Fabio Franchi, Davide Barillari il coronavirus e i vaccini

Giusto qualche giorno fa esprimevo il mio parere sui politici che, specie in occasione di un’emergenza sanitaria come quella attuale, dovrebbero cercare di limitarsi nell’esternare al popolo il loro pensiero, magari filtrato da una propria personale interpretazione della realtà.

E tac, ecco che mi arriva Davide Barillari che ricondivide un tweet di Fabio Franchi:


 

Per chi fatica a leggere il testo da immagine lo riporto qui:

I bambini e ragazzi, nonostante non siano in pericolo per il #COVID19, devono stare a casa, la scuola e lo sport sono sospesi. Perché? domanderete Voi. Semplice: non devono diventare immuni, altrimenti poco si giustificherebbe la prossima campagna vaccinale obbligatoria per tutti

Per chi non se lo ricorda Franchi è quel medico in pensione, non più iscritto all’Ordine da svariati anni, che nel 2019 finì su tanti giornali per aver pubblicato un post su Facebook, poi rimosso, dove chiedeva la disponibilità di un bambino residente nelle Marche con parotite allo scopo di un non precisato studio. Non è più medico, non ha alcun titolo per fare alcuna sperimentazione.

Il post non ha senso, solo chi è stato molto disattento non ha chiaro perché bambini e ragazzi devono stare a casa, glielo spiegano gli stessi commenti al post:

 

Che un membro di un partito al momento al governo possa condividere i post di questo medico è già di per sé qualcosa che fatico a comprendere. Che oltretutto si tratti proprio di un post dal sapore antivaccinista, in un momento di emergenza sanitaria in cui le persone muoiono proprio in mancanza di un vaccino, lo trovo particolarmente sbagliato.

I bambini e i ragazzi, secondo la strategia scelta dal nostro Governo e le indicazioni prese anche in altri Stati con misure (finora) meno restrittive, stanno a casa perché possibili veicoli di trasmissione asintomatica.

La cosa però più importante da confutare nel post di Franchi però è quella sull’immunità. Per ora non è ancora chiarissimo se ad essere contagiati e uscire dalla malattia si acquisisca immunità sufficiente. Riporto dal sito della Fondazione Veronesi:

Essere entrati a contatto con il Coronavirus esclude l’ipotesi di un nuovo contagio?

Sul tipo di immunità sviluppata dai pazienti guariti ci sono ancora poche informazioni e diverse ipotesi. È plausibile che le persone contagiate sviluppino un’immunità che, a fronte di un secondo contatto ravvicinato con Sars-CoV-2, permetta all’organismo di rispondere in modo adeguato. Ma sono diversi i punti ancora da chiarire. «La produzione di anticorpi è una delle componenti attraverso cui si valuta l’immunità a un virus -afferma Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca pediatrica Città della Speranza e ordinario di patologia generale all’Università di Padova -. Registrarne la presenza sarebbe utile, ma non renderebbe il quadro completo. Nel caso di questa infezione, per esempio, non sappiamo né quando inizi né quanto duri la produzione di anticorpi. Possiamo soltanto basarci su quanto visto nelle altre infezioni da Coronavirus, che tipicamente non danno risposte immunitarie che si mantengono forti nel tempo».

Ci sono ancora molti punti da chiarire… ma evidentemente non per Fabio Franchi e probabilmente neppure per Barillari.

maicolengel at butac punto it
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