Hillary Clinton e l’ISIS

HILARISIS

Il materiale che tratterò è vecchiotto – un articolo dell’Agosto scorso e un video del 2012 – ma negli ultimi giorni mi è capitato di incapparci. Il denominatore comune è l’ISIS, anche se in un caso è completamente sbagliato. L’uso di personaggi famosi, ai quali si distorce, manipola, ritaglia o anche semplicemente inventa traduzioni fantasiose per portare avanti le proprie battaglie, è un grande classico della peggior gente che abita l’Internet. Chiunque abbia anche solo un minimo di senso critico viene immediatamente il dubbio, ma a giudicare dai commenti degli utenti che si possono vedere online, purtroppo, c’è gente che si beve tutto. Mandando giù anche la bottiglia.

Il video

Mentre si stava discutendo su quanto fosse debole, come prova della sponsorizzazione dell’ISIS da parte degli Stati Uniti, il fatto che alcuni miliziani utilizzino dei coltelli di fabbricazione statunitense, ecco comparire un misterioso individuo che ci svela un segreto terribile.
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Tenta di illuminarci con un video su Youtube che parla di al-Qaeda. Anche i meno informati avranno notato un piccolo errore: al-Qaeda e ISIS vengono utilizzati come sinonimi, come se fossero la stessa cosa. Per quanto possano avere tantissime affinità, entrambi vengono indicati come gruppi estremisti salafiti che, forse, hanno operato insieme. La mia speculazione è che siano due gruppi separati che hanno strutture differenti. Se si vuole credere a ogni costo che siano opera degli USA, questa informazione è inutile e si decide volontariamente di ignorarla. Altro dettaglio non da poco: il video è del 2012, quando non esisteva traccia di quello che oggi viene chiamato ISIS. È perciò impossibile che Clinton stesse riferendosi a loro.

“We had a huge trust deficit, in part because the US had… to be fair we had helped to create the problem we’re now fighting.
Because when the Soviet Union invaded Afhanistan we had this brilliant idea that we’re gonna come to Pakistan and create a force of Mujahedin, equip them with Stinger missiles and everything else to go after the soviets inside Afhanistan. And we were successful, the soviets left Afghanistan and then we said “Great, goodbye” leaving these trained people, who were fanatical in Afghanistan and Pakistan leaving them well armed creating a mess that frankly at that time we didn’t really recognize. We were so happy to see the Soviet Union fall we tought “fine, we’re ok now, everything is gonna be so much better”
Now you look back, the people we are fighting today we were supporting in the fight against the soviets”

Sconvolgente, eh?
Ma siamo proprio sicuri di aver capito a chi si stia riferendo, e che sia proprio una novità? In realtà Hillary Clinton sta parlando dei talebani, eredi dei Mujahedin che, con l’aiuto del Pakistan e Stati Uniti, combatterono contro l’invasione dell’URSS tra gli anni ’70 e ’80. Quello della Clinton è l’opinione di tutti, ben chiaro da subito dopo l’11 Settembre – quando divenne di pubblico interesse che i talebani aiutassero al-Qaeda e Bin Laden.
Come ho scritto poco sopra, l’ISIS non è al-Qaeda – che a sua volta non sono i Talebani. A loro volta non rappresentano tutti i mujahedin. Quando gli Stati Uniti decisero di invadere l’Afghanistan, gli “altri” Mujahedin combatterono al loro fianco contro il regime teocratico talebano. I confini tra un gruppo e un altro possono essere sfocati e difficili da individuare, ma è come confondere greci, italiani e spagnoli: ci sono tantissimi elementi in comune, ma troviamo una enorme quantità di differenze.

L’articolo

Svariati siti hanno riportato questa “notizia”. Scelgo proprio il primo che compare su Google:
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Hillary Clinton: L’Isil è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano
L’ex segretario di Stato Usa rivendica la creazione della guerriglia islamista, in funzione anti Assad. Poi accusa Obama di averne perso il controllo a causa della sua posizione troppo attendista. «Avrebbe dovuto fare come Netanyahu, affondando il colpo».

Altra dichiarazione incredibile di Hillary… quante se ne lascia scappare!

L’ex segretario di Stato Usa Hillary Rodham Clinton ha rilasciato un’intervista a Jeffrey Goldberg del giornale web “The Atlantic”

Ovviamente il link non c’è – strano, ve’? – ma eccovelo. Confrontiamo cosa c’è scritto nell’intervista e cosa è stato riportato. Partiamo dai titoli:

Hillary Clinton: L’Isil è roba nostra, ma ci è sfuggita di mano

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Hillary Clinton: ‘Failure’ to Help Syrian Rebels Led to the Rise of ISIS
Hillary Clinton: il nostro fallimento nell’aiutare i ribelli ha portato all’ascesa dell’ISIS

Come potete vedere, la frittata è stata girata. ISIL e ISIS sono due varianti in base alla traduzione, ma ci si sta riferendo sempre allo stesso soggetto.

«È stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq»

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“The failure to help build up a credible fighting force of the people who were the originators of the protests against Assad—there were Islamists, there were secularists, there was everything in the middle—the failure to do that left a big vacuum, which the jihadists have now filled,”
Il fallimento nell’aiutare a creare una forza combattente credibile formata dalle persone dalla quali era partita la protesta contro Assad – che erano islamisti, secolaristi e tutto quello che ci sta in mezzo – questo fallimento ha portato ad un grosso vuoto, che è stato riempito dagli jihadisti.

Piccoli dettagli portano a significati diversi. Nella versione inglese, Clinton sostiene che gli USA non siano riusciti ad aiutare i ribelli anti-Assad per creare un’unica forza; questo insuccesso ha lasciato il campo aperto ai jihadisti, che hanno preso il sopravvento. Nell’articolo in italiano si intuisce che la forza creata dagli Stati Uniti sia diventata l’ISIS.

«In un’intervista che risale allo scorso febbraio il presidente Obama mi disse: “Quando hai un esercito di professionisti che combatte contro contadini, falegnami e ingegneri che iniziano una protesta devi fare qualcosa. Purtroppo modificare l’equazione delle forze in campo è difficile, e quasi mai ci si riesce. All’epoca non capii. Oggi mi è tutto chiaro», scrive Goldberg

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In an interview in February, the president told me that “when you have a professional army … fighting against a farmer, a carpenter, an engineer who started out as protesters and suddenly now see themselves in the midst of a civil conflict—the notion that we could have, in a clean way that didn’t commit U.S. military forces, changed the equation on the ground there was never true.”
Well, his former secretary of state, Hillary Rodham Clinton, isn’t buying it.
In una intervista a Febbraio il Presidente mi disse che “quando c’è un esercito di professionisti che combatte contro contadini, falegnami o ingenieri che da semplici protestanti si sono ritrovati nel mezzo di una guerra civile, l’idea che avremmo potuto cambiare l’equazione sul campo in una maniera pulita senza utilizzo delle nostre forze militari non è mai stata valida.
Bene, la sua ex Segretaria di Stato, Hillary Rodham Clinton, non è proprio d’accordo.

La parte “All’epoca non capii. Oggi mi è tutto chiaro” è totalmente inventata – non c’è nel testo originale. Il senso delle parole di Obama è completamente stravolto. Egli affermò che non c’era modo di intervenire in modo da dar supporto a chi contestava Assad e senza intervenire con soldati o risorse dell’esercito. Hillary sostiene invece che qualcosa sia stato fatto, ma senza riuscire ad amalgamare i ribelli e lasciando il fianco scoperto ai jihadisti, che hanno poi preso il controllo. In quella specie di traduzione che gira, Obama dice che siano dovuti intervenire, ma che dai loro errori è venuto fuori il casino che c’è adesso, l’ISIS.
O queste persone sono così ignoranti da non riuscire a capire l’inglese, oppure manca loro il minimo di rispetto verso i lettori, propinando loro informazioni volutamente sbagliate, manipolate e prive del significato originale. È necessario andare avanti? in 4 frasi sono riusciti a cambiare tutto il significato dell’articolo originale. Eccovi la parte riguardo ad Israele, giusto per rendere più chiaro il punto di vista di chi ha fatto la “traduzione” originale.

E a proposito dell’atteggiamento di Israele verso i palestinesi: «Israele ha fatto quello che serviva per contrastare i missili sparati dai palestinesi. Israele ha il diritto di difendersi. Netanyahu ha agito correttamente, come andava fatto. Le vittime civili, i bambini, le donne, sono tutti effetti collaterali di una politica giusta. Quando un Paese democratico attacca, ovviamente, colpisce anche civili innocenti. Ma alla base c’è comunque un processo decisionale etico che non appartiene ai Paesi non occidentali. E comunque, la colpa per quello che sta accadendo resta ad Hamas».

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“I think Israel did what it had to do to respond to the rockets,” she told me. “Israel has a right to defend itself. The steps Hamas has taken to embed rockets and command-and-control facilities and tunnel entrances in civilian areas, this makes a response by Israel difficult.”
I asked her if she believed that Israel had done enough to prevent the deaths of children and other innocent people.
“[J]ust as we try to do in the United States and be as careful as possible in going after targets to avoid civilians,” mistakes are made, she said. “We’ve made them. I don’t know a nation, no matter what its values are—and I think that democratic nations have demonstrably better values in a conflict position—that hasn’t made errors, but ultimately the responsibility rests with Hamas.”
“Credo che Israele abbia fatto quello che doveva fare in risposta ai razzi” mi ha raccontato. “Israele ha il diritto di difendersi. La decisione di Hamas di nascondere i razzi, i centri di controllo e gli ingressi dei tunnel in aree civili ha reso la risposta di Isreale molto più complicata”
Le chiesi se Israele avesse fatto abbastanza per prevenire la morte di bambini e persone innocenti.
“Anche se si cerca di essere il più attenti possibile, come facciamo anche noi americani, si possono commettere degli errori. Anche noi li abbiamo fatti. Non conosco nessuna nazione, indifferentemente dai propri ideali – e credo che i paese democratici abbiano dimostrato valori più elevati in caso di conflitto – che non abbia mai fatto errori, ma ritengo essere Hamas la parte da incriminare principalmente.”

Ed eccoci di fronte al falso clamoroso! Non c’è un concetto che venga riportato in maniera corretta. Non c’è molto altro da aggiungere, solo una piccola nota a chi si ciba di questa merda controinformazione. Se questo è il tipo di informazione che vi piace sentirvi raccontare, meritate davvero il mondo di merda nel quale siete convinti di vivere.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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