Dominion Voting System e brogli elettorali

Tra falsi tweet, smentite e accuse senza prove

In questi giorni migliaia di utenti sui social media hanno condiviso post che affermavano come le elezioni americane siano state “rigged” (truccate) grazie al Dominion Voting Systems. Questi post sono, neanche a dirlo, tutti basati su notizie false, come ha già evidenziato il sistema di fact-checking della Reuters.

Il Dominion Voting Systems è un software per il voto elettronico, rilasciato dalla compagnia Dominion Voting, che è stato usato in queste elezioni presidenziali in 24 dei 51 Stati americani. Alcune persone hanno condiviso degli screenshot in cui si cerca di dimostrare la correlazione tra l’utilizzo di questo sistema e i sei Stati in cui il Presidente uscente Donald Trump sta ricorrendo per chiedere il riconteggio delle schede elettorali, suggerendo che il sistema sia responsabile della “frode elettorale” ai danni di Trump. Gli screenshot mostrano due mappe degli Stati Uniti pubblicate dal sito Newsmax TV. Nella prima, sotto la dicitura “Dominion Software in Use” (“software Dominion in uso”), si vede una mappa degli USA in cui sei Stati sono dipinti in blu (Nevada, Arizona, Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Georgia) mentre il resto della mappa è dipinto di rosso: nella seconda, sotto la dicitura “Where Trump is filing lawsuits” (“dove Trump sta facendo ricorso”) si vedono gli stessi Stati, ora in rosso, e gli altri stati in grigio, chiedendosi se questa sia “solo una coincidenza” e insinuando che ci sia un tentativo di manipolazione dei voti in corso.

Basta però andare sul sito della Dominion Voting Systems per vedere come la compagnia sia utilizzata in ben 28 Stati e non solo nei sei dipinti in blu nella mappa precedente: inoltre, Verified Voting, l’organizzazione non governativa che si occupa del ruolo della tecnologia nelle elezioni, ha mostrato come nei 24 Stati in cui sono state utilizzate le macchine della Dominion Voting siano inclusi anche stati in cui ha vinto Trump, come Louisiana, Iowa, Missouri e Ohio.

Un’altra falsa accusa rivolta contro il software della Dominion Voting Systems sostiene che il programma abbia “glitchato” durante le elezioni in favore di Biden: alcuni post sui social networks affermavano che il software fosse del marito della speaker della Camera Nancy Pelosi e che avesse volontariamente avuto un guasto in vantaggio di Biden.

Questa accusa è falsa e deriva dal fatto che nella Contea di Antrim, una roccaforte repubblicana nel Michigan, Biden avesse inzialmente battuto Trump di circa 3.000 voti. Qui ci viene in soccorso Snopes che mostra come un errore umano nella tabulazione delle schede abbia portato a un errore di calcolo momentaneo nei voti non ufficiali. L’errore è stato subito corretto, come affermato dal sito ufficiale del Michigan, ma non abbastanza velocemente per fermare la macchina della propaganda e della mistificazione che incolpava il sistema di voto elettronico dell’errore, quando il programma era assolutamente incolpevole. E Paul Pelosi? Il marito di Nancy Pelosi non ha niente a che fare con la Dominion Voting Systems, come illustrato dal sito Politifact, e un portavoce della Dominion ha smentito alla Reuters via email che la compagnia abbia alcun legame con Paul Pelosi.

L’ultima notizia falsa che riguarda la Dominion si basa su alcuni tweet screenshottati che sembrerebbero partire dall’avvocato personale di Donald Trump Rudy Giuliani, in cui si afferma: “Stay tuned for big news tomorrow. @SidneyPowell1 and I have substantial evidence of fraud and I can confirm that we have Dominion in our hands and are analyzing the logs. It will expose fraud to such extent it will be irrefutable that @realDonaldTrump won in a landslide”. (Restate sintonizzati per delle grandi notizie domani. Sidney Powell e io abbiamo prove sostanziali di frode e posso confermare che abbiamo Dominion nelle nostre mani e che stiamo analizzando i registri. Questo esporrà le frodi a tal punto che sarà inconfutabile come Donald Trump abbia vinto in maniera schiacciante).

Un’occhiata più attenta agli screenshot mostra però come l’account di Twitter sia @RudyGiulianI, che è stato sospeso da Twitter. Il vero account Twitter di Giuliani è @RudyGiuliani. Il tweet non è presente neanche nell’archivio di ProPublica “Politwoops”, che tiene traccia dei tweet cancellati dalle figure politiche. Questi tweet sono stati quindi fabbricati ad arte.

Redazione BUTAC

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