Le etichette degli alimenti e l’Unione Europea

Perché l'UE ce le impone?

Nei giorni scorsi sulla bacheca Twitter di Coldiretti è apparso questo post:

Sulla stessa linea anche Azzurra Barbato, giornalista di Libero Quotidiano, che postava:

Italia Oggi:

Stop europeo a vino, carne e salumi

«L’Unione europea vuol cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette»: lo ha denunciato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini
E così tanti altri. È una storia di cui abbiamo già parlato più volte, e onestamente speravamo di non doverlo più fare. Perché vedete, quelle che vengono definite “etichette allarmistiche” allarmistiche non sono. Si tratta di etichette con indicazioni alimentari che non colpiscono i “prodotti italiani” bensì i prodotti venduti all’interno dell’Unione, poco conta chi sia il produttore, poco conta da che Paese arrivino. Sono etichette fatte per tutelare la salute pubblica, vedere titoli come questo apparso sul sito di Coldiretti è davvero fastidioso:

Salute: per la Ue carne, salumi e vino sono come le sigarette

L’articolo che segue questo titolo è un esempio perfetto di giornalismo a tesi:

L’Unione Europea vuole cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette. Lo denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in una lettera inviata al Commissario Europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni in riferimento al nuovo “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei” all’ordine del giorno della riunione dei Commissari, con la scusa di tutelare la salute che va invece salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia senza criminalizzare singoli alimenti.

Il vittimismo di una certa stampa allineata con Coldiretti la fa da padrone:

MILANO: INTERVENTO DEI CONSIGLIERI REGIONALI RUGGERO INVERNIZZI E CLAUDIA CARZERI

«Il nuovo piano europeo penalizza il Made in Italy»

Non è vero che il piano penalizzi il Made in Italy, come già spiegato colpisce tutti i produttori che vendono nei territori dell’Unione, e a essere grandi produttori di vino, carne e salumi oltre a noi ci sono paesi come la Francia e la Spagna. Ma da loro la polemica è molto meno infiammata. Probabile che le loro associazioni in stile Coldiretti abbiano compreso che si tratta di salvaguardare la salute dei cittadini e non il portafoglio dei produttori. Coldiretti (insieme a tanti altri) propende invece per la salvaguardia economica, e non per quella della salute.

La cosa che mi fa imbestialire è che il parere di Coldiretti (non un gruppo di scienziati, ma un’associazione che difende l’interesse dei coltivatori) finisca in prima pagina su giornali e media nazionali.

 

Quando invece i fatti, quelli provati dalla scienza, faticano sempre a trovare giusta collocazione. È triste che anche un sito come il Sussidiario, che dovrebbe promuovere proprio la corretta informazione – anche in campo scientifico, vista la Fondazione che gli sta alle spalle -, titoli in maniera simile:

Sia chiaro, lo stesso tipo di titolo (senza la citazione dell’attacco al Made in Italy) lo troviamo sul Sole 24 Ore, dove Giorgio dell’Orefice firma un articolo dal titolo:

Vino penalizzato dai nuovi messaggi «anti alcol» sulle etichette proposti dalla Ue

Articolo nel quale i claim proposti dalla Commissione Europa sono definiti allarmistici.

Capiamoci, da Treccani:

allarmismo s. m. [der. di allarme]. – Tendenza ad allarmarsi o ad allarmare; azione o comportamento che mira a creare artificialmente (e per lo più allo scopo di ottenere un preciso risultato) un clima di tensione: apoliticoaeconomico.

I claim proposti dalla Commissione Europea non sono allarmistici, a meno che dell’Orefice non viva in un mondo tutto suo. L’alcol in generale è pericoloso, non è un’invenzione della Commissione Europea. Non è allarmismo. Come riporta l’Istituto Superiore di Sanità:

Non esistono soglie di consumo di alcol, neppure molto basse, considerate sicure per la salute: questo, in estrema sintesi, il messaggio della recente metanalisi di The Lancet – realizzata per il Global Burden of Disease Study – che ha superato la ristretta cerchia della comunità scientifica ed è stato diffuso a tambur battente dai mass media. Un messaggio forte ma, contrariamente a quanto si possa credere, tutt’altro che nuovo, dal momento che già nel 1995 L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiarava nella European Charter on Alcohol, condivisa a Parigi da 51 Stati membri, che livelli sicuri non esistono e affermava il valore del criterio “less is better” fondato sulla consapevolezza e il buon senso del consumatore.

Quindi, sono circa 25 anni che l’OMS afferma che non esistono livelli sicuri per il consumo di alcol, quando i giornalisti (e le associazioni varie, perlopiù lobbistiche, come Coldiretti) accetteranno questo dato? Quando la smetteremo di fare le vittime del menga e accetteremo che l’Unione Europea e l’OMS non stanno cercando di attaccare il nostro Paese ma di salvaguardare la salute dei cittadini di tutta l’Unione? Lo so, qualche imbecille ci sarà sempre. Ma il fatto che ce ne siano non significa che debbano continuare a essere pagati per spargere disinformazione. Basterebbe cominciare a licenziare i giornalisti che raccontano le notizie nei termini errati. Solo così arriveremo un giorno ad avere un giornalismo un po’ più corretto di quello che vediamo attualmente.

Siamo ostaggio di questo tipo d’informazione che manipola la percezione del lettore, che si convince che noi siamo il Paese vittima delle cattive decisioni dell’UE anche quando non è così. Esempi di come il cattivo giornalismo abbia contribuito a questa credenza populista ne ho tanti, se andate a verificare i vari giornalisti che li hanno firmati non hanno mai subito la benché minima sanzione per la disinformazione diffusa durante la loro attività. Oltretutto questo contribuisce a creare confusione e a non permetterci di concentrarci sui disservizi reali, quelli che varrebbe davvero la pena segnalare. Questo a mio avviso è vergognoso. Ma come sempre io sono solo un piccolo blogger.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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