Il collasso della rete

Mi segnalate che sta girando l’ennesimo post Whatsapp, stavolta il fulcro però non è direttamente la CoVid-19 ma una conseguenza del lockdown.

Il messaggio che mi avete mandato è questo:

Fonte MISE _ Comunicazione.
*I gestori di rete dati chiedono di non diffondere video se non strettamente necessari; ogni invio e ogni download attraverso i social, compreso WhatsApp, impegnano la rete impedendo il regolare funzionamento. Le reti stanno collassando: protezione civile, ospedali, scuole e aziende non riescono più a scambiare dati*.  Fermiamoci.  _ fai girare anche tu / grazie

In testa riportano come fonte il MISE, ma sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico non trovo lo stesso messaggio da nessuna parte. La notizia, comunque, potrebbe sembrare plausibile, visto quante testate giornalistiche hanno riportato la notizia della richiesta da parte dell’Unione Europea ai servizi di streaming di abbassare la qualità dei servizi per occupare meno banda.

Come riportava AGI:

Netflix e YouTube abbassano la risoluzione per alleggerire il traffico su Internet

Dall’articolo, sempre di AGI:

Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha esortato le piattaforme di streaming a ridurre la qualità dei loro video per prevenire il sovraccarico di Internet con così tante persone che restano a casa. Netflix ha annunciato giovedì la riduzione dei bit rate, cioè la velocità di trasmissione (e quindi la qualità dei video). La compagnia stima che l’intervento possa ridurre il peso della piattaforma sulle reti europee di circa il 25 percento, “garantendo al contempo un servizio di buona qualità per gli abbonati”.

Quindi, è vero che l’UE ha chiesto a Netflix e Youtube di ridurre la qualità dello streaming, ma non è vero che il MISE abbia pubblicato il messaggio qui sopra. Restano però delle cose da chiarire, che non ho trovato spiegate su nessuna testata giornalistica italiana e che invece aveva riportato con dovizia Popular Mechanics.

Titolo dell’articolo di Popular Mechanics:

Will Coronavirus Crash the Internet?

Non vi sto a riportare tutto l’articolo di Popular Mechanics, se volete approfondire leggete il link in inglese. Quello che faccio è cercare di riassumervi il succo. Sono online da quando la rete internet è arrivata in Italia. Sono anni che bazzico forum e che lavoro usando la rete. Una cosa che ho imparato da subito è come internet sia nata proprio come rete a prova di crash. Il progetto era proprio quello di avere una rete globale che potesse comunicare anche se alcuni nodi della stessa fossero bloccati. Il sistema automaticamente si sposta su altri nodi ancora aperti, evitando quelli che sono andati in crash.

Popular Mechanics ci spiega:

…Internet è stato creato per tagliare gli angoli e coprire perfettamente gli errori. Se un server di dominio è offline, la tua richiesta passa a un altro. I nostri dati vengono trasmessi avanti e indietro in un contenitore chiamato pacchetto e la perdita di pacchetti fa parte di ciò che le reti sono progettate per tollerare. Anche l’idea di un pacchetto è un modo per ridurre al minimo gli errori con un design intelligente. Lo streaming video è uno dei più tolleranti ai guasti, con buffer lunghi e cursori di qualità video che si adattano automaticamente alla tua connessione.

Mentre si sta parlando molto della limitazione della larghezza di banda annunciata di Netflix e di altri servizi di streaming, la riduzione della qualità non sarà molta. Funzionari dell’Unione Europea hanno chiesto questo cambiamento in base a preoccupazioni e feedback, e ciò che porta a queste richieste non sono le persone che vivono in città con una solida infrastruttura Internet: sono quelle nelle aree rurali, con un rete meno affidabile.

Quindi, se siete in grandi e medie città non rischiate di rimanere senza linea internet (a meno non ci sia un guasto sulla vostra), il rischio è tutto per chi vive in zone dove la rete arriva a fatica e male (cosa che in Italia, fuori dalle città, purtroppo succede spesso). Ma non sarà “la rete” a collassare, bensì solo quella porzione di rete che magari serve il vostro comune.

Come spiega Jim Waldo interpellato da PopMech, il problema maggiore sono gli ultimi cento metri della nostra linea: sono infatti quelli che possono subire rallentamenti maggiori, senza che questo minacci la rete nella sua interezza. Abbassare la banda di servizi streaming serve a far sì che anche quegli”ultimi cento metri siano fruibili da tutti.

Lo so, qualcuno di voi arriverà a commentare dicendomi che era una “bufala buona”, visto che chi sta davvero intasando la rete sono perlopiù i bufalari, che magari avrebbero rallentato un po’. Ma sapete anche voi che è una sciocchezza, i bufalari sono quelli che se ne infischiano di avvisi e quant’altro. Sono quelli che invitano la gente ad andare fuori, quelli che dicono che esiste un vaccino, che sostengono che siamo di fronte a una comune influenza. I bufalari non si limitano nemmeno se le forze dell’ordine gli chiudono i profili social.

maicolengel at butac punto it
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