Hitler è morto in Brasile nel 1984?

Oggi vi propongo una bufala storica stupendamente comica.

Secondo Simoni Renee Guerreiro Dias, Hitler non sarebbe morto suicida nel 1945. In realtà, sarebbe morto nel 1984 in Brasile, dopo aver vissuto per anni dietro un’identità falsa, quella di Adolf Leipzig.
Qui l’articolo pubblicato su Today.it

Ma che prove porta a riguardo la Diaz?

La prima è che molti gerarchi nazisti, effettivamente, scapparono in Sud America. Due su tutti, Adolf Eichmann, uno dei maggiori responsabili nello sterminio degli ebrei, e Josef Mengele, l’arcinoto Todesengel, l’angelo della morte.

La seconda prova si basa sul cognome scelto per l’identità falsa. Leipzig (Lipsia, in italiano) è la città dove visse, e morì, Johann Sebastian Bach, il compositore preferito dal fürher.

La terza prova è la foto riportata insieme all’articolo. La Dias, per essere sicura che il vecchietto fosse realmente Hitler, c’avrebbe photoshoppato sopra un baffetto alla Hitler (beh, mi sembra ovvio). Solo a questo punto, s’è sentita certa al 100% della sua tesi.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
Scusate, ma non riesco più a trattenere le risate.

Poteva anche reggere il discorso, almeno fino alla fuga in Sud America.
Già l’elucubrazione sul nuovo cognome era al limite del ridicolo.
Adolfo, senti, ti devi scegliere la nuova identità falsa.”
Mah, guarda, il nome me lo tengo che a me mi piace. Però mettici Leipzig come cognome, che son troppo un fanboy di Bach.
Ma quando ho letto del baffetto photoshoppato, non sono più riuscito a trattenermi. Erano mesi che non ridevo così tanto per una bufala.

Mi dispiace, mia cara e simpaticissima Dias, ma Hitler è morto suicida a Berlino, il 30 aprile 1945. Il suo corpo è stato, in seguito, bruciato, insieme a quello di Eva Braun, in una buca davanti alla Cancelleria del Reich.
Esistono numerose foto che documentano quello che è avvenuto realmente. Non le linko qui direttamente, dato che potrebbero risultare troppo cruente, ma potete trovarle facilmente su Google Immagini.

Hitler era un personaggio troppo in vista per poter scappare come tanti altri gerarchi nazisti. Inoltre, già il 22 aprile 1945, rese noto di voler rimanere a Berlino fino all’ultimo, e di volersi suicidare, nonostante l’Armata Rossa fosse già alle porte della città.

Anche la decisione di bruciare il cadavere faceva parte delle ultime volontà di Hitler, come scritto nel suo testamento.

Citando lo storico Guy Walters, la tesi della Dias è “al 2000% spazzatura senza sostanza. Si basa su tesi cospirazioniste e non ha alcun posto nella ricerca storica.

La Dias ha annunciato di voler effettuare un test del DNA, comparando i resti, ancora da riesumare, di Leipzig con il DNA di un discendente di Hitler, ancora in vita, che risiede in Israele.
Ma, qualcosa mi dice che non sentiremo più parlare della Dias.

Qui potete leggere un altro articolo a riguardo.

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