Il grande blackout

Facciamo chiarezza sui titoli allarmistici delle ultime settimane

Nelle ultime settimane sono tanti quelli che sono saliti sul carro del sensazionalismo allarmistico.

Da uno dei blog de Il Fatto Quotidiano a ByoBlu, da Il Meteo a Repubblica, per non parlare dei tanti canali minori.

Titola ByoBlu:

IL GRANDE BLACKOUT: CAVALLO DI TROIA DELLA BOLLA ENERGETICA

Il Fatto Quotidiano:

Non sono un indovino, ma siamo vicini a un grande blackout. Ipotesi assurda? Per nulla

Il Meteo, con il loro solito aplomb britannico:

Allarme per un possibile black-out globale: quando sarà?

Le voci si sono diffuse nelle ultime settimane e sono già tre i Paesi che stanno dando istruzioni alla popolazione su come agire di fronte a un evento di queste caratteristiche.

E anche Repubblica ha sfruttato la notizia a inizio novembre, con questo titolo:

Spagna, paura del blackout: vanno a ruba bombole, torce e fornelli da campeggio

Sia chiaro, non sarebbe la prima volta che si verifica un blackout di dimensioni ragguardevoli in Europa, ma tanto da farci articoli dai toni così allarmistici?

L’allarme parte dall’Austria

I primi a soffiare sul fuoco dell’allarme blackout pare siano stati gli austriaci,  che a gennaio 2020 nelle linee guida per la sicurezza dei loro cittadini hanno inserito la possibilità di un blackout:

Das größte Risiko für eine nächste Systemkrise in Österreich birgt ein flächendeckender Strom-, Infrastruktur- und Versorgungsausfall (Blackout), mit dessen Eintritt binnen der nächsten fünf Jahre zu rechnen ist.

Che tradotto:

Il rischio maggiore per la prossima crisi del sistema in Austria è un’interruzione diffusa dell’energia, delle infrastrutture e dell’approvvigionamento (blackout), che si stima possa verificarsi nei prossimi cinque anni.

L’allarme vero e proprio però parte da un ex militare austriaco, che oggi fa l’esperto di situazioni di crisi (specializzato in blackout), Herbert Saurugg. L’ex militare oggi vende soluzioni per le aziende proprio per tutelarsi da eventi come il grande blackout, è quindi comprensibile che spinga il più possibile sull’allarmismo.

Ma davvero dobbiamo preoccuparci?

La prima cosa da dire è che comunque è sempre buona cosa essere preparati alle emergenze: in Italia dovremmo averlo imparato da anni, visto che il nostro territorio non è refrattario a episodi sismici anche abbastanza violenti, con al sud alcuni vulcani tutt’ora in attività, per non parlare di esondazioni varie. Avere un kit casalingo pronto da portare fuori casa, in caso sia necessario allontanarsi temporaneamente, è sempre una buona pratica.

Ma secondo le stesse autorità austriache che si occupano di energia elettrica uno scenario come quello descritto da Saurugg è esagerato. Lo spiega bene il Salzburger Nachrichten (SN), quotidiano di Salisburgo, che definisce apocalittiche le previsioni di Saurugg.

I fornitori d’energia cercano di spegnere l’allarme

SN ha intervistato i dirigenti delle aziende che si occupano delle forniture elettriche in Austria, i quali hanno spiegato che il problema non è il sistema in sé. Infatti in Europa, dicono, abbiamo una buona rete. Il problema, secondo loro, può dipendere da eventi che causano sovraccarichi alla rete, e quando questo succede devono entrare in vigore i meccanismi di sicurezza:

…che tutti gli operatori di rete in Europa coordinano e testano regolarmente…

Spiegano ulteriormente:

In caso di tale interruzione, le reti elettriche vengono disconnesse automaticamente, le centrali elettriche vengono accese o spente in pochi secondi e il carico viene eliminato, come in gergo tecnico viene chiamato lo spegnimento dei grandi consumatori. Tutto per portare in equilibrio domanda e generazione di energia elettrica e per riunire le reti elettriche.

Ma è inutile, una volta che l’allarme viene lanciato è ovvio che gente che ci cascherà la si trova sempre. Sia chiaro, questo non significa che sia impossibile un blackout anche di alcune ore, come è già successo. Ma la colpa, come spiegato dai fornitori di energia austriaci, sarebbe dovuta a errori umani, impreparazione nelle procedure di crisi del sistema. L’ipotesi di un blackout europeo è altamente improbabile, nel caso potrebbe trattarsi di casi isolati, la cui durata non supererebbe alcune ore. Certo che occorre essere preparati, ma senza bisogno di allarmismi vari.

A chi giova?

Chi fa circolare questo genere di notizie allarmistiche senza alcuna verifica sono perlopiù soggetti a cui interessa indurre nella popolazione uno stato di agitazione costante. La paura e l’agitazione sono il sistema migliore per aumentare il livello di insoddisfazione nei confronti delle autorità e del governo. Un popolo insoddisfatto è più facile da manipolare, politicamente parlando. Teniamolo bene a mente.

Tutto questo allarmismo da blackout ha fatto il giro d’Europa in questi mesi, arrivando anche in altri Paesi che hanno servizi di fact-checking, come la Romania, dove Veridica aveva già scritto un articolo sul tema.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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