È venuta dose intera, …che faccio lascio?

I vaccini e il giornalismo d'inchiesta di Report, ripreso dalla nostra stampa di qualità

Lunedì sera siete stati in tantissimi ad aver visto il servizio di Report dove si raccontava la questione mezza dose/dose intera del vaccino Moderna.

Notizia ripresa in toni sensazionalistici da tanta stampa di qualità del nostro Paese, come ad esempio Libero Quotidiano:

Vaccino, “dose sbagliata con Moderna”. Bomba di Report sul ministero della Salute, un tragico errore: le conseguenze

Non ho alcuna intenzione di scendere in particolari, ci sono tantissimi divulgatori scientificamente più preparati di me che lo fanno tutti i giorni. Ma qualcosa va messo in evidenza.

Ci racconta Libero:

Sul vaccino e sugli errori della campagna vaccinale in Italia, piove una nuova bomba di Report, il programma di Sigfrido Ranucci in onda su Rai (l’appuntamento è per questa sera, lunedì 1 novembre). In questo caso si parla di un errore che avrebbe riguardato la somministrazione del vaccino moderna.

Come rivela Il Fatto Quotidiano, che anticipa parte dei contenuti della puntata di Report, tra settembre e ottobre, durante la campagna di immunizzazione, gli anziani avrebbero ricevuto una quantità sbagliata del vaccino di Moderna. Il tutto a causa di un errore di comunicazione tra Aifa e ministero della Salute.

L’uso delle parole è sempre importante, se usiamo termini come “bomba di Report” bisogna che appunto qualcosa di molto importante sia stato scoperto dai giornalisti. È così? No, non c’è nessuno scoop su cui porre l’attenzione. È vero che nel primo periodo di richiamo del vaccino invece che una mezza dose di vaccino Moderna ne è stata inoculata una dose intera. Ma non ci sono controindicazioni da parte della agenzie per i farmaci, né quelle europee né quelle americane. Solo che i dati dicono che ne basta mezza dose per dare un boost sufficiente, quindi si è deciso di somministrare solo mezza dose.

Servizi come quello di Report o titoli come quello di Libero, invece, contribuiscono a spaventare la gente (“un tragico errore”!), che ovviamente perde fiducia nelle istituzioni. Fiducia che invece, come dimostrano i bassi numeri di ospedalizzazioni e decessi, è stata finora ben riposta. Siamo uno dei Paesi con minori manifestazioni gravi della malattia negli ultimi mesi, e con terapie intensive perlopiù non in sofferenza. Dovremmo esserne lieti, invece che continuare a remare contro.

Sia chiaro, la cosa viene poi spiegata anche dai giornalisti di Report, Libero & c. :

…a suggerirlo nei documenti che accompagnano il vaccino, è la stessa azienda: l’aumento degli anticorpi è praticamente identico, ma dimezzando la quantità si ottengono il doppio delle dosi. E ancora, nelle ricerche “è stata osservata una tendenza verso una minore reattogenicità“, ossia un minor rischi di reazioni avverse.

Le reazioni avverse di cui si sta parlando sono quelle non considerate pericolose:

stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e/o articolari, brividi, linfonodi ingrossati nello stesso braccio dell’iniezione, nausea e vomito e febbre. Da notare che i linfonodi ingrossati sotto le ascelle sono stati osservati più frequentemente dopo la dose di richiamo rispetto alla serie primaria a due dosi.

Il lieve aumento dei rischi di condizioni infiammatorie cardiache, che è la conseguenza più rilevante segnalata fino a ora come conseguenza del vaccino, si presenta in soggetti che per ora non sono oggetto di richiamo booster, in particolare i maschi tra i 18 e i 24 anni. Fare un intero servizio sensazionalista su questo errore da parte di AIFA non serve a molto ai fini dell’informazione, ma contribuisce a spaventare chi invece dovrebbe stare tranquillo.

Siamo tutti d’accordo che usando dose intera siano state sprecate svariate dosi Moderna che avrebbero potuto essere usate per altri soggetti. Ma ormai il latte è stato versato, impossibile raccoglierlo.

Come ha scritto Roberta Villa ormai nel 2017, sempre parlando di Report:

è importante che i giornalisti di inchiesta preservino la loro reputazione di “cani da guardia”, pronti a svelare eventuali scandali quando ci sono davvero. Non è detto che se ne verifichino due o tre a settimana, tanto da poter riempire ogni lunedì la scaletta. Ma nel momento in cui si trovano prove effettive, dati, documenti, di qualcosa che non va, bisogna avere una credibilità tale da poterle presentare al pubblico, senza che questo sia diventato scettico, “vaccinato” da anni e anni di falsi allarmi.

Altrimenti si rischia di far passare l’idea che qualunque dubbio sollevato sul comportamento delle case farmaceutiche sia sempre e comunque “complottismo”, mettendole al sicuro in una botte di ferro. E a questo punto, sì, che Big Pharma ringrazierà.

Non crediamo sia necessario aggiungere altro.

la redazione di BUTAC

redazione at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.