Il finto funerale e la disinformazione

Con un piccolo elenco di cose da tenere a mente quando si parla di questione israelo-palestinese

Oggi ce la caviamo davvero con poco, e per trattare questa storia ci abbiamo messo poco più di cinque minuti. Ci avete segnalato un video che sta venendo diffuso da profili amici d’Israele per denigrare i palestinesi, sostenendo che sia un video attuale. A noi la segnalazione è stata fatta tramite il link al profilo Facebook di un signore che ho conosciuto quando ancora stava nella mia città come assessore alle attività produttive: Enzo Raisi.

Ma ho già visto lo stesso video condiviso su altre bacheche, anche su Twitter.

Il video è questo:

 

Non sono riprese attuali, il video infatti risale a marzo 2020 e mostra un finto funerale in Giordania. Come spiegato qui si tratta di alcuni giovani che hanno pensato fosse un’idea intelligente far finta di fare un funerale per superare i blocchi imposti nel Paese per la pandemia. La sirena ha riportato tutti alla realtà, incluso il finto morto.

Diffonderlo come ho visto fare è profondamente sbagliato, come era sbagliata la diffusione delle immagini coi bambini vittime delle bombe al fosforo bianco, bambini che nulla avevano a che fare con i missili israeliani di questi giorni.

Come vi abbiamo già spiegato questo genere d’informazione andrebbe preso con le molle, e bisognerebbe evitare la condivisione se non siete certi al 100% della fonte di quanto state condividendo. Purtroppo il tifo per l’una o l’altra fazione fa sempre perdere di vista la corretta informazione. Il fatto che per trovare la fonte del video io ci abbia messo così poco è la dimostrazione lampante che i soggetti che la stanno condividendo non hanno nemmeno provato a cercarla. A loro andava bene così, perché comunque attaccava la fazione opposta. A me spiace, ma chi si comporta così non dovrebbe essere in rete libero di avvelenare il pozzo a piacimento. Imparare a verificare i fatti prima di condividere un contenuto che ne parla dovrebbe essere un requisito necessario per avere accesso ai social network. Siamo tutti vittima dei nostri bias, per questo occorre essere sempre molto attenti su quanto condividiamo.

Uno potrebbe dire che il debunking finisce qui, ma come mi ha fatto notare un amico certe volte ci vorrebbero delle “istruzioni per l’uso” degli articoli di fact-checking. Io onestamente su certe tematiche fatico a staccarmi dal mio “ruolo” e vedere la situazione dall’esterno, ma ci sono altre persone decisamente più brave di me. Oggi ho scelto di concludere questo piccolo fact-checking con un post apparso sui social qualche giorno fa, a firma Stefano Torelli, che ho scoperto grazie agli amici Michele Pompei e Gabriela Jacomella, quest’ultima tra gli esperti dell’European Council for Foreign Relations (e autrice di un ottimo libro sulle fake news che trovate qui o tra i nostri consigli su Amazon) che sulla sua bacheca Facebook ha scritto:

Piccolo glossario (assolutamente non esaustivo) sulla questione israelo-palestinese e sui fatti di Gaza (gli ennesimi, sob):

-Il popolo palestinese sono “i palestinesi”, non “terroristi”;
-Lo Stato di Israele, riconosciuto da gran parte della comunitá internazionale, si fonda sulla “usurpazione” dei territori ai danni del suddetto popolo palestinese, avvenuta anche (o soprattutto) con il mezzo del terrorismo (leggi alla voce “Haganah” e non solo). Questa é una veritá storica;
-Ció detto, oggi Israele é senza dubbio “l’unica democrazia del Medio Oriente”;
-Ma ció non esclude che, al pari di tante altre democrazie nel mondo (leggi alla voce “USA”, solo per dirne una), commetta anche dei gravissimi crimini di guerra e contro l’umanitá. Ed é ció che fa costantemente nella West Bank e a Gerusalemme Est;
-Hamas é una organizzazione politico-armata che usa (anche) il terrorismo come mezzo di lotta politica, e comunque, semmai lo sia stato negli anni Ottnata, oggi non é una organizzazione di “liberazione” di un bel niente;
-In qualunque altro posto al mondo ci fosse un governo retto da Hamas, sarebbero tutti d’accordo a definirlo una “dittatura”;
-Gerusalemme Est é “occupata illegalmente” da Israele, non é la “capitale unica e indivisibile di Israele”;
-Qualsiasi altro paese facesse quello che fa Israele nei confronti dei palestinesi (a Gaza, come nella West Bank, come a Gerusalemme Est), sarebbe tacciato dalla comunitá internazionale di “terrorismo” e “azioni che violano il diritto internazionale”;
-I “razzi” di Hamas, sono appunto “razzi” e non “missili”;
-Le vittime palestinesi a Gaza per i bombardamenti israeliani sono stati “uccisi” da Israele, non sono semplicemente “morti”;
-E tali uccisioni, spesso, sono assimilabili ad “atti di terrorismo” (seppur terrorismo di Stato), non a “reazioni bilanciate” o a “eliminazione di terroristi”;
-Gli “scontri”, come ad esempio presso al-Aqsa, non sono “scontri”, ma “provocazioni deliberatamente programmate”, cui seguono azioni di protesta come reazione;
-Le incursioni (per ora solo aeree, poi chissá) di Israele a Gaza sono delle “reazioni spropositate e indiscriminate”, e dunque per il diritto internazionale, ingiustificabili e passibili di pena, alle azioni di Hamas. Non sono una “difesa”;
-I coloni, e la politica di colonizzazione di Israele, rappresentano “azioni illegali e criminali” nei confronti dei palestinesi, non il “diritto alla sopravvivenza”;
-La demolizione programmata e continua di edifici e abitazioni di palestinesi nella West Bank e a Gerusalemme Est, da parte del governo israeliano, é un “atto criminale”, tra l’altro pianificato, e non una “strategia di difesa”;
-L’uccisione di civili israeliani da parte di Hamas é un atto di “terrorismo”, non di “resistenza del popolo palestinese”.
Si potrebbe continuare. Come giá detto, non é una lista esaustiva. Concludo con i due assiomi principali:
-Condannare lo Stato di Israele per i crimini commessi nei confronti dei palestinesi non é “antisemitismo” e non vuol dire “essere dalla parte di Hamas”, ma é una difesa del diritto internazionale e dei diritti umani sanciti dalle convenzioni internazionali;
-Dire che Hamas ha le sue colpe e che spesso attua tattiche terroristiche e dire che la leadership politica palestinese non é esente da responsabilitá, non vuol dire essere “sionisti”, ma cercare di essere “oggettivi” (P.S. “oggettivitá é diverso da “neutralitá”);
-Assumere posizioni oltranziste e dire “é tutta colpa dell’uno” o “é tutta colpa dell’altro”, vuole dire essere “faziosi”;
-E, in una questione come questa, essere faziosi non aiuta a risolvere né a comprendere le cose.
-Avere il coraggio, da una parte e dall’altra, di riconoscere le responsabilitá e le colpe anche della parte per cui “si fa il tifo”, non vuol dire essere “complici”, o “pavidi”, o “ignavi”, o “paraculi”. Vuol dire essere “oggettivi”.
W la Palestina libera, W la pace, W la libertá, W la tolleranza e il rispetto reciproco (alert: niente di tutto ció é in contraddizione con quanto detto sopra).

Credo che l’elenco di fatti qui sopra debba essere letto e tenuto a mente, purtroppo tutti siamo vittime dei nostri bias, anche qui su BUTAC.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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