Novak Djokovic e alcuni timestamp Unix problematici

Riceviamo e riportiamo

ARTICOLO AGGIORNATO:

Come ha carinamente sottolineato Matteo GP Flora su twitter nel riportare quanto analizzato da ZER abbiamo “scritto una vaccata”, o meglio, come credevamo fosse chiaro nell’articolo qui sotto, ZER ha scritto un articolo analizzando un dato che noi abbiamo riportato senza riverificarlo. I timestamp UNIX dei test mostrati da Djokovic risultavano errati rispetto alle date in cui si sostenevano fatti. Come è stato evidenziato sul forum di Hacker news quel codice però si forma ex novo ogni volta si vada a rigenerare la pagina del QR code, e quindi non è prova valida a sostegno di quanto riportavamo di seguito.

Resta problematico il codice dei test, anche quello trattato su Hacker News e non ancora smontato. Il codice dai test fatti sembra essere incrementale il numero del test negativo e quello positivo sembrano comunque riportare numeri non congrui con i racconti fatti dal tennista serbo.


Un amico di BUTAC ci ha segnalato una storia interessante che sta circolando su Twitter, si tratta di un fact-checking che riteniamo sia interessante riportare anche in Italia. Fact-checking che parte dall’analisi di dati che non abbiamo raccolto noi, ma solo verificato ulteriormente.

L’argomento? I test Covid di Novak Djokovic.

Si parte dalla pagina Twitter ZerForschung, ZER sta per Reverse Engineering Zentrum (con le lettere appunto al contrario), si tratta di un sito che fa analisi sfruttando l’ingegneria inversa. Ed è esattamente quello che hanno fatto sulla vicenda Djokovic. In collaborazione con Der Spiegel gli informatici di ZER hanno analizzato i dati noti sui test che il tennista serbo ha presentato alla corte australiana per far valere la sua esenzione da vaccino e partecipare al torneo di tennis australiano.

I test presentati da Djokovic sono due, uno del 22 dicembre (negativo) e uno del 16 dicembre (positivo). I due link per poter visionare i test non permettono di capire quando i due test siano stati materialmente fatti, ci si deve affidare a quanto riportato nei moduli compilati dai funzionari. Come questo appunto che rimanda al risultato del test del 22 dicembre:

I ragazzi di ZER hanno guardato gli altri dati in loro possesso e si sono accorti che l’URL che rimanda al risultato del test riporta un timestamp Unix:

E cos’è quel numerino che vedete in rosso? Ecco, i timestamp Unix rappresentano i secondi da una data nota, il 1 gennaio 1970,  il timestamp 1640187792 rappresenta mercoledì 22 dicembre alle ore 16:43:12 CET 2021. Il problema è l’altro timestamp, quello del 16 dicembre. Perché vedete, questa è la URL che porta ai risultati del test:

Il timestamp 1640524880 si converte come data in domenica 26 dicembre alle ore 13:21:20 CET 2021. Quindi il test positivo sarebbe successivo a quello negativo. ZER si è spinto più in là, analizzando ulteriormente i dati, e notando che ci sarebbe anche un codice di conferma nella pagina dei test. E anche in quel caso ci sono problemi, infatti il test positivo del 16 dicembre riporta un numero maggiore di quello negativo del 22 dicembre. Questo significherebbe che Djokovic era negativo il 16 dicembre e positivo il 26 dicembre. Se tutto ciò fosse confermato, da un lato i tanti che hanno partecipato a eventi con Djokovic a cavallo tra il 17 e 18 dicembre 2021 – quando in teoria Djokovic già sapeva di essere positivo alla malattia – possono evitare di fargli causa per esser stati messi in pericolo. Dall’altro però le testimonianze rese al tribunale australiano sarebbero false, rendendo il processo una farsa.

Non sappiamo altro e quindi altro non possiamo aggiungere, ma sarebbe interessante vedere la corte australiana approfondire il tutto prima di lasciare che il tennista possa scendere in campo. Onestamente se le cose stanno come raccontato dai ragazzi di ZER non so quanto diritto Djokovic abbia di giocare insieme a gente che invece per essere su quei campi da tennis ha rispettato le regole imposte dagli organizzatori del torneo.

maicolengel at butac punto it

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