Chi seleziona cosa leggiamo?

Un articolo che parla di glifosato, ma anche degli algoritmi che selezionano le notizie da far comparire sui nostri smartphone

La nostra caporedattrice Noemi mi sgriderà, i titoli cripitici come quello di quest’articolo non aiutano l’indicizzazione dello stesso. Anzi, se non si capisce l’argomento di cui si va a parlare spesso i motori di ricerca relegano gli articoli alle ultimissime posizioni della ricerca, per fortuna esistono le parole chiave.

Ecco oggi la parola chiave è glifosato, lo è perché non passa giorno che tra le news che arrivano sul mio smartphone non trovi titoli come questo, del 18 luglio 2022:

Pesticidi nella pasta: glifosato trovato in tanti marchi in commercio

Titoli che continuano a fare allarmismo su qualcosa che non dovrebbe generarne. La domanda che sorge spontanea è quella del titolo: chi seleziona cosa viene diffuso dai servizi di news di cui oggi tanti fanno largo uso? Io uso Google News sul mio smartphone, e ogni giorno ho una selezione di notizie che dovrebbero interessarmi, che sia per geolocalizzazione o che sia per interessi personali l’algoritmo sa – o perlomeno crede di sapere – cosa può attirare la mia attenzione.

Il problema arriva nel momento in cui servizi che raggruppano le news non hanno filtri che possano bloccare tutta quella malinformazione che viene costantemente diffusa, come appunto nel caso del glifosato. Sia chiaro, non sto parlando dell’informazione, quella è giusto che ci sia, ma il titolo qui sopra non sta informando, sta allarmando.

È normale che nella pasta ci siano delle tracce di tutto quanto è stato usato per produrla. Normale che ci siano, l’importante è che le quantità siano all’interno di specifici limiti di legge, limiti che sono stati imposti dopo che se ne è studiato il possibile rischio.

Il limite di legge per le tracce di glifosato nella pasta nel frumento è di 10 mg/kg.

Gli articoli che fanno allarmismo sul tema e che state vedendo circolare in Italia riportano tutti i dati riscontrati da una testata svizzera, KTipp, testata che come altre, anche italiane, si occupa di fare analisi su prodotti di larga diffusione per aiutare il consumatore. I dati raccolti da KTipp (qui trovate le loro tabelle riportate su GreenMe) mostrano la presenza di Glifosato, Pirimifos-metil (un altro tipo di pesticida) e Deossinivalenolo (Don), sempre sotto ai limiti di legge.

La maggior parte dei siti che riportano la notizia evitano di spiegare questo dettaglio, e i pochi che lo fanno evitano di approfondire, spiegando magari che non solo sono sotto ai limiti di legge ma lo sono di svariate grandezze. Quindi non si tratta di stare sotto ai limiti per il rotto della cuffia, ma in certi casi di centinaia di volte meno del massimo valore concesso. Valore che comunque è a sua volta molto inferiore a quelli che sono ritenuti i limiti di tolleranza per il corpo umano.

Ripeto quanto detto nel titolo, sono solo gli algoritmi a selezionare le fonti delle notizie che vengono passate dai servizi come Google News? Se così fosse credo sia il caso correggere quegli algoritmi rendendo meno facile per siti che fanno abituale sensazionalismo diffondere allarmismi che hanno il magico potere di influenzare l’opinione pubblica, lo ricordate vero l’olio di palma?

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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