I dati personali e il Green pass

Il carabiniere mi ha chiesto il Green pass, io seraficamente gli ho letto una cosa che non avevo capito

C’è un post che sta circolando su Telegram – ma viene ripreso da alcuni anche su Facebook – dove si parla di regolamenti europei e certificazione vaccinale. Il post che ci avete segnalato è questo:

TESTIMONIANZA DI UNA DOCENTE (Telegram): Dopo oltre tre quarti d’ora di attesa, sono stata convocata in maniera riservata in presidenza, alla presenza della dirigente, dei due vicepresidi e di un carabiniere.
Appena entrata ho chiesto il consenso alla registrazione della conversazione ma mi è stato negato.
Il carabiniere si è presentato e mi ha esposto il motivo per il quale era stato chiamato, dopo di che mi ha chiesto di mostrargli il green pass, io gli ho cortesemente risposto che mi dispiaceva ma lui non era autorità legittimata a farmi quella richiesta, così dopo aver citato il DL 111 e avermi ricordato che lui rappresentava lo stato mi ha fatto di nuovo la richiesta.
Io seraficamente gli ho letto l’articolo 10 comma 3 del regolamento europeo 953/2021, che dice che solo la polizia aeroportuale e la polizia di frontiera hanno facoltà di richiedere l’esibizione del green pass, ricordandogli che è una norma superiore rispetto al DL italiano. Il carabiniere ha preso i riferimenti di legge e, prima di andare a controllare, mi ha chiesto perché se tutti esibivano il green pass, io non volevo farlo. Al che gli ho risposto che la risposta ad una domanda del genere era troppo ampia perché ci potevano essere mille motivazioni di tipo ideologico e che ne avremmo potuto chiacchierare fuori dalla scuola in un altro momento, ma ho voluto far notare che, visto che ormai è sotto gli occhi di tutti che una persona vaccinata può essere infettiva quanto una persona non vaccinata, chiedere un tampone a chi non è vaccinato corrisponde a discriminare. Inoltre gli ho fatto notare che nel momento di un eventuale tentativo di allontanamento da scuola, sarebbe stata interruzione di pubblico servizio si sarebbe leso il mio diritto/dovere di lavorare, in quanto io ero lì per svolgere il mio servizio. Quando il carabiniere è rientrato dopo a verifica delle norme e il confronto con i suoi superiori, il suo sguardo nei miei confronti era cambiato, i suoi occhi brillavano. Mi ha detto che era tutto a posto, che io potevo continuare a svolgere il mio servizio anche nei giorni seguenti e che il problema andava risolto in ambito scolastico, rivolgendosi alla dirigente ha detto che subito dopo avrebbe approfondito questo discorso con lei. Quindi si è alzato in piedi e mi ha detto : “ci salutiamo con il pugno perché diversamente non possiamo, in bocca al lupo per tutto, mi raccomando continui a far valere i suoi diritti”. Non ho idea di cosa farà la dirigente adesso, ma qualunque sarà la strada che vorrà intraprendere, io so che la normativa, quella legittima, è dalla nostra parte.>>>

Il testo che viene condiviso è molto più lungo della veloce sbufalata che andremo a fare. Vedete, chi ha scritto questo wall of text sostiene di essere insegnante, spero che al massimo insegni alla scuola circense per pulci acrobatiche perché è chiaro che non mette alcuna attenzione in ciò che legge. Il regolamento europeo a cui fa riferimento, all’articolo 10 comma 3 dice testualmente:

I dati personali inclusi nei certificati di cui all’articolo 3, paragrafo 1, sono trattati dalle autorità competenti dello Stato membro di destinazione o di transito, o dagli operatori di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri tenuti, a norma del diritto nazionale, ad attuare determinate misure di sanità pubblica durante la pandemia di COVID-19, unicamente per verificare e comprovare lo stato di vaccinazione, il risultato del test o la guarigione del titolare. A tal fine, i dati personali sono limitati allo stretto necessario. I dati personali consultati a norma del presente paragrafo non sono conservati.

Quindi il carabiniere della favoletta, rappresentando un’autorità competente dello Stato membro, come da regolamento europeo ha tutto il diritto di chiedere l’esibizione del certificato. E non solo: se avete letto con attenzione si parla di “dati personali inclusi nei certificati”. Ma il Green Pass si può esibire mostrando solo il QR code che, a chi lo controlla, non mostra dati personali bensì solo la validità di quel codice. Come già spiegavamo, la Legge italiana prevede che possa essere controllato non solo dalle forze dell’ordine, ma anche dal preside della scuola, come si evince da quest’elenco:

Alla verifica sono deputati:
a) i pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni;
b) il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’apposito elenco disciplinato dall’art. 3, comma 8, della legge n. 94/2009;
c) i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati;
d) il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati;
e) i vettori aerei, marittimi e terrestri, nonché i loro delegati;
f) i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socioassistenziali per l’accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati.

Tutte cose che un’insegnante dovrebbe sapere, o comunque essere in grado di verificare in pochissimo tempo. Chi ha scritto quel messaggio è un avvelenatore seriale di pozzi, diffonde disinformazione perché spera che si crei il caos.

Per fortuna gli insegnanti che conosco sono al 99% vaccinati, mia moglie inclusa, e muniti di Green pass.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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