Ebola – il punto della situazione ad oggi

EBOLA-26-09-14

Buongiorno!

Scusate la mia lunga assenza, sono tornato ora con un nuovo aggiornamento sull’epidemia di Ebola.

Partiamo osservando i dati forniti dal WHO in collaborazione con i ministeri della salute dei paesi colpiti dalla malattia, aggiornati al 25 settembre. I paesi in cui si sono avuti dei casi di infezione sono attualmente 5:

  • Guinea

  • Liberia

  • Sierra Leone

  • Nigeria

  • Senegal

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I casi ammontano a 6263, di cui 3487 confermati in laboratorio. I decessi registrati sono 2917. Il tasso di mortalità, secondo un report del WHO datato 22 settembre risulta essere del 70%. Ad altissimo rischio di contagio risultano soprattutto i lavoratori sanitari.

I numeri sono molto maggiori rispetto all’ultimo update e un profonda revisione degli stessi è stata proposta dal CDC (Center for Desease Control di Atlanta) seguendo un fattore di 2.5.

Questo significa che secondo le nuove stime i casi reali di Ebola sono in realtà più di 15.000 e le morti risultano a più di 7.000. Questo fattore di correzione è stato applicato basandosi sulle reali possibilità dei sistemi sanitari delle zone contagiate e sul fatto che molti casi non sono stati denunciati alle autorità.

Inoltre il CDC ha elaborato un sistema di previsione dei casi di contagio chiamato EbolaResponse, atto a ottenere una valutazione sullo sviluppo dell’epidemia. Questo modello si basa sui dati disponibili al 31 agosto 2014 provenienti da Liberia e Sierra Leone (i due paesi maggiormente colpiti) e stima che senza interventi mirati i numeri dell’epidemia sono destinati a una crescita esponenziale. In tabella si può osservare le curve di crescita attuale e quella corretta con il fattore di 2.5.

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Da questi dati si può stimare che a gennaio 2015 i casi totali di infezione ammonteranno a una cifra tra 500.000 e 1.4 milioni.

Chiariamo subito che per quanto siano allarmanti questi dati devono essere considerati come la peggiore delle ipotesi di evoluzione di questa situazione. Il modello EbolaResponse infatti non prende in considerazione tutti gli sforzi che sono stati messi in atto nell’ultimo periodo. Il 16 settembre il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato uno stanziamento di 750 milioni di dollari e di 3.000 truppe nelle zone infette con lo scopo di creare 17 nuove zone di quarantena controllata, ognuna costituita da 100 posti letto. Lo sforzo sarà diretto specialmente verso la Liberia. Da parte della EU il contributo stanziato ultimamente ammonta a 150 milioni di euro più altri finanziamenti diretti alla creazione di laboratori necessari per la diagnosi in loco. Anche molti altri paesi (in totale 130) hanno contribuito con finanziamenti e invio di materiali e personale qualificato.

Si stima che riuscendo a trattare il 70% dei casi si può arrivare al blocco della trasmissione dell’epidemia. Il problema sussiste sul fatto che per ogni mese di ritardo nella messa in pratica di queste misure di contenimento il numero di persone da trattare aumenta di tre volte. E’ necessario quindi agire con fretta.

Concludendo vorrei analizzare velocemente la situazione in Europa e in Italia. Attualmente sul suolo della EU gli unici casi di Ebola sono quelli di personale sanitario evacuato dalle zone di infezione e trasportati in massima sicurezza in centri qualificati.

Tutti i casi che hanno destato grande scalpore mediatico sono invece risultati sempre altre patologie non pandemiche (Tubercolosi, Lebbra o casi di Gastroenteriti). Ricordo infatti che le persone affette da Ebola sono infettive solo dal momento in cui mostrano la manifestazione clinica della malattia. Questa inoltre risulta essere estremamente invalidante per il paziente. La trasmissione del virus inoltre avviene mediante contatto con liquidi corporei infetti. I nostri sistemi sanitari dispongono facilmente di tutti i mezzi necessari per l’isolamento di una persona che potrebbe risultare infetta.

In tutta Europa inoltre si sono intensificati i controlli frontalieri, principalmente negli aeroporti. Questi ultimi rappresentano il principale sito di entrata di una persona infetta. I laboratori di analisi hanno creato una rete tra i vari paesi atta a fornire la possibilità di una diagnosi veloce ed accurata anche in zone dove non sono presenti le strutture necessarie.

L’Italia con l’ospedale Lazzaro Spallanzani rappresenta attualmente uno dei paesi dotati delle infrastrutture più avanzate e sicure, al livello dell’istituto Pasteur di Parigi.

E’ importante quindi capire che questa epidemia non rappresenta un rischio per l’Italia o l’Europa, ma è necessario che gli interventi mirati all’eradicazione in Africa del virus Ebola vengano portati avanti in modo incessante per evitare la distruzione e il tracollo dei paesi infetti.

PA