Elegia per Arturo Villa

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Nessuna bufala.

Non in questo pezzo, non per commentare la notizia vera data frettolosamente da Il Resto del Carlino edizione di Cesena, quasi dovessero essere i primi a pubblicarla, come se si trattasse di uno di quei fatti di cronaca dove “è importante essere nel posto giusto al momento giusto”.

Arturo Villa è morto, in migliaia lo piangono sul web

Se siete qui per la bufala mi dispiace girate al largo, non c’è trippa per gatti.

Dopo più di un mese e mezzo da quell’ultimo post del 23 ottobre, scritto ovviamente non da lui ma dal figlio, la certezza c’è. La sua è stata la “cronaca di una morte annunciata“, ma non voglio parlarvi di questo, l’argomento è già stato ampiamente trattato e la malattia ha seguito il suo corso. Del resto, ricoverato dal 27 settembre in un Hospice, “struttura che aiuta quelli come me a morire” quanto poteva vivere ancora? Dal momento in cui ho saputo che andava in un Hospice gli ho augurato che la sua vita fosse il più breve possibile e chi ha avuto una persona vicina malata oncologica terminale sa che questo è l’unico augurio possibile. La morfina annulla il dolore ma obnubila la mente, trascorri le giornate in uno stato di semi incoscienza e quando torni “nel mondo dei vivi” lo fai perché il dolore è tanto, troppo e insopportabile. È uno strazio per chi è malato, è uno strazio per chi ti assiste, che ti vede piano piano andare via, svanire, ridurti a un vegetale in attesa che il dosaggio di morfina sia così elevato da andare a bloccare i centri del respiro. E anche in quei momenti, con il respiro affannato e irregolare da un lato speri che finisca presto dall’altro non accetti che sta accadendo. Nonostante questo la morfina e altri oppioidi sono l’unica strada percorribile, quando si arriva al punto di non ritorno. La vita senza dolore, seppur breve per i malati oncologici terminali, è sicuramente di qualità migliore da quando esiste la terapia del dolore. Purtroppo se sei in una struttura, Hospice o reparto ospedaliero che sia, nessuno sarà così “gentile” da aiutarti a metter fine a questa sofferenza, in Italia l’eutanasia è  illegale e fornire un aiuto al malato affinché si presenti in anticipo, di qualche ora o qualche giorno, all’appuntamento con l’oscura signora potrebbe costarti una denuncia per omicidio.  Ma questo è un altro discorso.

Come ho già detto a suo tempo e ribadirò ancora, il male e la sofferenza non si augurano a nessuno. Ma una morte dignitosa e priva di sofferenza è cosa ben diversa dall’augurare male e dolore.

Quindi, nonostante il sollievo provato oggi, 1° dicembre, nel sapere che dal 15 ottobre il suo corpo ha smesso di soffrire, ho provato un moto di schifo.

Moto di schifo perché quel post del 23 ottobre, attualmente rimosso dalla sua pagina, scritto dal figlio, lo dava ancora per vivo. Ma come? Ma perché?

Ho passato ore a spulciare il suo sito in cerca di un ricordo chiaro e nitido, ben impresso nella mia mente: una sua foto con la tavola “imbandita” e la didascalia che recitava più o meno così: “stasera viene mio figlio a cena, studia medicina e io voglio vivere per vederlo laureato”. Inizialmente avevo sperato che il “figlio che studia medicina” lo facesse rinsavire e tornare a percorrere la strada canonica. Adesso mi accorgo che il figlio è peggio del padre. Direte voi, da un melo non nasce una fragola e i frutti dell’albero non cadono mai lontani. Vero, verissimo. Volete sapere come la penso? Mia personalissima opinione, Maicolengel ti metto per iscritto che quanto sto per dire è solo responsabilità mia, lo dico io, pago io.

Il figlio si è comportato da sciacallo. Sciacallo di suo padre.

Pubblicare un post a 8 giorni dalla morte di tuo padre spacciandolo ancora per vivo:

sul profilo di Arturo (che qui si presenta come Marco Sesanta) si legge (il post è stato poi cancellato), che «la situazione è critica e non c’è tempo né voglia di stare su Fb». In quasi duemila postano cuori e faccine piangenti.

Sempre Il Resto del Carlino ci dice anche:

Anche dopo la morte, però, arrivano post dove lui promuove entusiasticamente l’acqua Kangen.

Purtroppo al momento non sono riuscita a recuperare il post cancellato e non posso nemmeno iscrivermi al gruppo chiuso Kangen Cesena L’Acqua Buona – Ritorno alle origini. dove immagino siano apparsi i post di cui si parla nell’articolo. Indovinate chi sono gli amministratori della pagina? Esatto, Arturo e Marco Villa. Non posso iscrivermi perché:

Questo Gruppo esiste per dare un servizio ai clienti Enagic del team Cesena – Cercheremo di rispondere ai vostri dubbi, vi terremo sempre aggiornati – vi aiuteremo a capire le macchine e i vari modelli a listino.
Marco Villa – Riccardo Nadiani e Arturo Villa vi danno il benvenuto.

Io non sono di Cesena, non sono cliente Enagic e non ho profili doppi su Facebook. Però ho svolto un paio di rapide ricerche sul Signor Marco Villa. E il mio sdegno è aumentato, anche se pare che il sito non sia stato più aggiornato da quasi un annetto.

Mi chiamo Marco Villa e sono l’unico figlio di Arturo Villa, conosciuto sul web come “Marco60”.Sono un ragazzo di 22 anni, studio Medicina e da sempre mi sono interessato alla Salute. Quel che è successo a mio padre (che si è ammalato di Carcinoma Epatico e  ne è finalmente guarito dopo più di due anni di somministrazione del protocollo che si è scritto da per sè e che potete trovare pubblicato sul suo Sito www.CarcinomaEpatico.it) ha Influito Molto sul mio modo di Pensare e mi ha Aiutato, e tutt’oggi mi sta aiutando, molto nel mio percorso Formativo. Avere un esempio di Condivisione e di volontà di lottare come il suo mi ha aiutato ad intraprendere questo Nuovo Viaggio Insieme a Voi!!!

Credo che oggi Marco abbia 23/24 anni. Ma poco importa l’età che ha. Il sito che ha costruito parte con le migliori intenzioni, a parte l’uso smodato delle parole con l’iniziale maiuscola, come se scriverle così conferisse loro maggiore importanza e autorità. Peccato poi si sveli per quello che è, tolte le sfiziose ricette tutte rigorosamente senza ingredienti di origine animale, abbiamo una sezione articoli, una sezione sull’acqua Kangen con diclaimer a fondo pagina:

In qualità di distributore indipendente Enagic®, ID 4102480, dichiaro il mio impegno a seguire e rispettare le politiche e procedure Enagic® consultabili sul sito web aziendale. Attraverso questo sito web non offro alcun tipo di sconto sui prodotti Enagic® e non commercializzo Acqua Kangen®. I marchi, i nomi e le informazioni relative ai prodotti sono interamente di proprietà Enagic®. Inoltre non posso fornire consigli di carattere medico. Tutte le informazioni contenute in questo sito sono destinate esclusivamente a scopi educativi ed informativi. Questo sito non si propone fini diagnostici, curativi o preventivi per alcun genere di malattia. Nessuna delle informazioni contenute nel testo non deve e non può sostituirsi a prescrizioni di carattere medico ed all’opera di un professionista sanitario.

E una sul Ganoderma, anch’essa con diclaimer a fondo pagina, leggermente diverso dal precedente, ma il succo è lo stesso. Interessante invece l’ultimo paragrafo sul ganoderma:

Il Ganoderma Lucidum o Reishi o Lingzhi o “Fungo dell’Immortalità” è un Fungo dalle Indiscusse Proprietà Benefiche. Su questo non si Discute. Bisogna però Premurarsi di Assumere Ganoderma di MASSIMA qualità in quanto come ho cercato di mostrarti non basta che si chiami Ganoderma e che abbia l’Aspetto di una Polverina Marrone Amarognola per potersi definire Efficace ed Utile.

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Serve altro per capire di cosa stiamo parlando?

Esatto. Venditore di fuffa. Allo stato puro. Mi rivolgo direttamente a te, Marco Villa. Tu saresti un futuro Dottore in Medicina e Chirurgia? Guarda, da te nemmeno un’unghia incarnita mi farei curare, se i presupposti sono questi. No, mi dispiace, questo è lucrare sulla malattia di tuo padre. Invece di usare le tue conoscenze mediche, magari non del tutto complete, ti sei lasciato convincere “dai suoi studi”, magari lo hai anche istigato a perseguire le “sue ricerche”. E quando si è autoprescritto l’artemisia o la canapa e quando ha cominciato il “metodo Ashkar” tu dove diavolo eri? Tu, studente in medicina al quinto anno se non al sesto, prossimo magari alla Laurea e al Giuramento di Ippocrate, cosa hai fatto per evitare che si infliggesse tali sofferenze? Passino i clisteri di caffè, gli integratori, l’acqua Kangen, ma no, il metodo Ashkar non doveva passare…

O eri troppo impegnato a vendere in giro macchinette costose e funghetti?

E poi mi vieni a dire in un lacrimevole post su Facebook, a 8 giorni dalla morte di tuo padre (post che ribadisco è stato prontamente cancellato quando ormai i commentatori avevano fatto notare che era morto da giorni) che “siamo tutti concentrati su Arturo”? Non ci credo. Non ci crederò mai. A 8 giorni dalla morte di mio padre tutto mi passava per la testa tranne aggiornare il mio blog (Facebook 10 anni fa non esisteva ancora).

Ma mio padre non era un personaggio pubblico e non era fonte di guadagno.

thunderstruck @ butac punto it.

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