Glifosato, fact-checkers e giornalismo
A me piace molto Agi, la ritengo una delle agenzie giornalistiche più serie nel nostro Paese, risultano anche uno dei tre soli siti di fact checking accreditati per l’Italia (noi di BUTAC, come anche David Puente, siamo solo blogger amatoriali per chi stila queste liste).
Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, capita che a sbagliare siano anche i migliori.
Il 14 maggio 2018 su Agi viene pubblicato quest’articolo dal titolo:
Non solo glifosato. Una nuova sinistra luce sui diserbanti
Prime tre righe del pezzo:
Il moto perpetuo della diatriba tra multinazionali della chimica e consumatori sugli effetti tossici dei diserbanti non si placa. Recenti studi scientifici condotti dall’US National Toxicology Program hanno mostrano che i diserbanti formulati hanno effetti tossici sulle cellule umane.
I recenti studi scientifici che vengono citati hanno un link che rimanda a una pagina che conosco bene, pagina che riporta in maniera molto chiara:
- In March 2015, the International Agency for Research on Cancer (IARC) concluded that glyphosate is a likely human carcinogen based on studies in humans and animals. They also reported that glyphosate-based formulations are often more toxic than glyphosate alone.
- In November 2015, the European Food Safety Authority (EFSA) concluded that glyphosate is unlikely to pose a carcinogenic hazard to humans.
- In May 2016, the Joint Food and Agricultural Organization of the United Nations/World Health Organization Meeting on Pesticide Residues concluded that glyphosate is unlikely to pose a carcinogenic risk to humans from exposure in the diet.
- Currently, the United States Environmental Protection Agency (EPA) is completing a new human health risk assessment on glyphosate including an evaluation of its cancer-causing potential.
Ovvero ci viene detto che a marzo 2015 lo IARC averebbe inserito il glifosato tra i potenziali cancerogeni (cosa che su BUTAC vi avevamo raccontato) ma che lo stesso anno e anche quello seguente altri studi avevano concluso che fosse poco probabile che il glifosato ponesse rischi per l’uomo. Uno studio su tre sostiene la pericolosità, gli altri due la negano. Esiste un quarto studio in corso, che però non è completato. Alla luce di questi dati a me non verrebbe da riportare in italiano che siano stati dimostrati questi effretti tossici sulle cellule umane. Perché Agi l’ha fatto senza spiegare tutto? Non mi è chiaro.
Vi ho già raccontato più e più volte come esista una lobby decisamente potente che tifa per bandire il glifosato dai prodotti usati in Europa. Io non sto dicendo che non vada fatto, ma solo che vada fatto solo e unicamente dopo averne certificato la pericolosità, cosa che fino a oggi non è stata ancora fatta.
L’articolo di Agi invece sembra dare per scontata questa tossicità che lo rende pericoloso. Anzi l’articolo fa solo un ripasso, molto di parte, di quelle che appunto sono state le conclusioni degli studi a sfavore dello stesso, senza fare minimamente cenno a tutto il resto.
È onestamente strano trovare un articolo così su una testata di solito attenta alle fonti, ma come ho detto all’inizio non tutte le ciambelle riescono col buco.
Per chi avesse voglia di serio ripasso sul glifosato, il RoundUp e il complotto Monsanto:
- La celiachia causata da un pesticida?
- Bambini deformati per colpa di Monsanto?
- SLA e Alzheimer per colpa di Monsanto?
- Prevenire è meglio che curare
- Contaminanti presenti negli spaghetti
- Granosalus e il glifosato
- Glifosato copia e incolla
- Manipolazione delle masse – glifosato
L’attacco al glifosato partiva anche da uno studio diventato abbastanza noto a chi tratta gli OGM, il nostro Gabriel Deckard se ne era occupato in un lungo dossier diviso in due parti:
Non siamo i soli ad avere parlato di queste cose, oltre alle fonti presenti in tutti i link qui sopra potete trovare materiale anche qui:
Chiunque parli di glifosato e non faccia tutte le premesse che spiegano come i dati che lo attaccano siano decisamente poco chiari purtroppo sta disinformando. Magari in buona fede, ma conta poco. Tutte le volte che si racconta un qualcosa come “fatto” anche se le fonti non sono così solide si sta facendo danno. Una storia, per falsa che sia, raccontata mille volte diventa vera, il rischio è grosso. Strano che ad Agi non ci abbiano pensato.
maicolengel at butac punto it
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