La codarda che caccia i gatti (ovvero i gatti rinselvatichiti australiani)

GATTI

Mentre ascoltavo lo Zio Mad che si lamentava per il forfait del Signor Nò su Youtube, mi imbatto in un post che mi ha colpito. Colpito perché ho avuto un deja vu guardandolo:

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Ecco il testo illuminante:

IO NON SO IL TUO NOME, MA SO CHE ABITI NELLO STIVALE,GIURO SUI MIEI CANI,CHE SE TI INCROCIO TI SPUTTANO D’AVANTI A TUTTI,TANTO UNA FACCIA COSÌ BRUTTA TE LA RICORDI PER TUTTA LA VITA!!SAPPI CHE USARE UN ARCO PER UCCIDERE UN GATTO, A PRESCINDERE CHE NON SI FA,GLI PROVOCA UN DOLORE ATROCE CHE DURA FINCHÉ NON MUORE,PUBBLICO LA TUA FOTO GRAZIE A TE CHE L’HAI POSTATA PER FARE VEDERE I TUOI TROFEI….PECCATO SOLO CHE NON SEI CHI DICI DI ESSERE E QUINDI SEI PURE UNA CODARDA….PERCHÉ HAI PAURA????? COSA TEMI???!

Il post è di oggi – 11 aprile 2016 – e subito alla prima occhiata ho avuto la convinzione che la foto non fosse stata scattata in Italia. Non so la certezza dell’autore riguardo l’italianità del soggetto da cosa derivi, avrà degli informatori speciali e non chiedetemi cosa diavolo significhi l’ultima frase.

Come dicevo, ho avuto un deja vu perché – come scoprirete leggendo, anche se così sto spoilerando – la faccenda è identica a quella che abbiamo trattato a gennaio, “l’ultimo bastardo dell’anno”, ovvero la foto di un cacciatore con un lupo americano di non si sa dove, ucciso tanti anni fa e spacciata per un lupo italiano, il tutto corredato da insulti. Le somiglianze sono così tante che fa impressione.

Un passo alla volta però: da dove arriva questa foto, quando è stata scattata, ma soprattutto chi sarebbe questa donna misteriosa? Queste sono delle informazioni minime che si dovrebbero appurare se si vuole condividere qualcosa del genere. Non so quanto possa sorprendervi, ma la foto di è tre anni fa, scattata in Australia e non si tratta di una donna, ma di un uomo.

Il soggetto ritratto nella foto si chiama Tyler Atkinson, e ha due pagine Facebook, una personale e una su coltelli da caccia. La foto incriminata la potete trovare sulla sua pagina a questo link, caricata come foto profilo il 17 aprile 2014. Ma non è la versione “originale”. Probabilmente è nel suo album, ma non tutte le foto sono pubbliche.

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Non è la foto originale perché è possibile trovarne una versione con qualità decisamente più alta. Facendo una ricerca, questa foto dovrebbe essere del gennaio 2013:

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Il link al forum bowhunting è morto, ma il thread da dove dovrebbe provenire è questo. C’è un post di Tyler, ma le foto non si vedono. Comunque su Twitter si può recuperare la foto, forse, originale che è questa, più grande e più definita:

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Appurato con certezza che non ci troviamo in Italia, ma in Australia, che non sia una donna, ma un uomo, e che sia una foto di tre anni fa, arriviamo a cosa sia stato ucciso e del perché all’improvviso si sia deciso di riciclare questa foto.

Questo è quanto scrive il cacciatore nel post fonte:

Got my first feral cat this morning.

Che cosa significa feral cat? In italiano lo possiamo tradurre come gatto selvatico rinselvatichito, che è differente da quello che viene definito gatto randagio. I gatti randagi hanno un certo livello di socializzazione tra di loro e con gli umani, mentre il gatto rinselvatichito, generalmente, non ha alcun rapporto con le persone. Si tratta di discendenti di gatti domestici che hanno vissuto per varie generazioni a distanza dall’uomo, non immaginiamoci quindi delle linci e dalla foto si evince chiaramente. Specifichiamo questo non per giustificare il cacciatore, ma perché in Australia i gatti rinselvatichiti sono un problema serio:

Feral cats in Australia are estimated to kill tens of millions of native animals each year.
The devastating havoc they wreak has led to the extinction of dozens of native mammals and prompted the Federal Government to declare war on the cats, aiming to kill two million by 2020.

Come si suol dire, la storia si ripete: conigli, volpi, rospi e ora gatti sono animali che introdotti nell’ambiente australiano hanno prodotto enormi danni all’ecosistema nativo. Come sempre è l’uomo che ha la colpa: introducendoli spostano gli equilibri e confondono il sistema preda-predatore. Come per le nutrie in Italia, in Australia si è deciso di eliminare i gatti rinselvatichiti, cioè i gatti non domestici, che stanno arrecando l’ennesimo danno alla fauna locale. Tantissimi animali vengono uccisi da questi gatti che non hanno dei predatori e molte specie autoctone rischiano l’estinzione. Torniamo però al link precedente su ABC:

A South Australian bow hunter has become the target of an online global hate campaign after he posted photos of dead feral cats online.
Zach Slattery, 22, has received thousands of abusive messages, including death threats.
His personal details were published online and police have been called to his house since he posted the photos at Christmas time last year.
“[People] were threatening to kill me,” Mr Slattery said.
“I’ve had death threats, like people coming to shoot me, hang me, skin me, and use me as a bathroom rug.”

Un ragazzo australiano che cacciava i gatti rinselvatichiti è diventato vittima di migliaia di animalisti incazzati che lo hanno bersagliato di minacce, comprese minacce di morte. Le ultime parole qua sopra danno la dimensione della incredibile umanità ed empatia che certi animalisti – anzi, nazimalisti in questo caso -possono esprimere:

Ho ricevuto minacce di morte, per esempio persone che vogliono spararmi, impiccarmi, scuoiarmi e usarmi come tappeto del bagno.

Il commissario per la tutela delle specie a rischio, Gregory Andrews, vittima a sua volta di minacce da parte di animalisti, si è schierato contro l’utilizzo della caccia con l’arco:

He said bow hunting was cruel and unnecessary.
“Those men are not part of the strategy,” he said.
“They are not employed by the Australian Government. My office has had no contact with them, and when I met the Mayor and the NRM chair and the community there, I was advised they are not employed by any organisation or the community to cull feral cats.
“The Australian Government does not support bow hunting, we only support humane, effective and justifiable feral cat culling, and that’s why [Environment] Minister [Greg] Hunt and I invited the RSPCA to be a member of the feral cat taskforce which oversees the feral cat target.”

Il cacciatore vittima di minacce era un cacciatore “freelance”, non ingaggiato dall’amministrazione locale per la riduzione dei gatti rinselvatichiti, e il Governo australiano non supporta l’utilizzo della caccia con l’arco, definita dal commissario come “crudele e non necessaria”. A quanto pare, la situazione nel continente australiano è molto grave e antica. Già nel 1996 veniva pubblicato uno studio a riguardo e il Ministero dell’Ambiente ha una pagina dedicata al problema dove apprendiamo che nel 2015 il gatto rinselvatichito è stato dichiarato animale infestante:

At the Meeting of Environment Ministers (Melbourne, 15 July 2015), Ministers endorsed the National declaration of feral cats as pests . As part of this declaration, Ministers agreed to review arrangements within their respective jurisdictions and, where necessary, to remove unnecessary barriers to effective and humane control of feral cats. Ministers also agreed to consider feral cat management as a priority in threatened species recovery programs, and to pursue the development of a national best practice approach to the keeping of domestic cats.

Capite perché parlavo di deja vu? Come per i lupi dell’Idaho, la polemica nasce all’estero per situazioni specifiche che esulano dal contesto italiano, si prende una foto a caso che ha a che fare col problema solo parzialmente, ma vecchia di anni, si crea un post totalmente inutile con informazioni inventate di sana pianta senza informare minimamente di quanto stia succedendo nel mondo, il cui unico scopo è quello di istigare gente diversamente intelligente a generare insulti. Non ho scorso tutta la lista dei commenti, ma già dallo screen shot potete godervi una perla:

Ma sei una gran cagna in calore. grandissima puttana in calore troia.

Animalisti che usano il termine “cagna” per insultare un altra persona. Magari è concesso in questo caso dato che erano insulti rivolti a una donna – che poi donna non è. Molto bene. Inutile sottolineare che i due cacciatori sono due persone completamente diverse e nel tempo che ci ho impiegato a scrivere questo articolo i like sono aumentati del 30% mentre le condivisioni hanno superato quota 2000…

Esattamente come la volta scorsa siamo di fronte ad un problema più complesso per il quale si poteva fare dell’informazione utile, ma si è deciso di farlo finire a insulti e minacce di morte. Un altro lavoro ben fatto (cit.)


Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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