Gli aerei della discordia

In un giorno ben due notizie che trattano di viaggi aerei, ah, le coincidenze…

Luigi Di Maio e l’economy

Il primo caso è quello di Luigi Di Maio, che sarebbe volato in Cina in business class, sostenendo però di volare in economy.

Come stanno le cose? Il sempre presente David Puente ne ha già parlato in un articolo, che ci spiega:

Com’è possibile viaggiare in Economy e sedersi in Business su quel volo KLM? La risposta potrebbe essere l’iscrizione al Club Freccia Alata:

In qualità di Socio del Club Freccia Alata, avrai in più:
[…]
2 upgrade gratuiti in Business Class, acquistando un biglietto in Economy Class (nelle classi di prenotazione Y, B o M) per voli internazionali operati da Alitalia.
In seguito alle polemiche, Luigi Di Maio aveva pubblicato le foto dei due biglietti per Amsterdam e poi quello per la Cina acquistati con Alitalia.
Leggiamo che la classe di prenotazione Economy era la “M“, necessaria per l’upgrade previsto dai servizi offerti dal Club Freccia Alata.

Laura Boldrini e la prima fila

Poi c’è il caso Laura Boldrini, che ha sbufalato direttamente lei. Titola il Giornale:

Alitalia: “Niente prima fila, c’è un disabile”. Ma i posti sono per la Boldrini e il suo staff

L’articolo racconta una storia la cui unica fonte è colui che avrebbe perso il suo posto per colpa di Laura Boldrini e del suo staff. Ma i fatti vengono raccontati nella maniera tipica di chi vuole a tutti i costi indignare.

… in prima fila, nel posto che aveva prenotato lui, non un disabile, ma Laura Boldrini, ex presidente della Camera e ora deputata di Leu. Con lei, occupando tutta la prima fila, l’imprenditore nota una serie di accompagnatori che identifica come il fidanzato, lo staff e quelle che gli sembrano delle guardie del corpo.

Laura Boldrini ha subito risposto all’accusa sui social spiegando che:

Nel volo che ho preso da Roma a Genova mi sono seduta a bordo, come è normale che sia, nel posto indicato dalla carta d’imbarco ottenuta con check-in online 24 ore prima del volo #Alitalia

Non è intervenuto nessuno della compagnia area per assegnarmi un posto di favore e non c’è stata nessuna discussione con la mia scorta visto che non c’era.

Io per andare più a fondo ho contattato lo staff dell’ex presidente della Camera, che mi ha confermato che i biglietti li hanno fatti direttamente loro, non tramite biglietteria del Parlamento (come invece insinuato su svariate testate) e che quando hanno fatto il check in online quei posti erano liberi. Non erano presenti guardie del corpo.

Flavio Alivernini, assistente di Laura Boldrini ha pubblicato questo post su facebook poche ore fa:

I POSTI DELLA RAGIONE

“La sinistra italiana, quella delle magliette rosse” ha scritto su Facebook la Vicepresidente del Senato Paola Taverna (no, dico, la vicepresidente del Senato), imputando a Laura Boldrini di aver occupato su un volo Alitalia il posto di un’altra persona, per di più un disabile. E sotto al suo post epiteti impronunciabili da tutti i paladini dell’HONESTÀ indignati per il sopruso dei poteri forti ai danni del popolo sovrano. Non solo, i giornali (Libero, Il Tempo, Il Giornale, Dagospia) letti da quelli che vedono solo le figure, hanno scritto che Boldrini viaggiava con il fidanzato, i collaboratori e la sua scorta. Io viaggiavo con lei, solo io. Ripeto, non c’era scorta, nessun fidanzato e nessun altro collaboratore su quell’aereo. Dunque, ecco la carta d’imbarco.

Adesso chi glielo spiega alla Taverna (Vicepresidente del Senato) che Laura Boldrini ha fatto il check-in online, che viaggiava in economy, che non aveva la scorta, che ha occupato il posto che le è stato assegnato da Alitalia e che non ha tolto il posto a nessuno? Chi li avverte quelli che hanno inventato e diffuso queste bufale che, probabilmente, si beccheranno una bella denuncia? Brecht ci ha insegnato che sedersi dalla parte del torto può essere un esercizio nobile, di resistenza civile.  Ma quando i posti della ragione sono liberi, non sarebbe meglio occupare quelli?

Alitalia sulla questione non si è ancora pronunciata, e questo onestamente è grave perché avrebbero dovuto subito prendersi carico di dare una risposta al cittadino indignato. Ma non è questo il punto. Perché testate giornalistiche passano una notizia senza fare alcuna verifica? Spaventa così tanto una Laura Boldrini da continuare ad attaccarla anche quando non ha più incarichi dirigenziali istituzionali all’interno del governo?

Ma cosa ancora più importante, perché chiudere l’articolo con questa frase?

 La Boldrini era diretta in Liguria per una delle sue tante battaglie per un mondo più giusto e i diritti delle donne, stavolta al Tribunale di Savona, contro un sindaco leghista che l’aveva offesa con un post su Facebook (si era augurato che agli stupratori africani di Rimini fossero dati domiciliari a casa della Boldrini). «Ho voluto essere presente per stigmatizzare questo modo di fare politica. È fondamentale che una donna offesa possa chiedere giustizia». Un impegno quindi della massima priorità per la democrazia. Far sloggiare perciò i passeggeri delle prime file sul volo, era il minimo.

Il giornalista, che non ha fatto nessuna verifica, non ha quindi la più pallida idea di come siano andate le cose. Dare per scontato che la responsabilità della faccenda fosse di Laura Boldrini (e non magari dello staff Alitalia che le ha assegnato quel posto) è errato, come è errato fidarsi di una fonte non verificata. Il sindaco leghista non l’aveva offesa con le parole riportate dal Giornale, il post era decisamente più cattivello (specie considerando che erano parole dette da un sindaco, che dovrebbe ricordarsi di lavorare per tutti e non solo per chi l’ha votato):

Facendo riferimento a una condanna per responsabili di uno stupro stranieri: “Potremmo dargli gli arresti domiciliari a casa della Boldrini magari gli mette il sorriso… … che ne pensate?”

Io continuo a domandarmi dove andremo a finire con questo tipo di comunicazione. Ma visto l’evolversi della situazione alla presidenza RAI non vedo miglioramenti all’orizzonte.

Peccato.

maicolengel at butac punto it

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