Gallipoli, Salvini e Dagospia

Lo sapete durante il weekend BUTAC, a meno che non ci siano vere emergenze, non pubblica nulla. Ma questa storia me l’avete segnalata in tanti, la maggior parte dandola come bufala al 100%. Mi sto riferendo al tweet di Matteo Salvini, che, riprendendo un articolo pubblicato in primis da Dagospia, indignava i suoi follower.

 

L’articolo di Dagospia riporta esattamente quanto raccontato da Salvini, e la notizia pare trovare conferma su testate della zona (anche se vorrei una conferma dei Carabinieri sulla vicenda). La stessa notizia viene riportata, con toni come sempre esagitati, dal nostro blog razzista preferito, VoxNews, che titolava:

PAKISTANO NUDO RINCORRE DONNA, LINCIATO DALLA FOLLA VIENE SALVATO DAI CARABINIERI – FOTO

La cosa curiosa è che la foto, nel caso di Voxnews, ritrae un signore perfettamente vestito. Invece Dagospia aveva pubblicato una serie di foto senza alcuna verifica. E le foto sono risultate essere di altro episodio, avvenuto nel trapanese a gennaio 2020, con protagonista un italiano con problemi psichiatrici. Forse Matteo Salvini dovrebbe dire al suo amico Luca Morisi di fare attenzione quando posta contenuti che hanno come fonte Dagospia (ma se è per questo anche altre testate che spesso usano come fonti) perché non sono affidabili e rischiano di ledere l’immagine di uno di quegli italiani che il nostro ex ministro dell’Interno ci tiene a mettere prima degli altri.

Che un politico, dal suo profilo ufficiale, pubblichi fonti inaffidabili a mio avviso è grave, ancora più grave però è che Dagospia ancora non abbia rimosso le foto errate dal suo articolo. Sono le 23:48 del 12/07/2020, l’articolo di DagoSpia è stato condiviso da Matteo Salvini l’11 luglio alle 19:56, FanPage l’ha verificato alle 13:35 del 12 luglio. Quante ore ancora perché in redazione si rendano conto dell’errore? Chi sceglie le foto per gli articoli? Con che criteri? Chi ha recuperato quelle foto? Tutte domande a cui sarebbe bello qualcuno dovesse rispondere davanti all’Ordine dei giornalisti.

Purtroppo a questo modo di fare giornalismo siamo ormai abituati, tanto per cambiare sarebbe bello ogni tanto vedere politici che insegnassero ai propri follower a non seguire siti inaffidabili. Ma anche questa è ovviamente un’utopia possibile solo nella mia testolina…

Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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