I soldati americani e la sudditanza dell’UE

AGGIORNAMENTO:

Notizia arrivata l’11 marzo 2020 che l’esercitazione è stata cancellata proprio a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Titola la CNN:

Major military exercise in Europe canceled over coronavirus concerns

Quanto segue è l’articolo originale, con considerazioni che andrebbero comunque lette per comprendere quanto vi stiano perculando i teorici del complotto.

In tanti, a partire da sabato scorso (7 marzo 2020), mi state segnalando una notizia apparsa su alcune testate, e poi rimbalzata sui social. Ve la riporto per come ne ha parlato Diego Fusaro su Il Fatto Quotidiano:

I trentamila soldati Usa sbarcati in Europa confermano ancora la sudditanza dell’Ue

La prima delle verifiche che mi sono state chieste è sul numero dei soldati, visto che alcune testate riportano 20mila, altre 30mila. Il problema come sempre nasce dalla fonte, che spiega male le cose. La fonte, infatti, è un articolo del Manifesto, a firma Manlio Dinucci, che salta tra i 20 e i 30 mila causando confusione in chi riporta senza andare a verificare alcunché.

I soldati che arrivano dagli States per partecipare a Defender Europe 20 sono 20mila, più altri 9mila che già sono di stanza nelle basi in territori europei. Quindi sono 29mila totali. A questi se ne aggiunge qualche altro migliaio suddiviso tra i Paesi della NATO. Secondo Il Manifesto sono 7mila, non ho cercato un dato che confermi questo numero, non ritengo che sia rilevante.

Sia Dinucci che Fusaro lamentano la presenza di questi soldati. Riporta Il Manifesto:

I 30.000 soldati Usa, che «si spargeranno attraverso la regione europea», sono di fatto esentati dalle norme preventive sul Coronavirus che invece valgono per i civili. Basta l’assicurazione data dallo US Army Europe che «stiamo monitorando il Coronavirus» e che «le nostre forze sono in buona salute».

Viene allo stesso tempo ignorato l’impatto ambientale di una esercitazione militare di tale portata. Vi parteciperanno carrarmati Usa Abrams, pesanti 70 tonnellate con corazze di uranio impoverito, che consumano 400 litri di carburante per 100 km producendo forte inquinamento per erogare la massima potenza. In tale situazione, che cosa fanno le autorità Ue e nazionali, che cosa fa l’Organizzazione mondiale della Sanità? Si mettono la mascherina, oltre che su bocca e naso, sugli occhi.

Quanto chiede Dinucci non è sbagliato: anche a me verrebbe il dubbio su come questa gente si stia muovendo, su quanto possano alimentare il contagio. Ma basta cercare per accorgersi che si stanno attenendo a quanto viene loro richiesto in ogni Paese in cui sono mossi.

Per ora non ci sono restrizioni per le esercitazioni che si terranno tra aprile e luglio in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.

L’Italia è coinvolta marginalmente per un’operazione navale con uso di sottomarini, difficilmente tra equipaggi avranno occasione di abbracciarsi e scambiarsi eventuali virus.

Quello però che un po’ di spirito critico dovrebbe farci subito capire è che, come per noi i soldati possono essere una fonte di contagio, la stessa cosa vale per gli americani, che se non seguissero misure di controllo e prevenzione potrebbero essere motivo di seria preoccupazione al ritorno in patria. Guarda caso dove i governi hanno detto no alle esercitazioni, come è appena successo in Israele (proprio a causa di soldati americani, ma residenti in Italia, a Vicenza) le forze US si sono attenute alle regole imposte.

Sul discorso inquinamento dei mezzi militari non posso dire molto, sarebbe da quantificare che impatto abbia nelle zone in cui avverranno le esercitazioni, speriamo che la questione sia monitorata. Le corazze dei carri armati saranno un problema per i soldati che li useranno, sono invece le munizioni all’uranio impoverito che potrebbero preoccupare i Paesi in cui si svolgono le esercitazioni, ma è probabile non vengano usate causa restrizioni.

Fusaro nel suo articolo si lamenta di questi soldati anche per altri motivi:

…perché vi sarebbe bisogno di una “grande forza di combattimento” in Europa? Dagli Usa, poi. E, soprattutto, da chi dovrebbero difendere l’Europa gli Usa? Giacché il tutto si svolge precipuamente sul fronte orientale, in direzione del confine russo, o addirittura negli ex spazi sovietici ora atlantizzati (come la Lettonia e l’Estonia), la risposta è autoevidente: l’obiettivo è difendere l’Europa dalla Russia di Putin.

Partiamo col dire che questo genere di esercitazioni viene fatto da tempo. Gli eserciti dei paesi NATO da decenni fanno giochi militari creati apposta su scenari ipotetici, che servono a imparare a collaborare tra Paesi diversi in maniera efficiente. Non ci vedo nulla di male. Se vivessimo in un periodo di pace e armonia potrei capire la sorpresa, ma questo momento storico non lo è, sul globo ci sono costantemente conflitti in corso. La NATO non può essere un’alleanza militare efficiente senza che i soldati dei Paesi membri si esercitino insieme una volta ogni tanto. Fanno lo stesso anche i soldati dei Paesi membri del CSTO Collective Secuirty Treaty Organization (in russo ODKB Organizatsiya Dogovora o Kollektivnoy Bezopasnosti). I “giochi di guerra”, o più propriamente simulazioni militari, oggi sono parte integrante dell’addestramento dei soldati.

Fusaro nel suo articolo parla quasi costantemente della Russia, dando al lettore l’idea che quello sia il “nemico predeterminato dell’esercitazione”, cosa che ovviamente non è riportata da alcuna parte nei programmi di Defender Europe 20. Ma Diego sa bene che nessuno va a controllare alcunché.

Gli esercizi in programma fanno tutti parte di normali esercitazioni militari, riproposte su territorio europeo per testare la velocità di reazione e verificare l’operatività delle forze armate miste. Non si tratta di “sudditanza europea” come la chiama Fusaro, ma di un’alleanza firmata tra diversi Paesi anni fa. Alleanza che può non piacere, sia chiaro, io non sono nessuno per dire cosa sia giusto o sbagliato in questo caso. Ma di fatto ne siamo parte, abbiamo firmato quegli accordi, non possiamo reciderli perché l’ha detto il Diego.

Una cosa invece riportano sia Fusaro che Dinucci, qui ripresa sul Fatto Quotidiano:

… come ricorda Dinucci, la “Us Army Europe Rock Band” terrà in Germania, Polonia e Lituania “una serie di concerti a ingresso libero che attireranno un grande pubblico” (sic!). La solita pratica del panem et circenses, com’è evidente. Obiettivo? Il solito: far sì che gli schiavi amino le loro catene e seguitino a essere cultori ignari della propria schiavitù.

Prima di parlare di “grande pubblico” vediamo di cosa si tratta:

Quello qui sopra è uno dei “concerti polacchi” della US Army Europe Rock Band. Un teatro con circa 180 posti a sedere. Sia chiaro, in Italia la stessa cosa sarebbe vietata, o al massimo permessa mantenendo almeno un posto di distanza tra ogni membro del pubblico. In Polonia non sono ancora stati emessi divieti di questo genere. Non ne ha colpa l’esercito americano. Sarebbe poi interessante sapere da chi sia composto il pubblico, perché – con 29mila soldati americani e 7mila soldati europei coinvolti – è probabile che di 180 posti la stragrande maggioranza sia occupata da membri delle forze NATO o familiari dei soldati residenti nelle basi americane in Europa.

Non vedo il concerto qui sopra come un sistema per “far sì che gli schiavi amino le loro catene e seguitino a essere cultori ignari della propria schiavitù”. Se a voi pare sia così siete davvero un pubblico che si accontenta di poco.

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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