Attualmente Ebola: 8 agosto 2014

EBOLA-882014

Buongiorno.
Ecco una rapido update sull’epidemia di Ebola.
I paesi interessati dell’epidemia attualmente sono sempre 4: Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria. Secondo le fonti del WHO aggiornate al 6 agosto, i contagiati risultano essere 1711, con 932 morti accertate. Il livello di guardia rimane ancora molto elevato e l’epidemia è ancora lontana da un controllo efficace.

Ampliamento dati su Zmapp e farmaci sperimentali

Ritengo doveroso riportare una correzione a quanto scritto nell’aggiornamento precedente sul farmaco Zmapp. Il farmaco è stato creato modificando geneticamente piante di tabacco del tipo Nicotiana. Lo scopo era produrre i tre tipi di anticorpi monoclonali umanizzati, che combinati costituiscono il trattamento finale. Questi sono stati ottenuti da anticorpi sviluppati in cavie che successivamente sono stati modificati in colture cellulari per ottenerne la versione umanizzata.  Ci è stato spiegato che in realtà : sono stati ottenuti esponendo la pianta a componenti del virus da cui si sono sviluppati i tre anticorpi che uniti creano il farmaco.
Per quanto concerne il possibile utilizzo di farmaci sperimentali sulla popolazione interessata dall’epidemia, è nota la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama; egli sostanzialmente frena questa possibilità. La motivazione risiede nell’attuale insufficienza di prove dell’efficacia sull’uomo. Nonostante i risultati positivi, i due casi isolati di utilizzo di queste terapie non rappresentano il razionale per l’utilizzo di farmaci sperimentali su larga scala.

La situazione nell’Africa Subsahariana

Continuano ad arrivare da Stati Uniti ed Europa esperti e materiali nel tentativo di marginare l’avanzamento dell’epidemia. Attualmente in Nigeria si tenta di isolare i pochi casi infetti, così da evitare un’esplosione dell’infezione nel paese. In Sierra Leone è entrato in campo l’esercito per contenere i centri dove sono radunati gli infetti, in modo da evitare una loro possibile fuga. La Liberia ha decretato lo stato di emergenza e si appresta a mettere in atto strette misure di contenimento della popolazione malata. Il presidente liberiano ha così dichiarato: “Il contagio esige misure straordinarie per la sopravvivenza dello Stato”.

A livello umano leggere tutto ciò risulta scioccante, ma è sintomo che l’epidemia non si sta arrestando e la tensione interna sta crescendo.
A preoccupare gli esperti vi sarebbe la prossima stagione delle piogge. In questo periodo è normale avere un aumento del numero di casi di colera e malaria. Specialmente quest’ultima malattia può presentarsi inizialmente con una sindrome simile a quella creata dall’Ebola e questo può portare a grossi problemi nella gestione del numero di malati.
La situazione attuale non presenta segni di miglioramento. Per constatare la reale efficacia del contenimento dell’epidemia, però, è necessario altro tempo. Il virus, come già descritto precedentemente, necessita di un periodo tra i 2 e i 21 giorni di incubazione. È necessario perciò un periodo lungo per riuscire a isolare tutte i focolai e risalire a tutte le persone che sono state in contatto con il patogeno.

Situazione mondiale

Al momento, nessun caso di Ebola risulta essere registrato nei paesi del primo mondo. Gli unici casi infetti al di fuori dell’Africa parlano di persone rimpatriate seguendo tutte le condizioni di quarantena imposte dal WHO. L’ultimo in ordine di segnalazione è stato registrato a New York, ma similmente a quello registrato in Galles la scorsa settimana, non è risultato positivo all’ebola.
In Italia, è notizia del caso di un torinese che ha denunciato sui social network degli ipotetici casi di Ebola a Lampedusa. A suo dire, questi casi sarebbero dovuti agli sbarchi di immigrati clandestini. Questi sono stati prontamente smentiti dalle autorità competenti e la Polizia Postale è riuscita a risalire all’autore del post, nonché a eliminare le oltre 27mila segnalazioni già effettuate da altri utenti.
Quello che si osserva in Europa è soprattutto un’epidemia di isteria di massa, legata a una scarsa informazione sull’epidemia, e una ancor più povera conoscenza vera e propria.
PA