Fauci e i beagle

White Coat Waste Project e la disinformazione anti-sperimentazione

Sui gruppi di negazionisti della Covid sta cominciando a circolare un video che mostra supposti esperimenti su cani beagle che sarebbero pagati dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Anthony Fauci.

Premetto, anche a me fa male vedere gli animali sfruttati per la sperimentazione animale, non credete. Fa male, ma razionalmente mi rendo conto che finché non esiste un metodo di sperimentazione che non abbia alcun bisogno di esseri viventi per essere condotto, purtroppo, siamo costretti a usarli. Spero sempre che i ricercatori siano più umani possibile nel procedere con queste sperimentazioni e che cerchino per quanto è possibile di limitare le sofferenze degli animali che gli vengono affidati, che è anche la direzione in cui vanno le direttive UE su questo tema, da svariati anni. Da adulto dotato di raziocinio sono conscio che questi studi vengono fatti per approfondire la conoscenza di malattie che altrimenti non saremmo in grado di studiare. L’obiettivo di questi studi non è la sofferenza delle cavie usate, ma l’arrivare a delle cure che possano evitare determinate sofferenze a noi umani (e in certi casi anche agli animali stessi).

Anche nei gruppi Telegram italiani è arrivato il video a cui faccio riferimento. Condiviso con post di questo tipo:

Fate vedere a tutti (quelli che hanno stomaco) a quale psicopatico maltrattatore di animali hanno affidato la loro salute con il Vaccino COVID-19 (ancora in fase sperimentale).

#ArrestateFauci

Il video è stato messo in circolazione dall’organizzazione White Coat Waste Project, animalisti contrari alla sperimentazione animale simili a quelli di ALF o di PETA (che infatti ha ricondiviso lo stesso video).

Le tattiche usate sono quelle già note, diffusione di video che colpiscano gli stomaci e interrogazioni da parte dei parlamentari animalisti americani (lobby che ha un certo numero di seggi sia a destra che a sinistra negli States). Il tutto senza mai una solida prova che colleghi per davvero Fauci a questi esperimenti. Difatti, eccetto la stampa vicina all’amministrazione Trump, tutte le altre testate che hanno parlato di questi esperimenti negli States hanno usato l’avverbio “allegedly” che si può tradurre come “si sostiene che”, sfruttato molto nei Paesi anglofoni quando c’è il dubbio che la notizia a cui si sta facendo riferimento sia in realtà una bufala, o che sia diversa da come la si sta riportando.

Il National Health Institute ha già dato le proprie risposte, spiegando che non è vero quanto sostenuto dal White Coat Waste Project sui beagle dati in pasto a delle “mosche della sabbia”

La foto che vedete qui sopra, sfruttata dal White Coat Waste Project, risulta provenire da uno studio fatto in Tunisia. Studio condotto anche col supporto del Dipartimento di Microbiologia e Patologia dell’università statale dell’Ohio, USA, e col contributo della Divisione di Biomedica dell’università di Lancaster, UK.

Due degli autori dello studio hanno ricevuto fondi dal NIH con il grant R21AI130485, ma come chiaramente specificato nello studio:

The funders had no role in study design, data collection or analysis, decision to publish, or preparation of the manuscript.

Non ho trovato una fonte del video che viene fatto circolare, il quale mostra scene tagliate da diversi laboratori (e probabilmente diversi casi), quindi mi limito a riportare quanto il NIH ha spiegato al Daily Mail (sigh) lunedì mattina:

Il National Institutes of Health si è difeso dopo che sono state ampiamente diffuse immagini scioccanti che mostrano cuccioli di beagle mangiati vivi dai flebotomi in esperimenti che si sosteneva che fossero finanziati dal NIH.

L’organizzazione con sede nel Maryland lunedì sera ha dichiarato a DailyMail. com che le immagini dei cani con la testa racchiusa in una rete – attaccati dalle mosche nell’ambito della ricerca sulla leishmaniosi, una grave malattia parassitaria trasmessa dai flebotomi – non provenivano dal loro esperimenti.

Il NIH ha affermato di aver svolto ricerche sulla leishmaniosi sui cani in un laboratorio nel 2016 e in uno spazio all’aperto in Tunisia, ma non la ricerca nella foto.

“Le immagini dei beagle sono state tratte da un manoscritto pubblicato nel luglio 2021 sulla rivista PLOS Neglected Tropical Diseases”, un portavoce del NIH.

“Il manoscritto citava erroneamente il supporto del NIAID, quando in realtà il NIAID non supportava questa ricerca specifica mostrata nelle immagini dei beagle in circolazione”.

A questo aggiungo che il White Coat Waste Project è già stato oggetto di critiche da parte dei ricercatori americani, e che i suoi fondatori e principali amministratori sono risultati essere soggetti che in passato hanno cavalcato battaglie antiabortiste e omofobe. Tanto per non farci mancare nulla. Da tempo definiscono la sperimentazione animale uno spreco assoluto. Mi ricordano molto soggetti italiani simili negli intenti che guarda caso hanno ricominciato, giusto ora che la pandemia sta diminuendo nel nostro Paese, a farsi vivi su alcuni giornali.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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