Greta Thunberg, denigrazione gratuita


Sul blog Gli Occhi della Guerra il 2 marzo 2019 è apparso un articolo che s’intitola:

Ecco chi c’è davvero dietro Greta Thunberg

Greta, come credo sappiate, è quella ragazza di 16 anni che ogni venerdì fa lo Sciopero del clima davanti al Parlamento svedese. L’articolo de gli Occhi della Guerra come è facile intuire vuole screditare la ragazza e la sua battaglia sull’emergenza climatica. L’ho letto con interesse, e la prima cosa che mi ha incuriosito è questa:

La bella storia di Greta Thunberg inizia il 20 agosto 2018. Rentzhog, che è fondatore della start-up We Do not Have Time, incontra Greta di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebook. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato da Greta. Curiosamente, quattro giorni più tardi, il 24 agosto, esce il libro dei genitori di Greta, Scenes from the Heartche racconta i dettagli della vita privata della coppia e della figlia. Una banale coincidenza? Forse.

Oh cacchio, il giornalista ha ragione, una coincidenza decisamente strana, come mai avevano già pronto un libro coi dettagli della vita privata della famiglia? Nessuno conosceva Greta in quel momento, era un’adolescente come un’altra. Sono andato a cercare il libro, l’autrice è la mamma, con l’aiuto del marito, questa la copertina:

L’avete notato che c’è la signora Malena in copertina? Della figlia Greta non c’è traccia, perché, come ho scoperto, il libro non ha quasi nulla a che fare con Greta, ma con l’altra figlia di Malena, Beata. Una bimba a cui sono stati diagnosticati disturbi nello spettro dell’autismo. Il libro viene lanciato con grande risonanza perché la star è Malena, che è una nota cantante lirica svedese. Greta in tutto questo non ha nulla a che fare (anche lei ha un disturbo lieve dello spettro, ma non è lei la protagonista del libro). Sfruttare l’episodio senza spiegare queste cose è manipolare i fatti. L’omissione in certi casi è uguale alla bugia.

Il libro di Malena è stato scritto per sensibilizzare il pubblico sui giusti approcci da avere in una situazione come la sua, con consigli per gli altri che dovessero trovarsi su quel percorso. Quindi abbiamo una persona di una certa popolarità che attira su di sé l’attenzione per sensibilizzare su un problema. Non ci vuole molto a immaginare che anche la figlia Greta sia sensibile a questo genere di comunicazione. E che proprio una famiglia come la sua le abbia permesso di avere modo e spazio per portare avanti la sua protesta.

L’articolo de Gli Occhi della Guerra prosegue spostando l’attenzione sui leader del movimento We Do not Have Time che oggi ha Greta nel proprio consiglio direttivo. L’accusa è che dietro al gruppo ci sia Kristina Persson, legata ai socialdemocratici e attiva politicamente per contrastare le derive nazionalistiche che emergono in Europa. Non metto in dubbio che We Do Not Have Time abbia supporti politici, è normale cercarli. Specie per battaglie ambientaliste che senza l’intervento dei politici rimarrebbero solo parole lanciate nel vuoto.

Il succo dell’articolo su il blog de il Giornale è che siccome alle spalle di Greta ci sono attivisti politici che vanno contro le politiche della testata la battaglia di Greta è da screditare.

Non credo di potermi ritrovare con quella conclusione. La battaglia di Greta è ammirevole, denigrarla solo perché vicina a fazioni avverse è superficiale. Specie visto che il riscaldamento globale non è qualcosa in dubbio.

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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