Gino Strada il picchiatore

EDIT:

Su Twitter alcuni si sono lamentati per l’uso della parola condivisione, e hanno giustamente sottolineato come un retweet non possa generare una querela per diffamazione. Vero, ho usato il termine condivisione con un significato più allargato, ma nel testo qui di seguito spiegavo chiaramente che faccio riferimento non al pulsante “condividi” o “retweet” ma al copiare e incollare il testo a cui facciamo riferimento sulla propria bacheca (poco conta che sia Facebook, Twitter o altra).

Gino Strada - picchiatore

Il quantitativo di segnalazioni in merito a un post non bene identificato mi spinge a scrivere quanto segue. Non posso sbufalare molto. Ma ritengo che sia importante fare presente alcune cose.

Michele Calabrese e Gino Strada

Sta circolando sui social questo messaggio:

Dedicata a Gino Strada da MICHELE CALABRESE:

“MOSUL, QUANDO I MIEI FRATELLI DELLA FOLGORE TI PORTAVANO FERITI CIVILI ,BAMBINI COMPRESI E LI FACEVI ASPETTARE FUORI DALL’OSPEDALE, PERCHE’ ERI INTENTO A MEDICARE I RIBELLI PER FARLI TORNARE A COMBATTERE CHE CAZZO CI DI DICI? SE LI DOVEVANO CARICARE SUI BLINDO FARE 70 KM PER PORTARLI NELLA LORO BASE E QUALCUNO NON ARRIVAVA VIVO.. CHE CI DICI CARO CHIAVE INGLESE, SI PERCHE’ TI CHIAMAVAMO COSI CHIAVE INGLESE ALL’UNIVERSITA’, PERCHE’ GIRAVI CON UNA CHIAVE DA 24 SOTTO L’ESCHIMO ERI IL CAPO DEI PICCHIATORI, IL NOSTRO MEDICO NE HA SALVATI 120 DI QUELLI DA TE RIFIUTATI, FACCI IL C ..DEL PIACERE FATTI UN BIGLIETTO DI SOLO ANDATA E NON CI RUBARE PIU SOLDI”

Nessuna indicazione di chi sia Michele Calabrese, anche se ho il dubbio che sia lo stesso soggetto, iscritto nel registro degli indagati, per questo commento contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

Fosse così, siamo messi benissimo. Ma anche non fosse lo stesso Calabrese vorrei che capiste che condividere un’affermazione diffamatoria nei confronti di qualcuno, senza avere prove certe che quanto si sta condividendo sia reale, mette voi nella posizione di essere passabili di querela per diffamazione.

Accuse senza fonti

State accusando una persona di essere stato un picchiatore alla fine degli anni Settanta a Milano, poi di avere fatto preferenze su chi curare nella struttura da lui fondata in Iraq. Tutto senza il minimo appiglio, nessuna fonte che negli anni abbia mai sostenuto, con prove, le due tesi. Vi rendete conto che potreste essere i prossimi querelati per diffamazione? Non è difficile trovare i tanti profili che stanno condividendo la frase, e moltissimi sono profili pubblici di soggetti reali. Non i soliti fake tipici dei troll o dei leoni da tastiera, che cercano di nascondersi dietro l’anonimato. Fosse solo la condivisione di un post potreste sempre dire: non l’ho scritto io, e invece sono in tanti che lo copiano e incollano sulla propria bacheca. Non dite che non vi ho avvertito.

Gli anni Settanta e le lotte studentesche

Gino Strada può stare simpatico o meno, ma è una persona sotto l’occhio dei riflettori da anni. Cercando in forum e bacheche legate alla destra degli anni Settanta si ritrovano accuse legate al suo attivismo con il Movimento Studentesco, come è vero che l’MS è noto anche per avere avuto un “servizio d’ordine” decisamente organizzato, ma lo stesso potrei dire per la fazione opposta.

Hazet 36

È chiaro il riferimento alla chiave inglese che viene fatto da “Calabrese”: nel 1975 Sergio Ramelli, simpatizzante di destra, fiduciario del Fronte della Gioventù, viene assalito da un gruppo di studenti, quasi tutti della facoltà di medicina, armati di chiavi inglesi e spranghe. Ramelli morirà più di un mese dopo senza essersi mai ripreso dal coma in cui era caduto. La chiave inglese modello Hazet 36 era un simbolo di quei movimenti di sinistra. Ma vogliamo forse ricordare solo parte dei fatti di quei tremendi anni Settanta? La violenza esplose da tutti i lati, e dei giovani morirono. Purtroppo è difficilissimo trovare articoli che narrino quei giorni senza ricadere nel fazioso, non serve che siano difesi i rossi o i neri, basta vedere i toni usati. Questo lungo articolo su TuttoStoria mi sembra raccontare i fatti nella maniera meno distorta possibile, spero serva a chi quegli anni non li ha studiati o vissuti. Ci sono stati processi, condanne, confessioni.

Il nome di Gino Strada non è mai stato legato a nessuno degli episodi più violenti, risulta solo uno degli attivisti all’interno del Movimento, come lo erano tanti in quel periodo, da tanti lati diversi della barricata.

Conclusioni

Il clima di quel periodo voglio sperare non ritorni mai più. Ero un bambino, ho ricordi deboli, ma ho molto chiare le indicazioni di papà e nonno quando passeggiavamo in centro, sempre evitare certe zone, perché c’era pericolo di scontri studenteschi. Mi ricordo la vetrina del negozio scheggiata da un cubetto di porfido perché considerati benestanti da punire (ma la vetrina di un negozio come il nostro non viene giù a colpi di cubetti di porfido per fortuna). Ricordo papà che a volte faceva scendere le serrande dall’interno per paura, e rimanevamo chiusi in negozio fino a che la manifestazione non era passata.

Spero non sia necessario aggiungere nient’altro.
maicolengel at butac punto it
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