Fideloy – TRUFFA

Da bravo anziano quale sono stavo navigando su Facebook mentre ero nell’unico luogo dedicato a quell’operazione, il trono in bagno. Di fronte a me è apparsa la pubblicità che mi mancava, quella che rappresenta il regalo perfetto per mia moglie, fiera proprietaria di una macchina da cucire moderna, che ha trasformato una stanza di casa nostra nel laboratorio artigianale dove realizza un po’ di tutto, e dove ultimamente si fatica a trovare uno spazio a causa delle scatole di stoffa sparse su tutte le superfici.



La pubblicità è quella che vedete qui sotto:



Per chi faticasse a leggere, il testo in alto riporta:

Triste notizia signore, dobbiamo annunciare che stiamo chiudendo… La nostra attività ha attraversato momenti difficili nell’ultimo anno e sfortunatamente non abbiamo altra scelta che chiudere il nostro marchio , ma realizzeremo vendite incredibili . Vendiamo mobili in eccedenza – Dream box Acquistalo



A fine post c’è il link che rimanda al sito del negozio in questione, Fidelo, con dominio .store. Si apre subito la pagina dove è mostrato questo fantastico mobile, che secondo la pubblicità potrebbe essere mio a soli 44,98 euro. Io non sono nato ieri e so bene che un mobile fatto come le foto nel post non può costare così poco, nemmeno se lo fanno costruire a bambini di Paesi con un grado di sviluppo che noi possiamo solo immaginarci da lontano, e usando lo sputo al posto di chiodi e viti. Solo d’imballaggio costerà almeno il doppio. Quindi da umarell checker mi sono messo alla ricerca delle tante belle immagini che trovo nel sito del negozio, immagini che, come scopro presto, non sono del sito del negozio. Ci vogliono pochissimi secondi per scoprire da quale sito sono state rubate: si tratta di un produttore inglese, che ha il sito anche in italiano e che ha materialmente creato quell’armadio. Con il piccolo dettaglio che, nella realtà, quell’armadio costa sui tremila euro, non 44,98, e neppure 39,98 come sostengono quelli di Fidelo store.

Ma chi sono quelli di Fidelo? Dei truffatori, che hanno aperto pagine social inondate di pubblicità di oggetti che nella realtà sarebbero molto costosi, e che grazie a quelle pubblicità riescono a pescare vittime su vittime. Sì, perché complice l’ignoranza di alcuni e i desideri di altri state tranquilli, ché di gente che fa acquisti su siti come questi se ne trovano sempre. Probabilmente sperano che offerte di questo genere siano collegate al fatto che i venditori stanno chiudendo bottega e devono svuotare i magazzini.

Il problema è che questa gente non ce l’ha proprio, il magazzino. Il sito è stato aperto a novembre 2022, e la pagina Facebook a dicembre, il tutto solo e unicamente per far circolare queste inserzioni truffa:

Si parla di decine e decine di inserzioni, e Meta prende i soldi da questa gente, quindi sa chi sono, da che account sono arrivati i soldi, a chi fanno riferimento. Noi stiamo segnalando questa pubblicità ingannevole all’autorità garante per concorrenza e libero mercato, e invieremo segnalazioni anche ai produttori di quell’utilissimo mobile. Ma oltre ai signori dietro Fidelo store andrebbero denunciati coloro che lasciano che pubblicità come queste vengano diffuse sui social. Basterebbe una AI, neppure troppo in gamba, per fare due controlli su foto, prodotto e prezzi e rendersi conto dell’inganno, e invece Meta se ne infischia e lascia che questa gente continui a ingannare i suoi utenti.

La questione sta diventando sempre più seria, anche nell’ottica dei due pesi e due misure che vengono applicati dai gestori del social network più diffuso al mondo.

Sì, perché giusto una settimana fa segnalavo a Meta un post di uno fantomatico EC Online Shop, uno dei tanti post simili che negli anni abbiamo trattato. Questo:

Il classico post usato dai truffatori per rubare le pagine su Facebook, ne abbiamo già parlato più volte. Sono post dove vengono taggate tantissime pagine, sostenendo che a causa di violazioni ai termini d’uso di Facebook dobbiamo completare alcuni passaggi al link indicato. Link che serve solo a carpire username e password dell’account che gestisce la pagina, o farsi affidare l’amministrazione della stessa per rubarcela. La mia segnalazione a Facebook ha ricevuto come risposta la seguente comunicazione:

Dove ci informano che un post che si spaccia per proveniente dell’assistenza di Facebook, e che invita i gestori delle pagine taggate a cliccare su un link che rimanda a un sito truffaldino esterno a Facebook stesso, ovviamente rispetta gli standard della community. È evidente che la community di Facebook ha degli standard bassissimi. Il problema è che Zuckerberg grazie a quegli standard è ogni giorno più ricco, e noi ogni giorno più truffati.

maicolengel at butac punto it

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