La manipolazione dei fatti

Mario Draghi e il fact-checking un tanto al chilo

Su un sito che sostiene di combattere le bufale è apparso un articolo, a firma Enrica Perucchietti, dal titolo:

Green pass: le tre clamorose fake news di Draghi sui vaccini

L’ho letto e credo sia necessario fare qualche puntualizzazione, perché quanto leggo non è un lavoro di verifica benfatto, c’è tanto margine di miglioramento. L’articolo parte dalla dichiarazione fatta da Mario Draghi durante una conferenza stampa la settimana scorsa, quando – l’avrete sentito – ha pronunciato queste parole:

…l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui/lei muore…

Questa frase è sbagliata. Sono pienamente d’accordo nell’affermarlo, Mario Draghi ha pestato la cosiddetta merda. Capisco bene cosa volesse intendere dire il nostro Presidente del Consiglio, ma le cose, raccontate così, sono errate.

Il problema è che nel trattare la frase sbagliata di Draghi la giornalista Perucchietti fa a sua volta degli scivoloni che credo sia il caso di trattare.

Ci viene infatti raccontato che:

Innanzitutto, è falso dire che “Chi non si vaccina si ammala”. In Italia dall’inizio della pandemia, con i primi casi registrati a febbraio 2020, sono 4.302.393 le persone risultate positive alla Covid-19, ossia solo il 7,13% sul totale della popolazione (60,36 milioni di cittadini). Gran parte di questo 7,13% è stato composto non da “malati” ma solo da positivi al tampone.

Enrica Perucchietti coglie il primo errore di Draghi: ha ragione, è sbagliato sostenere che chi non si vaccina si ammala. Il problema è come spiega poi i fatti: il dato sul numero di malati corretto, oggi (26 luglio), andrebbe aggiornato a 4.310.562 casi, ma sono quisquilie. Quello che però non ha senso, raccontato come viene fatto, è il dato successivo. È vero che si è ammalato “solo” il 7,13% della popolazione. Ma siamo anche stati chiusi in casa svariati mesi, riducendo moltissimo le possibilità di contagio. È probabile che se non avessimo avuto misure di distanziamento e lockdown i numeri sarebbero stati peggio. Un buon fact-checker deve evidenziare queste cose, altrimenti ha uno spirito critico inesistente. Non è nemmeno corretto dare a intendere (come fece anche Palù) che solo una minuscola minoranza dei positivi al tampone sia malata, l’ISS fece il conto l’anno scorso dei positivi al tampone asintomatici, erano circa il 58%. La maggioranza certo, ma più vicino alla metà che a un due terzi… Sia chiaro, Perucchietti non cita numeri, usa quel modo un po’ paraculo di dire “gran parte” che serve perfettamente allo scopo.

Passiamo alla seconda fake news di Mario Draghi, ci spiega Perucchietti:

Chi si ammala muore. Secondo Draghi tutti coloro che vengono infettati dalla Covid-19 andrebbero incontro alla morte e rischierebbero di far morire gli altri. Il che, come ben sappiamo, è ridicolo perché ammalarsi di Covid-19 non determina con ineluttabile certezza la morte. A chiarirlo sono i dati, oltre al buon senso.

Anche qui concordo con l’analisi principale, Draghi sbaglia, chi si ammala muore solo in una piccola percentuale di casi. Però Perucchietti nel trattare la cosa afferma anche che:

…in base alle statistiche di un altro report dell’Istituto Superiore di Sanità, la cui analisi si basa sui dati contenuti nelle cartelle cliniche e nelle schede di morte ISTAT recanti le cause di decesso di questi pazienti, il 97% delle persone decedute a seguito di positività al virus aveva almeno una patologia, il 67% tre o più patologie. Pertanto, risulta che solo il 3% dei pazienti rientranti nel campione studiato non presentava patologie preesistenti, mentre l’11,6% aveva una patologia, il 18,4% soffriva di 2 patologie e il 67% presentava 3 o più patologie.

Anche questa frase purtroppo è carente di spirito critico: la maggioranza dei morti come dimostrano i dati dell’ISS è nelle fasce d’età più avanzate. Qualsiasi medico può spiegare alla giornalista che, superata una certa età, è abbastanza normale avere almeno una patologia, che può anche essere solo un problema di ipertensione arteriosa, un enfisema polmonare (ho più di un amico over 50 che purtroppo ne soffre, senza che per questo abbiano un piede nella fossa). Purtroppo invecchiare significa anche avere un calo fisiologico nella reattività immunologica, per cui diventiamo più fragili. Non spiegarlo è sbagliato. Anche perché chi sente parlare di “più patologie” si convince che chi è morto avesse chissà cosa oltre alla Covid. Ma non è così, se è stato segnato come morto per COVID significa che le sue aspettative di vita, senza la COVID-19, sarebbero state più alte. Con o senza altre patologie.

E veniamo finalmente alla terza fake news di Draghi, ci spiega Perucchietti:

…anche la terza affermazione, secondo cui chi non si sottopone a vaccinazione diffonda il virus, sottintendendo così che i vaccinati non possano contagiare gli altri (da cui deriva la stretta sul green pass), non si basa su solide evidenze scientifiche. Al contrario, numerose notizie di cronaca provenienti dai Paesi con alto tasso di vaccinazione (come Regno Unito, Malta, Olanda e Israele), sembrerebbero smentire questo assunto.

Vero, i vaccinati, in percentuale ridotta, possono contagiare gli altri. Ma anche in questo caso Perucchietti evita di fare distinzioni che invece sono importantissime. Il vaccinato può, in rari casi, essere portatore del virus e contagiare gli altri. Ma va spiegato che i dati raccolti proprio nei Paesi che la giornalista cita ci hanno mostrato di come il vaccino abbia evitato la maggior parte dei casi gravi e praticamente azzerato la mortalità. Sono cose che vanno spiegate, altrimenti si rischia di passare per faziosi e di parte. Quando invece un fact-checker deve, con dati alla mano, riportare solo fatti, non contestabili.

Mario Draghi ha fatto allarmismo, giustificato dal fatto che vuole spingere tutti a vaccinarsi, Enrica Perucchietti invece fa parte della schiera di chi ha paura del vaccino e non vuole il green pass, entrambe sono posizioni faziose. Noi qui sopra abbiamo cercato di essere meno faziosi e riportarvi quanto mancava da aggiungere.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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