Gaia, 18 anni, scomparsa da Bergamo…

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Stavolta il mio articolo non riguarda una notizia precisa, o meglio, parto da una cosa specifica (un brutto fatto di cronaca) per parlare più genericamente di come funziona la rete dei social network…lo so, è meno divertente di quando pigliamo in giro qualche complottaro, ma questo è MOLTO più importante.
Tutto parte dalle segnalazioni che mi avete fatto nei giorni scorsi riguardo ad una ragazza scomparsa, Gaia sparita da Bergamo! Il messaggio ha iniziato a circolare il 26 maggio quando un utente ha condiviso quest’immagine:
gaia18anni2
 
L’immagine è ancora in giro per la rete e l’utente non l’ha cancellata…come vedete ci sono state più di 40mila condivisioni della cosa, peccato che Gaia sia stata trovata morta ad Aprile, per esser precisi il 10 Aprile in un torrente a Botta di Sedrina in provincia di Bergamo. Voi capite vero che magari su Facebook ci sono amici e parenti della ragazza e che a distanza di due mesi dalla cosa rivedere girare la stessa immagine può essere MOLTO doloroso vero? Capite vero che per verificare se la cosa fosse sensata bastavano 5 minuti di ricerche, anzi meno, visto che con google in pochissimi secondi inserendo solo Gaia 18 anni Bergamo scomparsa avreste trovato questa pagina di risultati.
La storia non si limita a Gaia, di casi simili ce ne sono costantemente, e di uTonti che trovano più intelligente clikkare condividi invece che cercare di verificare prima la cosa, ce ne sono a iosa…ed è un peccato, perché si sta facendo davvero del male, si sta riaprendo una ferita che probabilmente non si era ancora del tutto rimarginata, si stanno facendo soffrire dei genitori una seconda volta. Ecco io gli oltre 40mila che hanno condiviso la cosa li vorrei vedere tutti fuori dalla rete, altro che tempeste solari che bloccano il segnale indiscriminatamente a tutti, no, per questi ci vuole davvero l’esilio dalla rete, il ritorno a usare l’enciclopedia  e la calcolatrice il divieto ad usare mezzi tecnologici, non se li meritano.
Di storie come quella di Gaia il web è pieno, e sono sicuro che avete amici che una volta o l’altra hanno condiviso storie così, beh siccome l’esilio dal web è solo una mia utopia voi potreste, nel mentre, togliere l’amicizia a quelli dei vostri giri che non stanno capiti, quelli che queste sciocchezze continuano a farle girare…vorrei vedere loro se si trovassero davanti un volto caro ogni due per tre ben sapendo che è morto e che non ritornerà.
Per parlare d’altro, non così tragico vi faccio un secondo breve racconto: una di voi che ci segue con tanta attenzione qualche giorno fa mi ha segnalato la pagina di una ragazza che stava chiedendo una donazione di sangue per il suo povero papà che sarebbe stato operato di li a poco. Siccome il metodo con cui chiedeva la donazione era via Facebook chi mi ha segnalato la cosa (spiegandomi che era già donatrice AVIS) mi raccontava che non le sembrava il modo più indicato e che le pareva strano un ospedale avesse chiesto alla ragazza di fare questa cosa via Facebook. Incuriosito dai fatti ho chiamato la struttura, che mi ha subito confermato l’intervento sul padre di questa ragazza ma mi hanno anche detto che non c’era alcun bisogno di sangue, e che l’appello era quanto di più inutile, anzi, avevano ricevuto tante telefonate su quella linea – il cui numero la ragazza aveva pubblicato su facebook- da doverla disattivare). Scoperta la cosa ho commentato il post, in maniera educata, spiegando che lo stesso ospedale condannava la pratica di richiesta via social network. Per tutta risposta il mio commento veniva cancellato…e la ragazza che mi aveva segnalato la cosa veniva attaccata a male parole, minacciata dio denuncia (minaccia anche riportata sulla pagina Facebook da dove era partita la richiesta di sangue)…nemmeno l’umiltà di dire: può essere che l’ospedale non abbia bisogno ma ci tengo a dire che è importante donare…nulla solo male parole, minacce e l’invito ripetuto a condividere l’appello sul sangue. Ci era già successo di trovare falsi appelli per del sangue…e anche nell’altro caso le strutture da me contattate dissero che si trattava di appelli errati di cui non c’era alcun bisogno!
Se davvero credete sia necessario del sangue rivolgetevi all’AVIS della zona interessata e chiedete loro se ci siano delle emergenze!
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Voi lo capite perché l’accesso alla rete non andrebbe dato a tutti vero? Io capisco che la ragazza in questione fosse sotto stress, il suo papà veniva operato e lei aveva paura il sangue non bastasse, ma a fare così ha rischiato di causare un disservizio agli altri che magari dovevano essere operati lo stesso giorno, ha rischiato d’intasare dei centralini senza che ci fosse alcuna emergenza.
Quando decidete di usare i social network per condividere cose che non siano foto di gattini o di bambini vi prego, prima di clikkare condividi pensateci, non una, non  due ma mille volte, fate le verifiche del caso, chiamate chi di dovere, accertatevi che non si tratti di episodi come quelli raccontati qui sopra. Rendiamo il web un posto migliore, per tutti!