Il bimbo che ferma il corteo omofobo

noomofobia

Un lettore sulla pagina mi segnala un articolo apparso su La Bussola Quotidiana, me lo segnala così:

Ennesima bufala colossale della propaganda Lbtg (che non verrà mai pubblicata su questa pagina!)

Media miopi La famiglia ora è omofoba

Non voglio discutere, ma non avere ancora capito che Butac è legato alla corretta informazione, non alla propaganda LGBT o ad altro, è davvero uTonto, giusto durante questo weekend in ventiquattr’ore siamo stati accusati di esser prima grillini, poi piddini. Siete uTonti, che spesso nemmeno hanno la pazienza di leggere (ma su questo ci sto scrivendo un altro articolo).

Andiamo a vedere la notizia che mi veniva segnalata. La Bussola Quotidiana ci racconta decisamente una storia diversa sulla fotografia che ha fatto il giro del mondo, quella che mostra un bambino messicano nell’atto di bloccare un corteo pro famiglia tradizionale:

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L’originale la trovate qui, sulla pagina Facebook del giornalista che l’ha diffusa per primo, e di cui si parla nell’articolo de La Bussola Quotidiana, Manuel Rodriguez. Vediamo l’articolo cosa ci racconta, vi estrapolo la parte riguardante la sbufalata de La Bussola(il resto dell’articolo lo trovate qui, ne suggerisco la lettura):

…quella di Celaya è un’operazione ambigua nei modi e strumentale nella sua veicolazione….

…Perché in realtà non c’è alcuna prova che il bambino sia stato intervistato (video, audio, dettagli, foto, particolari etc…), né che abbia detto quelle parole e neppure sappiamo le sue generalità, che in ogni caso andrebbero coperte. L’unica fonte dunque, su 11mila persone presenti in quel momento, è un ragazzo di 21 anni che si definisce giornalista e dichiara di provare nausea per la manifestazione che stava raccontando con la presunta oggettività del suo obiettivo. In quanto al piccolo o è stato strumentalizzato o è stato sovraesposto. In ogni caso al corso dell’Ordine professionale il “pulitzer” avrebbe ricevuto diverse bacchettate sulle dita. Invece è assurto a simbolo di giornalismo libero e la foto destinata a fare coppia fissa con il cinese che si oppone ai carri armati della Pechino comunista.

Su Facebook in molti hanno espresso dubbi circa la veridicità della foto, accusando il fotografo di essere un militante gay e di aver fatto un fotomontaggio. In realtà la foto è vera, ma non si può dire con certezza che il ragazzo abbia sfidato la piazza. Potrebbe ad esempio anche aver provato a fare un gioco esibizionistico, come quando il tifoso si para davanti al ciclista in volata sul Mortirolo. Oppure il suo poteva essere un incoraggiamento. O anche una guasconata da 12enne per attirare l’attenzione. Chi può dirlo? E’ la domanda che sorge guardando un video pubblicato da Fran Mancera, un altro fotoreporter che quel giorno era di fianco a Rodriguez, ma che non ha avuto l’eco mondiale che ha avuto il collega. Forse perché mostra una realtà molto più sfumata.

Nel video si vede che sul ponte c’erano molti giornalisti a immortalare la scena. Lo si percepisce dalle ombre proiettate sull’asfalto all’inizio e dai clic in sottofondo. Ma soprattutto si vede che il ragazzetto si para davanti al corteo per una frazione di secondo, giusto il tempo che Rodriguez riesca a scattare la foto con un tempismo perfetto. Ovviamente non si può supporre che i due si siano messi d’accordo, ma da qui a dire che il bambino abbia sfidato la piazza violenta degli omofobi col passeggino ce ne passa, anche perché guardando il video, si potrebbero supporre decine di motivazioni, incluso appunto anche quella che il ragazzo abbia avuto altre intenzioni “meno nobili”.

Insomma: il materiale è giornalisticamente scadente.

Tutto quanto detto sopra secondo Bussola Quotidiana è segno che si tratta di una bufala, quando in realtà è solo segno che ne capiscono abbastanza poco di fotografia. Uno scatto del genere è bello per quello che rappresenta, che il bimbo abbia o meno detto di avere uno zio gay (e che la cosa sia vera o meno). L’immagine è bella e significativa, probabilmente scattata al momento giusto dal punto giusto, quello è la bravura dello scatto.

Ma è vero, le cose potrebbero essere state messe in scena, e il tutto perdere d’effetto.

Che la foto sia scattata lì, quel giorno, e che Manuel Rodriguez fosse sul ponte è certo, come mostra un video che viene sfruttato da chi mette in dubbio tutto il seguito.

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Il video mostra il bimbo che sta davanti alle auto per pochi istanti, come si sente in sottofondo c’è gente che scatta, che sia lo stesso Rodriguez? Chissà.

Dopo lo scatto Rodriguez avrebbe raggiunto il ragazzino, e dopo avergli chiesto il motivo del gesto, se era un gioco o cosa, si sarebbe sentito rispondere:

Ho uno zio gay.

Da lì la scelta di condividere l’immagine per manifestare la propria contrarietà al corteo. Rodriguez l’ha condivisa sul suo profilo FB in maniera pubblica, dando così la possibilità a chiunque altro di condividerla a propria volta, una delle condivisioni su Celaya Sin Censura è diventata virale, il testo che la accompagna:

‘Me dio náuseas ver tanta homofobia reunida, pero me quedo con la imagen de un niño intentando detener a los manifestantes’ Texto y Foto: Manuel Rodríguez

Nessuna  notizia pompata, solo una foto a commento di un sentimento. Rodriguez per quella foto non è stato pagato, l’ha resa fruibile a chiunque, pubblica sui social, pubblica in giro per il mondo. Non pensava minimamente potesse avere quella viralità.

Da debunker però la domanda più importante è: come sono andati i fatti?

Non posso saperlo io, come non lo sa la Bussola Quotidiana.

  • Davvero Rodriguez ha parlato col ragazzo?
  • Davvero il ragazzo ha risposto in maniera così epica?

Solo un vero confronto potrebbe dircelo, ma per ora ci tocca basarci solo sulle testimonianze giornalistiche riportate, che onestamente non mi sembrano brillare per trasparenza. Su El Universal ci dicono che hanno trovato dei parenti del ragazzo e che hanno sentito la madre per telefono, lo zio gay non esisterebbe e il bambino avrebbe subito bullismo a scuola per la vicenda; per poi riportare il giorno dopo la notizia, che Rodriguez ha comunicato, che farà denuncia per le minacce e i soprusi che sta subendo dalla pubblicazione della foto, specifica chiaramente che lui non ha voluto vendere “nessuna storia” e che la foto è quello che rappresenta. El Universal lo chiama Alejandro, mentre su Am, agenzia di stampa, usano Cesar, c’è molta confusione.

Fare chiarezza è impossibile, erano giunti alle stesse conclusioni i ragazzi di Bufale.net.

Il fotografo Rodriguez sostiene che dietro le testimonianze che accusano la foto possano esserci membri del Fronte per la famiglia; El Universal non rende nota l’identità a cui sarebbero giunti e come l’avrebbero trovata. Che prove ha ricevuto El Universal che quella raggiunta sia proprio la famiglia del ragazzo? Perché il grosso problema è che CHIUNQUE in pratica può farsi avanti e dire sono il cugino/fratello/mamma/nonno del ragazzo. Tanto nella foto si vede solo come era vestito e il colore dei capelli/corporatura, nessun altro particolare è evidente.  L’unico che ci ha parlato (o sostiene di averlo fatto) è il fotografo stesso, solo lui può dire se quello è il ragazzo nella foto.

Lo capite di che brutta gatta da pelare?

E capite anche che un giornalista che avesse voluto per davvero fare “lo scatto della sua vita” si sarebbe dovuto parare meglio le spalle. Bastava accordarsi col ragazzo per una cifra, spiegargli cosa avrebbe dovuto dire, magari trovarne uno con genitori accondiscendenti e fare anche un’intervista a loro il giorno dopo. Nulla di così complesso, nulla che avrebbe attirato minacce, e lo scoop (falso ma quasi a prova di bomba) era confezionato.

Onestamente non vedo perché mettere in dubbio l’onestà dello scatto fortuito. Rappresenta alla perfezione il messaggio che voleva veicolare, se poi ci sia o meno lo zio gay onestamente mi cambia poco.

Ma restiamo in attesa di aggiornamenti.

maicolengel at butac punto it

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