Draghi e le sanzioni alla Russia

Come è facile manipolare i fatti...

Ci avete segnalato diversi articoli e tweet che riportano un’informazione che, se fosse corretta, sarebbe decisamente grave, pertanto per capire meglio i fatti e poterli raccontare a voi mi sono messo a leggere tanto materiale.

Partiamo dalle segnalazioni che ci avete fatto, c’è chi ci ha inviato link a questo tweet:

 

Chi invece ci ha mandato articoli apparsi su Forbes:

EU Is Ready To Impose More Sanctions On Russia, Italian PM Draghi Says. Will This Include The Luxury Sector Too?

o su The Local britannico:

Is Italy pushing to exclude luxury goods sales to Russia from EU sanctions?

As Europe plans further sanctions against Russia following its invasion of Ukraine, Italy has reportedly been among the countries asking for exemptions and blocking some tougher measures.

Nessuno degli articoli linkati riporta una singola prova che dimostri che l’Italia abbia fatto pressioni in quel senso. Chi sostiene che le cose stiano così è un giornalista del Telegraph britannico (autore del tweet di cui sopra) che senza nessuna prova ha messo in circolazione l’informazione su Twitter e ripreso la notizia, senza fonte, in un articolo della testata per cui lavora. Il problema è che è evidente che siamo di fronte a un classico caso di disinformazione.

Sì perché vedete, è vero che il governo italiano e quello tedesco hanno espresso dei dubbi su alcune delle sanzioni, o meglio i dubbi sono stati espressi sul fatto di tagliare fuori la Russia dallo SWIFT. Come spiegato da The Local, questi dubbi sono causati dal fatto che noi, come altri Paesi europei, dipendiamo in larga parte dal gas russo:

EU leaders reportedly struggled to unite due to fears about how the sanctions would impact their own economies, with many reliant on Russian gas exports. This is particularly true for Germany and Italy, the two European countries who import the most Russian gas.

Ed è su quello che, al massimo, si era messa in discussione la norma. Mentre sul settore lusso la notizia è stata decisamente smentita da Draghi stesso, che ha spiegato in un tweet dall’account di Palazzo Chigi che:

Ma nemmeno dopo questo il giornalista del Telegraph torna sui suoi passi, perché tanto dare addosso all’Italia è uno sport che a certi commentatori piace sempre molto. Peccato, visto che la testata che diffonde più bufale di sempre sia proprio britannica, il famigerato Daily Mail, testata grazie al cui contributo il referendum sulla Brexit è passato e l’UK è uscita dall’Unione Europea. Come spiegato più volte sta a chi diffonde una notizia provare che sia corretta, con fonti che lo dimostrino. Joe Barnes invece citava non precisate gole profonde da Bruxelles, ma nei resoconti degli incontri tenuti dall’UE non risulta traccia di questa richiesta, la cui esistenza invece lui difende a spada tratta. Non dobbiamo sorprenderci però, Barnes scrive per un giornale che politicamente parlando ha tutto l’interesse a screditare il governo italiano in carica.

Questo non significa che difendiamo la linea del governo italiano sempre e comunque, ma che in questo specifico caso le cose non stanno come una certa stampa ha raccontato.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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