Decontestualizzare per immagini

Butac subisce spesso attacchi, al momento molti provengono da animalisti visto che come ogni anno stiamo difendendo Telethon dalle solite bufale o manipolazioni dei vari fronti per “la liberazione” degli animali destinati alla ricerca, ma anche per altri articoli che riguardano gli animali.

Le motivazioni degli attacchi sono varie ed eventuali. C’è chi comprende il nostro articolo, si rende conto che la foto a cui facciamo riferimento è scorretta, ma invece che andare a far presente questo sulla bacheca dell’amico trova un altro post, sempre lì, e ce lo ripropone. In pratica il fatto che una delle foto condivise dall’amico animalista sia bufala non significa lo siano tutte, e questo lo capisco, quello che non capisco è perché non segnalare a lui/lei che quell’altra era bufala, ma insistere nel segnalare a noi tutti i suoi post.

Ma sarò io che giunto ad una certa età comprendo sempre di meno.

Poi c’è quella che si arrabbia perché mi sono permesso di trattare la storia dell’orso denutrito, non dovevo farlo, così facendo ho denigrato attivisti che fanno bene il loro lavoro. Ma se lo facevano così bene perché hanno lasciato che il mondo intero credesse che quell’orso stesse morendo per colpa del riscaldamento globale senza contestualizzare al meglio quanto avevano ripreso?

Ma siamo sempre allo stesso punto, viviamo nel cialtronevo, e un’immagine vale più di mille parole. Qualche esempio? Bacheca animalara di uno dei tanti che sono venuti ad attaccarci in questi giorni:


Testo che accompagna la foto (che ha già qualche migliaio di condivisioni):

“Sperimentare su un animale può essere come sperimentare su un bimbo che ancora non abbia l’uso della parola.”

(M. Ovadia – Dalla parte degli animali)

Non sono qui a dirvi che sia una bufala, la foto è reale, ma cosa rappresenta? I cattivoni di Telethon che si apprestano a sperimentare su uno scimpanzé? No, quelli in foto sono studiosi della NASA, che preparano HAM a partire per lo spazio. Se invece che quella foto avessero usato quest’altra l’impatto sarebbe stato lo stesso?

Ovviamente no, eppure arriva dallo stesso servizio fotografico. Ma mentre una delle foto serve a fare indignare, l’altra non raggiunge lo stesso scopo. E l’attivista che crede di fare del bene condivide quella che meglio rappresenta il suo messaggio. Vedete, io non ce l’ho con quell’attivista, comprendo benissimo il suo punto di vista. Ma quello che l’attivista stesso non capisce è che in realtà condividendo l’immagine da indignazione per attaccare Telethon (o in generale la sperimentazione scientifica fatta usando animali), sta difendendo in buona parte dei cialtroni. Sì, perché la stragrande maggioranza dei personaggi dietro la battaglia contro l’uso degli animali nel campo della sperimentazione non è mossa da vero spirito animalista ma da interessi economici. Interessi che gli permettono di fare la bella vita, senza avere mai prodotto un risultato decente con i soldi che gli sono arrivati tramite donazioni (e non sono proprio pochi) e 5 per mille.

Nell’epoca che stiamo vivendo per questa gentaglia è facilissimo fare le proprie raccolte fondi, usano storytelling appassionanti, di facilissima indignazione: omettono, estrapolano, nascondono. Perché è così che si riesce a convincere il proprio pubblico della bontà delle proprie affermazioni.

Io non vi sto dicendo fate come dico io, vi sto chiedendo di stare attenti a chi date soldi, a chi fate donazioni, a chi date supporto. Non vi piace Telethon? Potete fare donazioni a una delle tantissime associazioni che raccolgono fondi per la ricerca in vari campi specifici. Ma accertatevi sempre di chi avete di fronte, verificate i loro estremi, cercate i loro nomi su siti che trattano divulgazione scientifica e magari anche di verifica dei fatti.

Utilizzare immagini d’impatto, decontestualizzandole, o attribuendo errata descrizione è manipolare di fatto l’informazione, e questo è sbagliato sempre. Ancor di più quando la battaglia che si combatte è di quelle che può valere la pena portare avanti, abbassarsi all’uso di questi giochini non fa bene alla causa, anzi, rischia l’effetto opposto.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, puoi sostenerci su PayPal! Oppure fai una donazione a Telethon qui