Il 2018 tra querele, sequestri e scoperte

Mi verrebbe da dire che non vedo l’ora che quest’anno finisca, ma le premesse per il 2019 sono talmente pessime che onestamente non so dove andremo a finire.

Il 2018 per BUTAC è stato un anno un po’ particolare. In aprile, come sanno molti di voi che ci seguite, il sito è stato sequestrato dalla Magistratura. Siamo rimasti chiusi per circa quattro giorni, con un danno in termini di indicizzazione davvero grande. Qualcuno quando ne parlo mi dice “Eh vabbè, però tutti han parlato di voi”. Verissimo, e anche questo è un danno. Perché il fatto che tanti giornali nazionali abbiano citato BUTAC sulla questione sequestro ha fatto sì che cercando BUTAC sui motori di ricerca prima venissero fuori tutte le testate nazionali – e non – che ne hanno parlato, invece che il nostro piccolo sito di debunking. Insomma, il detto “non è importante che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli” con noi non ha funzionato benissimo. La denuncia che ci ha fatto chiudere il sito è ancora in corso, come altre che avevamo ricevuto tra il 2016 e il 2017. Qualcuna è per fortuna andata a buon fine e si è conclusa senza danni per BUTAC (anche se le spese legali sono una spada di Damocle con cui devo fare i conti, sia che le denunce vengano archiviate sia che non lo siano). Una storia che si è conclusa con un lieto fine di cui siamo particolarmente lieti è quella che riguarda un vecchio articolo di Lola Fox: “Così l’Italia lavorò al raggio della morte“. Il dissequestro dell’articolo è arrivato con questa motivazione, che non può che renderci felici:

Dal punto di vista contenutistico, inoltre, l’articolo, a parere di chi scrive, non ha contenuto diffamatorio, ma contiene una libera critica, ampiamente motivata e non gratuita, a quanto affermato e pubblicato sull’argomento dal querelante. Le espressioni di cui ci si duole sono forse graffianti nello stile, ancorché contenute nei toni, ma rientrano certamente nei limiti del diritto di critica.

Purtroppo però quello è l’unico caso veramente concluso nel 2018. Perché al momento di articoli che hanno subito denuncia e su cui la Magistratura deve ancora esprimersi ce ne sono ben quattro. Uno dei quattro è sotto sequestro, da due anni, in maniera vergognosa a mio avviso visto che la persona di cui parlavamo nel frattempo è stata indagata per altre questioni, rimanendo coinvolta anche in un caso di testamento falsificato, dimostrando così di essere il truffatore di cui parlavo. Ma il nostro articolo, uno dei pochi che fosse ben indicizzato, è rimosso dal web nel 2016: sia mai che qualcuno, cercando il signore in questione, si mettesse sull’avviso che non era persona degna di fiducia. Poi c’è un articolo di divulgazione scientifica (stavolta non sequestrato) dove spieghiamo perché un certo trattamento non cura da sclerosi o diabete, men che meno dal cancro. In questo caso c’è stata richiesta d’archiviazione, ma l’avvocato che difende i produttori del fantomatico rimedio miracoloso si è opposto, e io sono ancora sulla graticola. Non sto a raccontarvi gli altri casi, ma il fatto che BUTAC abbia quattro denunce ancora aperte e un articolo tutt’ora sequestrato, dimostra ancora una volta che le leggi che esistono sono già sufficienti per regolamentare la rete. Non serve crearne di nuove, a meno che non si sia davvero con uno spirito censorio (ipotesi che a ogni uscita di certi membri del governo mi appare sempre meno remota).

BUTAC nel frattempo va avanti, con l’aiuto dell’insostituibile Noemi, e col supporto di voi lettori che ci seguite da anni. Qualche autore s’è perso per strada, merito di nuovi lavori e nuovi impegni. Ma lo spirito è sempre quello che nel 2013 mi ha portato ad aprire questo blog. Durante l’anno inoltre ho avuto modo di conoscere tanti amici dal vivo, tra eventi pubblici, conferenze, lezioni nei licei. È stato davvero un anno entusiasmante sotto tanti punti di vista. FNOMCeO ha inaugurato, finalmente, il portale Dottore ma è vero che? di cui vi suggerisco leggere l’articolo di Natale. Portale di cui andiamo molto fieri visto che è frutto anche di nostre consulenze con la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici.

Se dovessimo fare una lista di persone a cui dire grazie non finiremmo più, ma qualcuno devo citarlo. Partiamo da Dumb Res, che col suo canale Youtube, pur con pochissimi video, cerca di fare chiarezza su argomenti complessi. Oiza che tramite Twitter, Youtube e da poco anche una partecipazione su The Vision combatte il razzismo in rete. A questi va aggiunta tutta la squadra dietro al portale di FNOMCeO, tra cui mi sento di citare il dott. Alessandro Conte e il dott. Mimmo Nume (ma sono tanti dietro il marchio Dottore ma è vero che, tutti insostituibili). Non posso poi dimenticare il canale Youtube di IoVaccino con il dott. Stefano Zona e i suoi bellissimi video divulgativi, che cercano di fare chiarezza su vaccini e medicina. Ma come non citare Gabriela Jacomella, finalmente conosciuta dal vivo durante il festival Invisible Cities a Cormons in Friuli Venezia Giulia, e Charlotte Matteini, anche lei finalmente incontrata dal vivo, e a cui faccio un grande in bocca al lupo per la nuova avventura che sta cominciando nella redazione di Open (il tutto insieme a due amici come David Puente e Juanne Pili).

E poi come dimenticare tutti voi che commentate regolarmente qui e sui social?

Su FB ci stiamo avvicinando a quota 150mila follower, su Twitter abbiamo superato da poco i 16mila, e pian pianino stiamo tornando ai volumi di traffico precedenti il sequestro. Che dire? Grazie, grazie di averci supportato durante quei giorni di chiusura del sito, grazie del costante aiuto che ci date coi vostri commenti.

Per oggi è tutto, ho bisogno di qualche giorno da dedicare al lavoro, quello vero, e alla famiglia, ma non preoccupatevi, ci ribecchiamo subito dopo Natale, a meno che non arrivino notizie urgenti che necessitino di istantanea sbufalata.

maicolengel at butac punto it
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