Fermo, il Resto del Carlino e le bufale razziste

RESTO DEL CARLINO

Qualche giorno fa il Resto del Carlino se ne esce con una notizia drammatica:
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Drogata, picchiata e stuprata dal branco a Porto San Giorgio

Il grave episodio domenica sera sulla spiaggia: la vittima è una 19enne
Porto San Giorgio (Fermo), 9 agosto 2016 – L’avrebbero prima drogata, poipicchiata e violentata sulla spiaggia. Uno stupro di gruppo consumatosi ieri notte a Porto San Giorgio ai danni di C.F., una ragazza 19enne diSant’Elpidio a Mare.
La giovane ha raccontato ai carabinieri, che indagano sulla drammatica vicenda, di aver raggiunto la costa, dove avrebbe dovuto vedersi con alcuneamiche. Una volta sul litorale, però, avrebbe incontrato uno dei nordafricani, che, con fare gentile, l’avrebbe invitata a fare quattro chiacchiere e a consumare insieme della droga.
Poi, dopo un po’, sarebbero sopraggiunti altri due connazionali dell’uomo. Ad un certo punto, però, la ragazza, sostiene di avere come un vuoto mentale: «Ricordo che ero a Lido, di essermi sentita poco bene e di essermi ritrovata sulla spiaggia di Porto San Giorgio. Non so come ci sono arrivata». La vittima dello stupro sostiene di aver subito abusi sessuali da più persone, ma ricorda bene solo ultima fase della violenza: «Mi sono ritrovata sulla spiaggia con un uomo senza sapere come e mi ha violentata». Poi racconta di essere stata presa con la forza, di aver provato a resistere, ma di essere stata picchiata e stuprata. (…) La Procura della Repubblica di Fermo ha aperto un fascicolo per violenza sessuale a carico di ignoti, ma gli investigatori stanno seguendo una pista ben precisa collegata ai nordafricani che controllano lo spaccio di droga lungo la costa.

Avevamo cercato di controllare la notizia già al momento della segnalazione, qualche giorno fa, ma pareva che non ci fossero dubbi sulla sua veridicità. Oggi invece è arrivata direttamente una parziale smentita dell’avvocato della vittima dell’aggressione, che potete trovare qui.

Con riferimento alle notizie apparse recentemente nella cronaca locale corre l’obbligo di precisare quanto segue: la notizia è stata riportata in maniera distorta e non corrispondente al vero, ed in particolare il riferimento ad una “violenza sessuale ad opera di tre nordafricani”, non trova alcun riscontro nella realtà di quanto avvenuto la sera del 7 agosto. Gli atti di violenza non sono stati perpetrati secondo le modalità descritte nei numerosi articoli giornalistici pubblicati in questi giorni né, tanto meno, sono stati commessi da ragazzi nord africani. Non corrisponde, inoltre, a verità che la vittima sia stata violentata per tutta la notte e da soggetti con i quali la ragazza si era accompagnata volontariamente per consumare sostanza stupefacente.

Ieri invece ci segnalano questo:
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Guardia medica devastata, dottoressa aggredita

Lido Tre Archi, un ubriaco e un gruppo di indiani scatenati
Fermo, 15 agosto 2016 – Medici in prima linea. Non è il titolo di una serie statunitense di telefilm, ma la dura realtà che si sono trovati a vivere gli addetti alla guardia medica turistica istituita da pochi giorni a Lido Tre Archi dall’Area Vasta 4, in collaborazione con il Comune di Fermo. Una bella iniziativa se non fosse per i rischi corsi dai sanitari in due pomeriggi:prima l’assalto di un uomo di colore ubriaco, che ha devastato ogni cosa, poi l’assedio di un gruppo di indiani che hanno aggredito il medico di guardia e preso a calci e pugni l’auto con cui ha cercato di scappare.

Non trovando alcun riscontro sulla stampa locale abbiamo chiamato direttamente la Polizia Municipale di Fermo e il comando dei Carabinieri ed entrambi hanno negato di aver ricevuto segnalazioni di questi fatti, mentre nell’articolo si dichiara che siano intervenuti i Carabinieri per “bloccare l’extracomunitario in stato di alterazione”. Il Maresciallo con cui abbiamo parlato si è detto perplesso poiché, sostiene, il clamore mediatico è solitamente grande anche per fatti di ben minore entità e di questo non si trova traccia in nessun organo di stampa se non sul Resto del Carlino. Inoltre l’articolo si chiude auspicando la presenza di un agente della Polizia municipale all’interno del pronto soccorso, è dunque quanto meno incoerente passare questa richiesta sui giornali senza informarne le Forze dell’Ordine stesse. O magari quello che si vuole realmente è screditare il Comune e le istituzioni, senza in realtà avanzare proposte concrete perché, in questo caso, sarebbero basate su episodi dalla quantomeno dubbia veridicità?

Visto che il Comune è stato partecipe di questa significativa iniziativa, forse sarebbe il caso che i medici in servizio vengano assistiti almeno da un agente della polizia municipale e che il locale del primo soccorso venga spostato in una zona più sicura del quartiere.

Una lettrice di Fermo ci ha segnalato che il Resto del Carlino sta appoggiando una class action promossa un sedicente avvocato fermano che vorrebbe portare in giudizio don Vinicio Albanesi e figure politiche che avrebbero screditato ingiustamente l’immagine della città dichiarandola “razzista” in seguito all’omicidio del nigeriano Emmanuel Namdi, vicenda di cui ci siamo occupati qui, qui e qui. A questo punto viene da chiederci se la diffusione di un certo tipo di bufale di matrice razziale – la Polizia ci ha confermato a voce anche quelle sulla vicenda della ragazza violentata in spiaggia – non sia funzionale alla presa di posizione della testata e dei suoi giornalisti. E di conseguenza, se questo sia il modo corretto per fare giornalismo, soprattutto da parte di un quotidiano dei più longevi, letti e conosciuti d’Italia. A Fermo la situazione dopo l’omicidio di Emmanuel è ancora delicata, a livello nazionale si è sgonfiata ma ci raccontano di minacce, vandalismi e diffamazione che continuano tutt’oggi e che non richiedono certo di essere ulteriormente aizzati dalla stampa: abbiamo visto come va a finire a forza di Tanto cosa vuoi che succeda.

Possiamo solo accodarci a quanto dichiarato dall’avv. Fabiana Screpante nella sua smentita sopra riportata, adattissima ad entrambe le notizie e, più in generale, al pessimo stato del giornalismo in Italia:

Si stigmatizza l’imprudenza della stampa, sia per avere consentito l’identificazione della giovane ragazza, sia per la superficialità con la quale sono stati riportati i fatti,  senza compiere quei minimi accertamenti comunemente richiesti ed a maggior ragione dovuti nel caso in questione in considerazione della delicatezza degli argomenti trattati e del rispetto dovuto alla giovanissima vittima di un reato caratterizzato oltre che dai gravi danni fisici dalle ancor più gravi conseguenze psicologiche. Si confida in un maggior riserbo sulla vicenda sulla quale sicuramente la Procura della Repubblica di Fermo farà luce al più presto.

Come abbiamo chiamato noi i Carabinieri avrebbe potuto farlo il Resto del Carlino, in entrambi gli episodi. Ma a quanto pare quei due minuti sarebbero stati spesi male, una volta appurato che le notizie (l’aggressione al pronto soccorso da parte di extracomunitari e la violenza sessuale da parte di spacciatori extracomunitari) non erano confermate e quindi non pubblicabili.

noemi @ butac punto it

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