Hai un negozio? Devi morire! (di tasse)



Questo cartello gira da tempo immemore e non si può certo definire bufala. Vanno però chiariti alcuni punti e alla fine, il risultato non sarà esattamente lo stesso. Dopo i chiarimenti vi lascio a una mia veloce considerazione sulla base della mia esperienza personale e alla luce di quanto qui riportato.


INCASSI 500 euro al giorno
120.000 euro l’anno



Eh no, già qui c’è qualcosa che non torna: 120.000 € diviso 500 € fa 240 giorni l’anno. Ma non erano 365? Volendo togliere 52 domeniche e 24 giorni di ferie, abbiamo un totale di 289 giorni, che per 500 € al giorno non fa 120.000 €, bensì 144.500 €.

Partendo da questo assunto, rifacciamo i conti.



INCASSI 500 euro al giorno
144.500 euro l’anno

USCITE SU BASE ANNUA (sempre in €):

Be’, decisamente più di 650 € al mese! Tutto questo senza tener conto di una cosa: tutte le spese sopra citate vengono in qualche maniera detratte dalle tasse che andremo a pagare.

*** DISCLAIMER ***

Fin qui la parte che occorreva chiarire, di seguito alcune mie personalissime considerazioni.

*** END OF DISCLAIMER ***

Da commerciante, aggiungo che tutte le spese riportate andrebbero inserite nel costo della merce che si vende e da lì, partire a fare il prezzo di vendita finale. Tutte quelle spese contribuiscono alla vostra attività per vendere quel determinato bene, quindi vanno sempre tenute a mente. Se non lo fate e avete attività commerciale di vendita, perdonatemi: state partendo con il piede sbagliato, non è così che si gestisce un’attività. Se pensate ai grandi brand, loro mettono SEMPRE in conto tutte le altre spese. Perché è così che si può pensare di crescere e resistere.

Se dovessi suggerire un corretto sistema, vi direi questo: se la merce la pagate 72.250 €, dovete aggiungervi circa 12.000 € di spese e partire con il vostro giusto ricarico da lì, vendendo tutto ad una cifra superiore tanto da portare l’incasso giornaliero a circa 585 €, anziché 500. Un 17% in più sul prezzo di vendita.
Non dico sia poco, ma è il sistema corretto per coprire i tuoi costi e magari capire in fretta quando è il momento di cambiare strategia, o chiudere.

Sia chiaro, non è mia intenzione sostenere che le tasse siano basse. Qui abbiamo visto una versione “rosea” con un negozio che lavora, eppure esistono tantissime attività commerciali che passano giornate intere senza battere chiodo, anche per cause loro indipendenti. Le spese purtroppo sono fisse e solo le tasse sui guadagni possono diminuire. Tutte le altre restano fisse. Affitto, luce, commercialista, INPS, INAIL, telefono: tutte spese sostenute per vendere un bene e per fornire un servizio. Tutte spese che tocca pagare, che ci siano o meno entrate.

In Italia tante di queste voci sono tra le più alte in Europa rendendo spesso difficile la concorrenza coi mercati vicini, anche volendo aprirsi ai mercati di vendita online.

Se un negoziante fosse per davvero nella situazione descritta dal cartello che circola, a mio parere dovrebbe chiudere prima del patatrac inevitabile; chiudere in maniera pulita, senza lasciare debiti in giro, come invece sta diventando prassi comune.

Prassi delle più dannose.

maicolengel at butac punto it