Gli articoli del 2018 da non dimenticare…

No, quello che segue non è un elenco dei migliori o più letti articoli del 2018, BUTAC non è sito per quel tipo di liste. Ma da principale autore del blog che state leggendo ritengo ci siano articoli, poco importa che visibilità hanno avuto durante l’anno, che non andrebbero dimenticati. Sono ben conscio di non essere un grande blogger, e che la mia prosa spesso non è propriamente delle migliori, ma questi che seguono sono articoli che ritengo importanti per il periodo storico che stiamo attraversando. Se non li avete letti quando sono usciti avete l’occasione di recuperare ora (link agli articoli cliccando sui titoli).

1,2,3 prova…

L’articolo con cui apro quest’elenco è di quelli che perlomeno io ricorderò negli anni a venire. Scritto il 10 aprile, in fretta e furia, dopo che il mio avvocato mi aveva comunicato che BUTAC poteva tornare online dopo 4 giorni di sequestro completo del sito. Il sequestro è stato un modo pratico per toccare con mano quanti ci leggono ogni giorno e quanto ci vogliano bene. Tra donazioni spontanee per aiutarci con le spese legali e messaggi di solidarietà da più parti, per qualche giorno ci siamo sentiti coccolati. Purtroppo la causa è ancora in corso e non sappiamo come andrà a finire. Ma il giorno in cui BUTAC è stato ufficialmente riaperto è una data che non voglio dimenticare. Anche perché proprio quel sequestro è la dimostrazione pratica del fatto che, se si vuole, esistono già mezzi legali per eliminare dal web i peggiori siti bufalari. Come è stato chiuso BUTAC chiunque può venire sequestrato.

Ma a Battipaglia che è successo?

Il nostro Primo ministro dell’Interno ci ha abituato a una comunicazione social costante, su tanti temi, anche di cronaca, a volte decisamente cronaca nera. Negli ultimi giorni ha fatto scalpore la sentenza di assoluzione nei confronti di un immigrato che è stato assolto per non aver commesso il fatto di cui era stato accusato. Purtroppo secondo il Ministro lo stesso immigrato era senza ombra di dubbio colpevole quando questo tweet è stato fatto girare:

A Castellaneta Marina (Taranto) un immigrato irregolare marocchino ha tentato di abusare di una 17enne, fortunatamente salvata dal fidanzato. Questo signore, ora in carcere, era già stato “invitato” a partire dall’Italia ma stranamente stava ancora qui… Nel #DecretoSicurezza che ho in testa, bestie come lui saranno prontamente rimandate al loro Paese. Punto

A Battipaglia abbiamo seriamente paura che sia successo qualcosa di molto simile, ma sebbene nei primi giorni tanti giornali abbiano parlato di molestie sessuali nei confronti di una giovanissima  da parte di un immigrato poi la storia è svanita dai giornali, e cosa sia successo nessuno lo sa. Quello che è certo è che tra i colpevolisti c’era ancora una volta il nostro ministro, che non ha mai risposto alle mie richieste di aggiornamenti sul caso. Credo che sia importante non dimenticare che un tweet del ministro dell’Interno non significa “notizia verificata” ma solo un post scritto da tal Luca Morisi (social media manager del ministro) o qualcuno del suo staff, nella speranza che diventi virale. Prendere i post della bacheca del ministro come oro colato può far incappare in figuracce o bufale, meglio fare verifiche prima di pubblicare alcunché.

Giorgia Meloni e quell’ubriacone di Juncker

La leggenda che Juncker, presidente della Commissione Europea, sia un alcolista impenitente circola da tempo. Nessuna vera prova è portata a sostegno dell’accusa, in compenso esistono centinaia di video che lo ritraggono mentre parla di fronte a platee imponenti negli stessi giorni in cui secondo i suoi detrattori sarebbe stato ubriaco fradicio.

Perché è importante ricordarsi di questa storia? Perché con l’antieuropeismo che viene spinto da determinate fazioni politiche continueremo a sentirla proporre, da più fonti, sempre come notizia certa e verificata. Si sa, una bufala, ripetuta tante volte, diventa realtà. Inoltre la faccenda è importante perché a spacciare la notizia non verificata non sono più i follower dei politici estremisti, ma gli stessi soggetti politici, che non si rendono conto del danno immenso che stanno facendo al dibattito politico. O forse se ne rendono perfettamente conto…

Un revisore dei conti ci spiega i vitalizi

Articolo da manuale, non un debunking, ma un vero fact-checking per spiegare al meglio cosa siano i tanto strombazzati tagli ai vitalizi. Su BUTAC avevamo trattato la questione anche nel 2017, ma un ex parlamentare italiano, revisore dei conti, si è fatto avanti per aiutarci a spiegare la questione nella maniera più completa possibile.

Perché è importante ricordare quest’articolo? Perché su temi come il taglio dei vitalizi certi soggetti politici hanno speso milioni di parole, facendo credere all’elettore che quel taglio fosse fondamentale per il Paese. Capire quanto poco ci fosse di reale nei proclami elettorali e quanto poco cambia il modesto taglio fatto ai parlamentari “con vitalizio” è importante per comprendere al meglio come sia alterata la percezione dell’elettore medio.

La ricostruzione della tv russa del crollo del ponte Morandi

Quest’estate, dopo la tragedia di Genova, qualcuno sui soliti siti complottisti ha cominciato a far circolare un video dando a intendere che si trattasse di una vera ripresa del crollo. Sull’onda del video venivano diffuse varie teorie del complotto, incluse quelle che negavano fosse successo alcunché. Il video che veniva fatto circolare non era altro che una ricostruzione in 3D fatta da un tv russa. Per renderlo meno evidente il genio che l’ha diffuso per primo, invece che usare il link al video originale, l’ha ripreso da un telefonino e messo in rete in bassa qualità, tutto tremolante. L’aspetto casalingo, quasi clandestino, serviva ad aumentare la credibilità del video, a fronte delle poche informazioni date dagli inquirenti.

Perché è importante? Perché di “video da far girare” fatti usando questa tecnica ne vediamo sempre di più, quando invece speravamo di vederne meno. Comprendere che il “condividete prima che censurino” è uno specchietto per le allodole fatto apposta per attirare like e condivisioni, nel 2019 dev’essere una priorità.

Politica, fake news e balle

Nel corso degli anni mi sono fatto tanti nemici, soggetti a cui BUTAC sta sulle scatole per diverse ragioni. Uno dei tanti che mi odia da tempo è Claudio Messora. A ottobre 2018 lo stesso era ospite a Libropolis, festival dell’editoria indipendente, dove teneva un panel insieme a Marcello Foa ed Enzo Pennetta. Durante la conferenza spiegava che avrebbe presto presentato denuncia contro BUTAC, per la presenza del suo blog nella nostra blacklist. Anche a fine agosto aveva fatto lo stesso, in maniera più ufficiale via mail.

Perché è un articolo da ricordare? Perché BUTAC è un piccolo blog: che durante un festival a cui partecipano soggetti come l’attuale presidente della RAI venga minacciato pubblicamente di denuncia, e si auspichi la nostra chiusura, a me preoccupa. Perché tanto odio e livore? Perché tanta necessità di denigrare chi per passione e hobby, gratuitamente, combatte le bufale? Sapevo di dare fastidio, ma pensavo di darlo solo ai tanti fabbricanti di fuffa medica, a cui i nostri articoli causano sempre qualche danno economico. Mai avrei pensato, con la corretta informazione, di danneggiare soggetti che per lavoro non è ben chiaro cosa facciano…

Concludendo

Con questo è tutto. Per chiudere l’anno vorrei ricordare a tutti che BUTAC è un blog, di cui io sono l’ideatore e principale autore, ma non sono un esperto di nulla. Il termine corretto è fact-checker, perché è quella l’unica cosa che cerchiamo di fare qui sopra: verificare i fatti. Può succedere che un articolo non sia approfondito come volete, ma l’unico sistema è leggere tutto, fonti incluse. E quando pensate che abbiamo proprio sbagliato fatecelo sapere, il vostro feedback è la cosa più importante.

Ci si vede nell’anno nuovo!
maicolengel e noemi at butac punto it
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