I migranti al confino in Danimarca

La storia circola moltissimo, come se quanto raccontato fosse imminente, ritengo pertanto doveroso cercare di fare un poco di chiarezza su questa notizia.

Titola The Vision:

LA DANIMARCA CONFINERÀ I MIGRANTI SU UN’ISOLA CON GLI ANIMALI INFETTI

. COSÌ L’EUROPA MUORE.

Come sanno tutti quelli che leggono BUTAC da anni, siete su un blog decisamente europeista. Ma il titolone di The Vision a mio avviso è fuorviante. L’idea che si fa chiunque lo legga è che la Danimarca sia in procinto di ghettizzare tutti i migranti che arrivano sul suolo danese. In realtà – basta leggere tutto l’articolo – le cose sono lievemente diverse. L’isola, che fino a ora era stata usata come laboratorio scientifico, diventerà un “ghetto” solo per gli immigrati che hanno commesso crimini e pertanto non sono accolti sul suolo danese, per un massimo di 125 soggetti. Al momento in Danimarca risultano circa mezzo milione di immigrati. Tra cui 40mila siriani, 63 mila turchi, 32mila iracheni, 26mila libanesi e così via. Capire che un’area che andrà a ospitare 125 soggetti pregiudicati su una popolazione di mezzo milione di migranti non rappresenti la morte dell’Europa è importante.

Certo non piace a nessuno (almeno nessuno che abbia una vaga idea di che cosa siano i diritti umani e a cosa servano) l’idea di un ghetto così isolato, sempre meglio di una prigione con le sbarre, ma comunque non la soluzione ideale. Spiega lo stesso Vision:

Sull’isola verrà costruito, entro il 2021, un centro di espulsione dove i migranti – un massimo di 125 persone, che hanno compiuto un reato e ai quali è stata rifiutata la richiesta d’asilo – saranno costantemente sorvegliati dalla polizia.

Chi sarà sull’isola non sarà detenuto, potrà andare quando preferisce, pagando di tasca sua il traghetto, o facendoselo pagare dallo Stato danese nel caso il viaggio avvenga per motivi di salute o per ragioni legate al suo status di rifugiato. La notte però dovranno fare ritorno sull’isola. The Vision (e Amnesty) riportano che il costo del biglietto sarà proibitorio, senza però che nessuno dei due dia una fonte verificabile (e non ne ho trovate). Potranno ricevere visite, parenti, dormiranno quasi tutti in camere doppie, sull’isola dovrebbe essere costruito uno spaccio per tutti i generi di prima necessità. Gli alloggi non saranno però forniti di cucina, del cibo se ne occuperebbe l’amministrazione con una mensa.

L’idea è la stessa dietro al centro Kærshovedgård, già in attività, e le regole pare saranno le stesse.

Una cosa che però va specificata è che di tutto questo si sta parlando tanto sui media senza che vi sia alcuna certezza che verrà fatto. Ad oggi non esistono veri piani e progetti e a maggio 2019 in Danimarca ci sono le elezioni. La stessa Amnesty International riporta:

Il sospetto, insomma, è che l’ennesimo annunciato giro di vite, in un Paese con una delle normative più rigide sull’immigrazione, sia un espediente da campagna elettorale e segua la comunicazione cattivista che molti Paesi, quali Ungheria, Norvegia e di recente la Germania, hanno adottato come deterrente per scoraggiare i richiedenti asilo a raggiungere i loro Paesi.

Ricordiamoci che in campagna elettorale anche da noi venivano fatte affermazioni poi non trasformatisi in realtà. Quanto viene detto durante le campagne politiche per raggranellare voti non sempre trova riscontro nei fatti. Dargli visibilità a volte è proprio quello che vogliono coloro che l’hanno diffuso e creato.

Sia chiaro, l’idea del ghetto non piace nemmeno a me, ma prima di esprimermi sulla questione vorrei saperne di più. Da quanto si legge sulle testate danesi i primi a essere confinati in strutture del genere saranno coloro che hanno fatto richiesta di permesso, hanno violato la legge su suolo danese ma non possono essere rimandati a casa loro perché a casa loro rischiano torture se non direttamente la vita. Poi arrivano quelli che hanno fatto richiesta del permesso ma che hanno precedenti penali – i quali fanno sì che il permesso sia negato – ma al tempo stesso non possono essere rispediti a casa.

maicolengel at butac punto it
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