Il bambino morto col tampone rotto nel naso

Money.it è una testata giornalistica registrata, che il 14 settembre 2020 pubblica un articolo dal titolo:

Tampone si rompe nel naso: bambino di 1 anno e mezzo muore in ospedale

Nelle prime righe dell’articolo si legge:

Il bambino, di un anno e mezzo, era stato ricoverato in ospedale per una febbre alta.

Poi c’è la solita foto che spezza il testo e solo dopo viene riportato:

In Arabia Saudita un bambino di un anno e mezzo è morto dopo che il bastoncino usato per il tampone nasale si è rotto nel naso. La notizia è apparsa a metà luglio sul sito d’informazione Sabaq e ripresa da diverse testate estere.

Come ben sa chiunque si occupa di comunicazione, una grande fetta dei lettori si ferma al testo che trova nel post social, o al massimo alle primissime righe di presentazione dell’articolo. Oltre l’immagine scrollano in pochi. Alla redazione di Money questo evidentemente non interessa. L’importante è fare clickbait. L’importante è attirare potenziali lettori, magari spaventando qualche genitore troppo pigro per leggere tutta la storia.

Le cronache dall’Arabia Saudita riportano la vicenda, spiegando abbastanza chiaramente che il problema non è stato il bastoncino del tampone rotto, ma il fatto che dopo aver proceduto all’estrazione dello stesso (in anestesia totale) non siano stati fatti i controlli del caso, in quanto medici e infermieri non avevano tempo per controllare le condizioni del bambino.

Il piccolo la mattina dopo ha perso conoscenza per un’ostruzione delle vie respiratorie. Siamo di fronte a un caso di malasanità, come spiegato sulle testate locali già il 13 luglio 2020. Il tampone non ha responsabilità nella morte del bimbo. Le colpe, come riportava Alarabiya, sono probabilmente da individuare nella lentezza nell’intervento d’emergenza (l’ambulanza che lo doveva trasferire ci ha messo un’ora ad arrivare), nella latitanza del medico che ha seguito l’operazione e che invece che visitarlo il giorno dopo è andato in ferie, e così via. Titolare come ha fatto Money, senza spiegare i fatti fin da subito, è a mio avviso grave inquinamento dell’informazione, ma io, come sempre, sono e rimango solo un blogger. Loro sono i giornalisti registrati al Tribunale.

maicolengel at butac punto it
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