Dagli a quello straniero Vol. 2

straniero

Sottotitolo: in Italia si lavora di fantasia per sparare a zero contro chi non ha il colore della pelle come il nostro.

Sottosottotitolo: Roma è degradata? È tutta colpa degli arabi e/o musulmani!

A volte la sensazione che siamo un paese di razzisti è quasi una conclamata certezza. E che si faccia leva su essi per vendere copie del proprio giornale o far cliccare le pagine dell’edizione online.

Non si contano più infatti le bufale contro gli immigrati inventate dai quotidiani per denigrarli oltremodo. Un razzismo manifesto!

Naturalmente si parla sempre di africani e cingalesi, perché uno svizzero o un americano che viene in Italia a lavorare (qualcuno c’è) ovviamente non è né extracomunitarioimmigrato. Un australiano è un australiano, così come un russo, un cinese o un giapponese. Tutti “comunitari” perché non sono di colore.

Ovviamente nessuno etichettato come immigrato!

L’extracomunitario immigrato invece è sempre quello brutto, sporco, cattivo e nero. E soprattutto se essi sono coinvolti, dove manca la cronaca, si lavora di fantasia.

Poco più di un mese fa avevamo visto come bastava essere di colore per diventare oggetto di bufale infamanti. “Dagli a quello straniero” era solo la capostipite di una serie bufalara che si prevede avere molti sequel.

Oggi trattiamo il capitolo 2 e lo spunto ce lo dà ilgiornale.it con il seguente articolo:

A Roma i kebabbari macellano la carne per strada

Ormai per gli arabi e i musulmani il rispetto delle leggi nella Capitale è diventato un optional e così normale persino per i kebabbari macellare la carne per strada

Gli arabi e i musulmani trattano la Capitale come se fosse casa loro. Sulla pagina Facebookdel blog d’informazione ‘Roma fa schifo’ sono state pubblicate 7 foto che mostrano due kebabbari intenti a macellare della carne.

Tutto ciò è avvenuto lunedì 12 Settembre ore 18 in Via Ascoli Piceno 48 nel quartiere Pigneto, noto soprattutto per lo spaccio di droga. Il post si chiude con un post scriptum che mette in guardia gli eventuali frequentatori di kebabbari: “I due giganti topi neri che si cibavano degli avanzi non si vedono purtroppo, ma erano ben accetti dai macellai”. Proprio ieri, invece, è stato sequestrata una moschea abusiva nel vicino quartiere di Centocelle, anch’esso ormai in mano ai musulmani che vivono nella totale mancanza di rispetto delle più basilari leggi italiane. Un fenomeno, quello delle moschee abusive di cui si è già occupato anche ilgiornale.it. Ma il degrado regna persino vicino alla grande Moschea di Roma, denuncia ancora il sito ‘Roma fa schifo’ dove c’è un mercatino abusivo a cielo aperto.
Ci sono diversi punti in cui la logica cede a qualche domanda di dovere:
  1. In nessuna immagine si vede chiaramente la lavorazione della carne. In una foto o due SEMBRA che stiano separando qualcosa ma potrebbe pure essere che stiano prendendo altri oggetti o comunque parti già tagliate. Dunque: su quali basi certe si asserisce che si stia macellando carne?
  2. Dove sta scritto che è carne per kebab? Sì, è vero, l’immagine è stata davvero scattata davanti al civico 18 di via Ascoli Piceno dove effettivamente c’è un punto vendita di kebab. Ma questo cosa significa? I kebab in genere vengono consegnati già pronti a chi li cuoce per poi venderli. Un po’ come il negozio di alimentari che vende anche pane: non è il fornaio. È sufficiente per dire che si tratti di carne di kebab solo perché si è di fronte ad un negozio che vende kebab?
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  3. A 50 metri, al civico 56, c’è un negozio di alimentari e macelleria (vedi foto sotto) della catena Bangla. Potrebbe essere che ci sia una correlazione tra le due attività, per esempio il titolare del kebab abbia acquistato carne per sé dal probabile amico macellaio. Naturalmente questa è solo una ipotesi, una fra mille possibili, ma atta a evidenziare come nell’articolo ci sia una palese voglia di colpevolizzare tutti gli arabi e tutti i musulmani senza contestualizzare la foto.
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  4. L’articolo parla di una serie di foto provenienti dal sito “Roma fa schifo”: noi abbiamo cercato in lungo e in largo inserendo parole chiave come kebab, kebabbaro, via Ascoli Piceno, macellazione, nel loro motore di ricerca ma… zero assoluto! Non abbiamo trovato nulla. Ci viene un sospetto: il sito “Roma fa schifo” tra le note  di disclaimer scrive che “Chiunque, tuttavia, si sentisse offeso, toccato, diffamato o danneggiato da qualche contenuto, invece di procedere a querelarci, può scrivere a romafaschifo@gmail.com: i contenuti saranno prontamente rimossi”. Come dire: se non sei d’accordo o se non ti piace ciò che pubblichiamo, non querelarci, dillo e noi lo togliamo. Domanda: ma se si tratta di documentazione genuina, di fatti veri e non infamanti, perché doverla togliere a richiesta? Questo eccesso di gentilezza ci fa supporre che si pubblichino contenuti falsi (o quantomeno decontestualizzati) attiraclick, salvo poi, se qualcuno alza la voce, eliminarli in un secondo momento. E dire che il sito non ci sembra fuffaro come tanti altri: un normale sito di denuncia del degrado cittadino. Ben vengano queste denunce sociali quindi se veritiere. È la somma tra uno zelo eccessivo e il fatto di non trovare ciò che ilgiornale.it dichiara che ci fa sentire puzza di bugie: quando mancano i riscontri, il fuff-o-meter s’impenna.
  5. Singolare infine che nell’articolo che si parla di presunta macellazione a cielo aperto si dia anche la notizia che è stata sequestrata una moschea a Centocelle. Domanda: cosa centra la macellazione con una moschea? Ovvero perché dare due notizie indipendenti tra loro dove l’una nulla c’entrano con l’altra, tranne l’elemento comune che evidentemente si vuol colpire? Due notizie nello stesso articolo come se questo fosse intitolato…

“Dagli, dagli a quello straniero! Tanto è nero!”

Lola Fox

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