Google, il tracciamento e la disinformazione

Stanno circolando messaggi di vario genere che parlano della app di tracciamento scelta dal governo italiano. Non è mia intenzione parlare della stessa, ma dei messaggi dai toni allarmistici che circolano in merito. Ne esistono due versioni, una in forma testuale e almeno un video, girato il 24 maggio 2020.

Il succo è lo stesso sia nel video che nel messaggio testuale: si fa notare come su Android sia stata installata un applicazione che si chiama Notifiche di esposizione al COVID-19.

Ultim ‘Ora 24/05/2020 il Governo traccia già i cellulari con Android Morris San Greg diffondete

I ragazzi che hanno fatto il video già nel titolo fan capire di essere seguaci del nutrito gruppi di avvelenatori del pozzo che bazzicano su YouTube.

Non vi linko il video solo perché i due ragazzi hanno fatto un piccolo errore, e non hanno coperto i dati sensibili (nome, cognome ed mail) del proprietario del cellulare che stanno usando per la dimostrazione. Purtroppo dati coi quali è facile far danni, quindi evitiamo di metterci a identificare il signore.

Cosa c’è da dire su questa storia? Poco, perché basterebbe accendere cinque minuti lo spirito critico, leggere con attenzione quanto spiega il nostro telefonino cliccando sul nome di quel servizio Google e rendersi conto che non è la “app per il tracciamento”, ma solo un servizio fatto ad hoc per permettere alle app di tracciamento COVID-19 in giro per il mondo di funzionare se installate dall’utente. Quindi, quel servizio che troviamo inserito nel menu dedicato a Google non è di per sé la app, ma solo un aggiornamento che permette al nostro smartphone di far funzionare il tracciamento al meglio, rispettando, a quanto riportano, la privacy dei diretti interessati dal tracciamento.

Allarmare la gente con un video che nell’arco di 24 ore ha fatto più di 20mila visualizzazioni è da sconsiderati. Onestamente continuo a sperare che la famosa “task force” delle bufale stia tenendo traccia dei tanti soggetti che in questi mesi stanno contribuendo ad avvelenare il pozzo con disinformazione di vario genere. E che gli stessi vengano in qualche modo sanzionati per quanto hanno fatto.

La libertà di parola non significa libertà di dire sciocchezze, si può essere contrari all’app di tracciamento senza per questo dover raccontare panzane.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!