Gli immigrati vogliono la COLF

PROFUGHI-COLF

Ci risiamo, un po’ di sano pseudogiornalismo per parlare alla pancia degli italiani, giusto prima di Natale.

Dal Giornale:

Ceranova (Pavia) – Da profughi a ospiti nel villone appena scesi dal barcone e adesso ti rovesciano i cassonetti per strada in protesta perchè non gli dai anche la donna di servizio.

Da ADNKronos:

“Immigrati in rivolta a Ceranova (Pavia) perché vogliono ‘donne delle pulizie’ per sistemare la villa che li ospita, a spese degli italiani, da luglio. Vogliono qualcuno che gli pulisca la villetta, capito???”. E’ quanto scrive sul suo profilo Facebook Matteo Salvini, leader della Lega Nord. “Uno dei ‘capi rivolta’, un africano di 25 anni, verrà espulso. Per accontentare gli altri, a fare le pulizie manderei la Boldrini! Auguri, e che il 2016 ci riporti la Dignità perduta”, aggiunge il segretario del Carroccio.

Premetto, la notizia è vera, non è una bufala, la protesta c’è stata, e tra le richieste ci sarà stata sicuramente anche la richiesta di aiuto nella pulizia della struttura che li ospita. Ma il modo in cui viene passata sulla maggioranza delle testate che ho visto finora è decisamente tendenziosa.

24 immigrati quindi sono ospitati a Cernova, in Via San Rocco. La struttura è una villetta bifamiliare, cioè uno spazio studiato per circa 8 persone; ci vivono in 24, quattro tre volte tanto. Si tratta di persone che hanno passato i controlli per l’accoglienza (quindi se qualcuno di loro non ha le carte in regola la colpa è di chi per primo ha dato il benestare all’accoglienza) e sono stati smistati a Cernova. Sono soggetti che in teoria devono attendere lo sbrigo delle pratiche d’accoglienza e che una volta sbrigate quelle dovrebbero trovarsi un lavoro ed una sistemazione. Nel resto d’Europa i tempi burocratici sono circa 3/6 mesi, durante i quali le strutture ospitanti ricevono una cifra che si aggira sui 30/35 euro più IVA a profugo.

Questa cifra, come vi avevo già raccontato qui, dovrebbe includere:

  • servizi di lavanderia;
  • servizi di assistenza generica alla persona;
  • pulizia giornaliera e periodica dei locali e degli arredi;
  • disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e deblattizzazione delle superfici;
  • raccolta e smaltimento dei rifiuti;
  • erogazione dei pasti, sette giorni a settimana, con prima colazione, pranzo e cena in base al numero delle presenze effettive nella struttura;
  • struttura di accoglienza, con effetti adeguati al posto occupato quali materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte che saranno periodicamente cambiati dai servizi di lavanderia;
  • vestiario adeguato alla stagione;
  • prodotti per l’igiene personale e rinnovo degli stessi consumabili con l’uso (sapone, shampoo, dentifricio, carta igienica);
  • erogazione del pocket money nella misura di 2,50 euro pro-capite/pro-die fino ad un massimo di 7,50 euro per nucleo familiare, da erogare sotto forma di buoni spendibili in strutture ed esercenti convenzionati, o di carte prepagate da utilizzare a seconda delle necessità dell’ospite (schede telefoniche, snack alimentari, giornali, sigarette, fototessere, biglietti per il trasporto pubblico).
  • servizi per l’integrazione (mediazione linguistica e culturale, servizio di informazione sulla normativa concernente l’immigrazione, sostegno socio-psicologico e altro ancora).

I 24 ospiti della struttura non ricevono parte di questi servizi da almeno 5 mesi. Cinque mesi durante i quali la cifra è stata comunque erogata. Facciamo i conti della serva: una villetta bifamiliare in un paesino in provincia di Pavia. Stimiamo 1500 euro al mese d’affitto? Vogliamo stare larghi, 2000 euro d’affitto al mese. I gestori della struttura ricevono 30 euro al giorno a profugo, quindi 30*24= 720 euro, per una media di 30 giorni al mese= 21600 euro. 2000 mettiamoli pure in affitto, aggiungiamo altri 2000 di bollette (e sto decisamente largo), aggiungiamo circa 6500 euro di pasti (immagino preparati esternamente alla struttura), stiamo larghi, 8000, il pocket money da 2,50 euro che per 24 profughi per 30 giorni fa 1800 euro.

21600-
2000-
2000-
8000-
1800=
7800

SETTEMILA e OTTOCENTO euro di guadagno, calcolando che qualcuno ci ha già guadagnato l’affitto, e qualcun altro le spese per bollette ed alimentazione. Non male eh? Ovviamente l’idea non sarebbe questa; i soldi erogati andrebbero spesi quasi tutti, offrendo i servizi di cui sopra, TUTTI, nessuno escluso. Perché sono i servizi di cui c’è bisogno, come sarebbe necessario che le strutture ospitanti non fossero così tagliate fuori dal mondo, che con i 2,50 per questa gente è impossibile girare e trovare lavoro e sistemazione.

maicolengel at butac.it