I dati sulle false violenze sessuali, le assicurazioni antistupro e il pessimo giornalismo

violenze

In queste settimane il giornalismo italiano ha toccato il fondo del barile e ha anche preso a scavare. Con Rimini, quando un giornalista di Libero ha preso per il motore di ricerca di Youporn la prima pagina di uno dei quotidiani più letti d’Italia. Con Firenze, in qualsiasi modo possibile. Delle vittime non importa nulla a nessuno, come al solito. L’importante è sbattere le proprie fantasie sessuali in prima pagina o trovare modi fantasiosi antiquerela per chiamare tr…. “donne di facili costumi” (ci leggono anche alle scuole medie ndr) e bugiarde le due studentesse americane.
Quello che è successo è grave. Non parlo solo della violenza in sé, ma parlo soprattutto del comportamento di alcuni giornalisti, che citerò ove possibile per nome. Il linguaggio è importante e un giornalista professionista dovrebbe saperlo. Dovrebbe aver a cuore il riportare (al di là dell’orientamento politico) i fatti come sono avvenuti, dovrebbe fare il passo in più e fare fact-checking PRIMA di pubblicare un articolo. Qui non è accaduto nulla del genere.

Partiamo da una cosa che è passata un po’ in sordina, purtroppo. Purtroppo perché è una di quelle bufale che fanno male, che alimentano la sfiducia nei confronti della giustizia e che portano le vittime di violenza a non denunciare.

Il 90% delle denunce di stupro risulta falso

Molti giornali hanno riportato che “il 90% delle denunce di stupro risulta falso”, numeri a casaccio sul numero di denunce (again, ma il fact-checking?) e abomini del genere. Nel leggere questi articoli, di cui ora vi faccio la walk of shame, ho dovuto trattenere i conati.

Partiamo dal Secolo XIX. Da parte di Grazia Longo, apprendiamo che:

[Però non si può neppure dimenticare che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su 150-200 denunce all’anno, il 90% risulta falso]
Il Mattino, con un articolo anonimo:
[Insomma, la storia è di quelle molto delicate e complicate da risolvere. Anche perché in queste ore, a Firenze, circolano dati sulla quantità di denunce per violenza sessuale presentate da circa 4-5 mila stranieri che affollano le università cittadine. Circa 150-200 all’anno che poi finiscono in un nulla di fatto (un novanta percento di assoluzioni). Ma tanto dolore e guai per tutti. ]
“Circolano dati”. È fare giornalismo questo? O è solo fare disinformazione? A voi l’ardua sentenza.
La Stampa, sempre a firma Grazia Longo:
[Però non si può neppure dimenticare che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su 150-200 denunce all’anno, il 90% risulta falso]

Eccetera eccetera.
I dati da dove sono stati presi? Qual è la fonte? Chi ha raccolto quei dati? Che metodologia ha utilizzato? Mistero della fede.

Grazia Longo ha risposto a un post di Arianna Ciccone su Facebook così:

[Cara Arianna, innanzitutto scusa il ritardo della mia risposta ma non avevo visto tuo intervento che mi è stato segnalato da una collega. Mi spiace molto che in tanti abbiate avuto l’impressione che il mio articolo volesse sminuire la gravità dell’orrore subito dalle due studentesse americane. La questione della polizza antistupro non è una fake news, perché, come ribadisce anche l’avvocato di una delle due ragazze, fa parte di un’assicurazione più ampia stipulata dalle università americane per le studentesse che si recano all’estero. Comprende vari reati, dal furto alla rapina allo stupro. Ma l’ho riportato come dato oggettivo e non per insinuare qualcosa contro le ragazze. Che hanno, peraltro, tutta la mia solidarietà. Quanto ai numeri delle denunce, li ho avuti da una fonte accreditata e attendibile. Ho visto che poi il questore ha smentito, ma la mia fonte no. Avrei dovuto scrivere quei dati tra virgolette per evidenziare che si trattava di una fonte e non di una mia valutazione. Ribadisco, infine, la totale comprensione del dramma vissuto dalle ventenni. Come credo si possa intuire anche dai pezzi pubblicati stamani. Grazie per l’attenzione. Grazia Longo]

Fonte accreditata e attendibile. Again, quale? E soprattutto, perché anonima? Quale fonte più attendibile del Questore ci può essere in questi casi? E soprattutto, se l’intento non era insinuare qualcosa, come mai lo ha scritto? Il Questore (e questo sarebbe ancora più grave!) ha quindi mentito? Quale sarebbe la ragione, se non quella di far passare le ragazze come bugiarde, di un commento del genere? Nessuno, ovviamente.

L’articolo poi è stato aggiornato con queste note:

[nota della redazione In questo articolo alla frase «Non si può neppure dimenticare che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su 150-200 denunce all’anno, il 90 per cento risulta falso», abbiamo aggiunto l’attribuzione (una fonte istituzionale attendibile) e le virgolette. Questo per chiarire che non si tratta di considerazioni dell’autrice ma di un’informazione raccolta in un contesto che resta coperto secondo le regole deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti. Questo perché alcuni lettori ci hanno rimproverato il passaggio come una nostra opinione. I dati cui fa riferimento la fonte non sono nelle statistiche ufficiali perché non sono ancora confluiti nei database Istat. ]
“Fonte istituzionale attendibile”…

La Questura di Firenze, interpellata da Claudia Fusani, invece, racconta un’altra storia: che le denunce sarebbero una cinquantina e che non vengono fatte distinzioni di nazionalità. Quindi qui qualcuno mente: o l’ISTAT, che non ha aggiornato con i presunti dati, o il Questore, o la fonte anonima: le storie non combaciano, e quella della giornalista, che è l’unica anonima, diventa a ogni ora sempre più imbarazzante e cedevole.
Fra l’altro, cosa viene definito una falsa accusa? Un’assoluzione in terzo grado di giudizio? Una persona che, dopo aver confessato di aver mentito, subisce una condanna per calunnia e falsa testimonianza? Le denunce ritirate dopo essere state presentate? Anche qui niente, non sappiamo cosa costituisce una “falsa accusa”, non sappiamo chi sia la fonte “attendibile” e non abbiamo sotto mano i dati, la metodologia di ricerca, gli autori. Non abbiamo niente.

Qui, se vi interessa, il numero di denunce totali nella città di Firenze nel 2015:

[Alla riga “violenze sessuali”, nell’anno 2015 e nell’area di Firenze le denunce sono state 57]

L’articolo di Claudia Fusani tra l’altro spiega la questione delle polizze assicurative per studenti. Sono polizze che chi viaggia all’estero talvolta stipula. Questo perché all’estero le cure mediche o le spese legali di un viaggiatore straniero sono tutte a carico dello stesso, che senza assicurazione, in caso di bisogno, dovrebbe trovarsi a sborsare migliaia di euro seduta stante.
Queste polizze possono anche coprire vari crimini di cui ci si può trovare vittime durante un viaggio, come furti o rapine. Non è niente di fuori dal mondo, o “sospetto”, o una truffa. Se chiunque potesse stipulare un’assicurazione con lo scopo preciso di subire un crimine queste assicurazioni non esisterebbero. È grave pensare che siccome qualcosa per cui mi sono assicurato succede allora io abbia necessariamente truffato l’assicurazione, come però insinuano i giornali.

Io auspico in una presa di posizione da parte dell’Ordine dei Giornalisti e dei direttori dei giornali in questione, e che vengano obbligati a pubblicare le smentite relative a queste notizie del tutto inventate. E anche che si scusino, sia con le vittime sia con i propri lettori. Perché le frecciatine, le insinuazioni, i “se la sono cercata” e i giudizi morali non fanno parte della “cronaca” e non devono trovare posto in questo genere di notizie.

La redazione
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Colleghi e giornalisti che si sono occupati bene della questione ci sono stati: tra gli altri David Puente sul suo blog, Next Quotidiano, e anche Giornalettismo. Contiamo che chi ha sbagliato si adegui prima o poi a quello che piccoli siti come anche il nostro si sono abituati a fare, specie con notizie di questa portata: verificare sempre la fonte di qualsiasi affermazione. Se si riportano inesattezze, specie in casi come questi, l’eco della bufala si sparge anche all’estero. Non ci facciamo una bellissima figura.

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