Il Corriere, le mascherine e l’OMS

Sul Corriere della Sera il 6 giugno è uscito un articolo che titola:

Svolta dell’Oms sulle mascherine:
«Indossatele, utili contro il Covid»

Onestamente nel leggerlo sentivo una vocina che nell’orecchio continuava a fare “gne gne gne gne, hai visto che le mascherine servono, hai visto che dobbiamo metterle…”. Perché tutto l’articolo sembra scritto come se fosse una rivalsa contro chi invece da tempo spiega appunto che l’OMS non ha mai insistito sull’uso da parte di tutti delle mascherine.

È bene che le indossino TUTTI?

Il testo del Corriere comincia così:

Contrordine dell’Oms sulle mascherine: per contenere la diffusione del virus è bene che le indossino tutti in pubblico, non soltanto il personale sanitario e gli infetti, come aveva raccomandato finora.

I redattori del Corriere purtroppo hanno qualche problema con l’uso delle fonti, tanto che il documento a cui fanno riferimento è nella cartella sul drive C: dell’utente amuglia, immagino la cartella dell’autrice dell’articolo. Essendo quella risorsa non in rete non è raggiungibile. Ma sono andato a cercare a ho trovato il link che potete leggere nella sua interezza qui, correttamente uploadato dal Giornale di Brescia.

L’uso della mascherina è insufficiente

Nel testo, che il Corriere non riporta, le informazioni sono premesse da questa frase:

However, the use of a mask alone is insufficient to provide an adequate level of protection or source control, and other personal and community level measures should also be adopted to suppress transmission of respiratory viruses.

Whether or not masks are used, compliance with hand hygiene, physical distancing and other infection prevention and control (IPC) measures are critical to prevent human-tohuman transmission of COVID-19

Che tradotto:

Tuttavia, l’uso di una mascherina da solo non è sufficiente a fornire un livello adeguato di protezione o controllo dei focolai e dovrebbero essere adottate anche altre misure a livello personale e comunitario per sopprimere la trasmissione dei virus respiratori.

Indipendentemente dal fatto che vengano utilizzate o meno le mascherine, rispettare le norme per l’igiene delle mani, il distanziamento sociale e altre misure di prevenzione e controllo delle infezioni (IPC) sono mezzi fondamentali per prevenire la trasmissione da umano a umano di COVID-19

La maggior parte del documento fa riferimento all’uso della mascherina da parte degli operatori sanitari e di chi presenta sintomi che possono suggerire un contagio da Sars-Cov2 e il progredire do COVID-19.

La parte relativa al pubblico generico, quelli che non presentano sintomi e non pensano di essere stati contagiati, non fa altro che spiegare che siccome molti Paesi hanno chiesto anche alla popolazione generale di indossare la mascherina si è deciso di aggiornare le linee guida dell’OMS in merito.

Vi riporto dal testo:

WHO has updated its guidance to advise that to prevent COVID-19 transmission effectively in areas of community transmission, governments should encourage the general public to wear masks in specific situations and settings as part of a comprehensive approach to suppress SARS-CoV-2 transmission.

Che tradotto:

L’OMS ha aggiornato la sua guida per consigliare che per prevenire efficacemente la trasmissione COVID-19 in aree di trasmissione comunitaria, i governi dovrebbero incoraggiare il pubblico a indossare maschere in situazioni e contesti specifici come parte di un approccio globale per sopprimere la trasmissione SARS-CoV-2.

Ma in Italia è obbligatoria?

Leggendo l’articolo del Corriere quello che si capisce è che l’OMS abbia suggerito di indossarle sempre in contesti pubblici:

La prescrizione a indossarle arriva dunque dopo che molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno già reso obbligatorio il loro uso in pubblico.

Fermi un secondo: in Italia l’uso in pubblico non è stato reso obbligatorio, ogni regione fa un po’ come gli pare. Al momento, come spiegavo qui, sono poche le regioni con obblighi. Riporto dal nostro articolo:

…Su 20 regioni solo in 7 sono state emesse ordinanze in tal senso e di quelle 7 solo Lombardia e Toscana hanno esteso a tutti e sempre l’obbligo. Mentre nelle altre le situazioni variano. Da chi obbliga solo nei supermercati, chi obbliga solo i dipendenti che stiano a contatto con generi alimentari, chi raccomanda di usarla sui mezzi pubblici… Su AltaLex trovate un buon sunto delle ordinanze in vigore in Italia in merito alle mascherine.

Oltretutto in alcune regioni quelle ordinanze scadevano il 1 giugno, non so se sono state estese.

Il dietrofront che non è un dietrofront

Il Corriere poi conclude con questa frase:

Si tratta di un dietrofront netto per l’Oms che per mesi aveva sconsigliato l’utilizzo generalizzato delle mascherine, spiegando che potevano dare un falso senso di sicurezza alla gente comune che le usa non sempre in modo corretto oltre a ridurre il numero di dispositivi disponibili per gli operatori sanitari, i più esposti al virus.

Ma  l’OMS non ha mai sconsigliato l’uso delle mascherine. Ha sempre riportato le stesse identiche cose, magari spiegate in maniera più sintetica di quanto faccia ora. Qui potete vedere la scheda con le linee guida sull’uso delle mascherine (scheda che trovate nel documento linkato poco sopra):

Quando va usata?

Ve la sintetizzo in italiano:

  • In contesti in cui via sia una trasmissione diffusa e non vi siano possibilità d’implementare altre misure di contenimento, la mascherina è da indossare in determinate circostanze. Ad esempio nei supermercati, al lavoro, negli incontri sociali, incontri di massa, ambienti chiusi, scuole, chiese e moschee (ecc ecc).
  • In contesti con una densità della popolazione così elevata che il distanziamento sociale sia impossibile, come anche il censimento con possibilità di testare, isolare e mettere in quarantena devono indossarla tutti coloro che vivono in condizioni di sovraffollamento. Ad esempio gli abitanti dei campi per rifugiati.
  • In contesti dove non sia possibile praticare il distanziamento sociale, la mascherina va indossata sui trasporti pubblici e in condizioni lavorative specifiche. Ad esempio i luoghi dove gli impiegati stanno a stretto contatto tra di loro o con gli altri, ad esempio i cassieri e i camerieri.
  • In contesti in cui il distanziamento non sia possibile e vi sia un livello di rischio aumentato. La mascherina va indossata sempre da chi è oltre i 60 anni d’età e da tutta la popolazione ritenuta a rischio per altre patologie in corso. Questo è il primo caso in cui viene suggerita la mascherina di tipo medico, in tutti i casi precedenti è specificato che basta l’uso di mascherine non mediche, anche autoprodotte, seguendo le indicazioni successive.
  • In qualsiasi contesto comunitario va indossata dalle persone che ritengono di avere sintomi che potrebbero essere di COVID-19. Anche qui si parla di mascherine di tipo medico.

A seguire c’è un lungo paragrafo che titola:

Potenziali danni e svantaggi (dell’uso della mascherina per la popolazione sana).

Non ve lo sto a riportare, è lungo, e da tradurre, ma consiglio vivamente di leggerlo. Riporta in forma più estesa le stesse preoccupazioni già sostenute in precedenza dall’OMS. Dimostrazione concreta che non c’è un dietrofront da parte loro.

L’unica novità

Precisazioni, piccole aggiunte, ma nessuna grande novità. Anzi no, l’unica vera novità nel documento dell’OMS è l’essersi aperti anche all’eventuale uso di mascherine anche in stoffa, autoprodotte. Nel documento c’è una tabella con tutte le spiegazioni del caso sui vari materiali utilizzabili.

Non credo serva aggiungere altro, non è solo il Corriere ad esser caduto nella notizia, ma è la testata che ci avete segnalato di più.

maicolengel at butac punto it
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