novembre prevedevano, ove possibile, oltre a quanto riportato prima, anche: “la sorveglianza domiciliare da parte del MMG, coadiuvato da un membro della famiglia…”, e ancora …”Il MMG o PLS deve anche rilevare la presenza di eventuali fattori che possano rendere il paziente più a rischio di deterioramento e, in particolare, è fondamentale considerare e documentare la presenza di comorbosità.” E il MMG doveva attenersi alla tabella che segue:

Tutte cose che la lettera non spiega e che ovviamente chi la riprende non riporta.

Vedete, io sono pienamente d’accordo che la pandemia ci abbia colti impreparati, che il governo inizialmente si sa mosso in maniera decisamente maldestra, che sarebbe stato necessario un altro tipo d’approccio, ma trovo che testate come La Verità (o anche Il Secolo d’Italia o MeteoWeb che riportavano la stessa notizia in toni simili) siano complici dell’aggravarsi dell’infodemia. Complici che anche dopo più di un anno e mezzo non smettono di avvelenare il pozzo.

Anche Giovanni Rodriquez si è accorto della disinformazione fatta su La Verità e se ne è occupato qui su Il Foglio.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

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