Ci è arrivata una segnalazione che, pur mantenendo anonima, vi riporto:
Occorrerebbe verificare il contenuto dell’articolo recentemente pubblicato su La Verità e riguardante un presunto studio della Thomas Jefferson University su alterazioni genetiche provocate dai sieri (più propriamente dai componenti vettori dei vaccini mRna) La rivista sulla quale tale ricerca sarebbe pubblicata (o sulla quale si sta facendo la revisione per to peer) è prestigiosa quindo la cosa mi incuriosisce…
Questo studio era disponibile in pre-print da un po’ di tempo. La rivista che lo ha pubblicato è importante, non di basso livello. Il dato è un po’ più complesso di come viene presentato nei titoli, però come sapete ho sempre fatto una critica anche abbastanza feroce sulla metodologia che è stata utilizzata nello sdoganare questi prodotti. Ho sempre avvertito sul fatto che non sono stati fatti gli studi di cancerogenicità e genotossicità. Dopo lo studio dell’Università di Lund effettuato su linee cellulari – questo invece riguarda topi – si tratta di un ulteriore indizio che va in quella direzione.Non è uno studio che si può ignorare, ma ne parleremo in maniera approfondita prossimamente, o non faremmo un buon servizio.
…i nostri dati mostrano che la somministrazione di mRNA-LNP inibisce le risposte umorali a una seconda dose di vaccino per almeno diverse settimane: questa scoperta è altamente rilevante dal punto di vista della salute umana in quanto suggerisce che una seconda dose di un vaccino mRNA può essere più efficace se fornito in un momento successivo e in una posizione diversa da quella attualmente utilizzata. Questa conclusione è fortemente supportata da recenti studi sull’uomo che suggeriscono che effettivamente il ritardo della seconda dose del vaccino Pfizer/BioNTech porta a una migliore risposta umorale e cellulare. In secondo luogo, il nostro studio suggerisce una protezione eterologa alterata contro le infezioni fungine e virali da parte della piattaforma mRNA-LNPs. In terzo luogo, il nostro studio mostra anche la capacità di questi vaccini di trasmettere protezione transgenerazionale, supportando così il concetto di eredità lamarckiana nei mammiferi.