Il coronavirus, i brevetti, Bill Gates e i complotti

Durante lo scorso weekend avete ricominciato a segnalare notizie aventi come protagonisti Bill Gates e il coronavirus. Il tema è probabilmente di tendenza, in quanto sono tornati a farsi sentire i gruppi di persone per “la libertà di scelta vaccinale” (comodamente d’ora in poi no-vax). no-vax che sono anni che vedono in Bill Gates un nemico (eppure sono sicuro che la maggior parte di loro usa un PC che gira su Windows, perché la coerenza non sanno dove stia di casa) e che hanno colto l’occasione di attaccarlo nuovamente dopo le sue dichiarazioni (e donazioni) in ambito emergenza sanitaria.

Non c’è un singolo articolo che voglio trattare, ma più in generale questa storia che la Bill e Melinda Gates Foundation abbia qualcosa a che fare con dei brevetti relativi al coronavirus, che abbiamo visto girare declinata in varie forme nei blog e pagine di appassionati delle teorie del complotto. Ce la caveremo con poco, fidatevi.

Tra i tanti articoli e i video che mi avete segnalato girano alcune affermazioni che vanno verificate, la prima è quella che sostiene che la Bill e Melinda Gates Foundation (d’ora in poi BMGF) sia tra i sostenitori dell’Istituto Pirbright che (sempre secondo articolo e segnalazioni che ci avete fatto) avrebbe brevettato il coronavirus e relativo vaccino (insieme a vaccini per ebola e malaria, che qui non ci facciamo mai mancare nulla, eh).

Vediamo insieme le donazioni fatte dalla BMGF all’Istituto Pirbright. Dal 2013 ad oggi solo tre su dieci non hanno avuto come finalità l’agricoltura e il bestiame. Nel 2016 sono stati donati 385.144 dollari per testare un vaccino universale contro l’influenza. Stefano Montanari e Antonietta Gatti solo per comperare un microscopio stanno tentando di raccogliere una cifra superiore. A oggi ne hanno raccolti circa 290mila…

Nel 2018 ne sono stati donati 599.945 (sempre dollari) per uno studio sui modelli usati durante l’epidemia di influenza suina, e valutare possibili miglioramenti nelle terapie cliniche umane.

Nel 2019 sono stati donati invece decisamente più soldi, quasi 3 milioni e 500mila dollari, per lo sviluppo di misure di contrasto contro la malaria.

Veniamo al brevetto oggetto del contendere. Il brevetto a cui tutti fanno riferimento non ha a che fare con il coronavirus attuale, ma ancor più in generale col coronavirus umano, come spiegavano gli stessi ricercatori della Pirbright University intervistati da USA today:

L’Istituto ha ottenuto un brevetto nel 2018 che copre lo sviluppo di una forma attenuata (indebolita) del coronavirus che potrebbe essere potenzialmente utilizzata come vaccino per prevenire le malattie respiratorie negli uccelli, compreso l’IBV e altri animali… Pirbright non detiene alcun brevetto su parti o sul genoma completo del betacoronavirus SARS-CoV-2.

Sempre su USA Today viene spiegato che l’Istituto fino a quest’anno non ha mai lavorato sui coronavirus umani, ma che attualmente stanno impegnando le loro conoscenze nel campo:

…ora stiamo lavorando a stretto contatto con molte altre organizzazioni scientifiche e sanitarie per escogitare collettivamente modi per controllare e prevenire COVID-19 in per proteggere la salute umana.

Io comprendo benissimo che chi non si fida dei medici e ritiene i vaccini qualcosa di pericoloso non cambierà idea. Non sono qui per quello, so che scrivere per chi ha già una forte opinione non serve a niente. BUTAC nasce con l’idea di spingervi a approfondire, ad andare a fondo di quanto vi viene raccontato, a cercare di ragionare con la vostra testa, senza farvi imbeccare da altri. La ricerca costa denaro, ed è solo con grazie a quelle ricerche che tanto osteggiate se oggi siamo in grado di curare da malattie che anche solo quarant’anni fa erano una condanna a morte. Lo stesso modo di affrontare malattie come i tumori è cambiato grazie alla ricerca. Dando nuove speranze a persone che se solo fossero nate dieci anni prima nella maggioranza dei casi sarebbero state destinate a pochi mesi di vita.

Non posso aggiungere altro.
Se non: Bill, muoviti col bonifico ché questo mese siamo in ritardo.
maicolengel at butac punto it
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