Fukushima “apocalisse planetaria”

In tanti ci chiedete notizie e informazione corretta su Fukushima e del rischio di una apocalisse radioattiva. Gli articoli in italiano che trovo non sono davvero il massimo della professionalità, ma questo li batte tutti. Basta vedere il titolone.

Fukushima: siamo all’apocalisse planetaria ma a nessuno frega un cazzo

Non siamo esperti in radiazioni, per cui poter dire CON CERTEZZA cosa ci sia di buono o meno in questi articoli ci risulta difficile. Cercando in giro ho trovato articoli e interviste su varie testate internazionali, per esempio l’Huffington Post, che sembrano ridurre di molto la portata dell’allarmismo!

L’articolo è di Vincent Rossi, un oceanografo; spiega che se fosse successo in un’altra posizione con affaccio su un altro oceano, la cosa sarebbe potuta esser ben peggiore. Qui la citazione originale:

“The environmental impact could have been worse if the contaminated water would have been released in another oceanic environment in which the circulation was less energetic and turbulent,” said Vincent Rossi, an oceanographer and postdoctoral research fellow at the Institute for Cross-Disciplinary Physics and Complex Systems in Spain.

L’acqua di Fukushima sta mettendo molto tempo ad attraversare il Pacifico e, col tempo, perde in parte la sua carica radioattiva. Sempre Rossi sull’Huffington Post spiega: il fatto che le acque siano turbolente fuori dalle coste giapponesi rende la radioattività delle suddette molto diluita. Questo perché si mischia continuamente con acque non radioattive. Ad oggi, l’acqua radioattiva di Fukushima pone pochissime minacce per la salute umana.

The release of cesium-137 from Fukushima in Japan’s more turbulent eastern currents means the radioactive material is diluted to the point of posing little threat to humans by the time it leaves Japan’s coastal waters. Rossi worked with former colleagues at the Climate Change Research Centre at the University of New South Wales in Australia to simulate the spread of Fukushima’s radioactivity in the oceans — a study detailed in the October issue of the journal Deep-Sea Research Part 1.”

I siti che condividono la minaccia e l’allarmismo sono gli stessi che parlano di controllo mentale e microchip, scie chimiche e fracking. Io non mi fido. E voi?
Sempre in tema, qui parlavamo di Tonno da Fukushima. E qui una bella analisi più completa con fonti e dati!